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sabato 27 novembre 2010

Fidenza e l'acqua

Il Sindaco mario Cantini e L'Assessore Giovanni Carancini

Che Borgo San Donnino fosse una città urbanisticamente modellata dall’acqua lo dicono anche le mappe dello scorso secolo.
Il rapporto tra città e acque è comunque mutato nel tempo sino ad arrivare ai giorni nostri in cui di acqua se ne può parlare ma solo in termini di acqua delle fontane o di acqua da bere.

Ed è pure passato il tempo in cui lo storico locale Vittorio Chiapponi descriveva il borgo come città modellata dalle osterie.
Tornando all’oggi, anche il rapporto città e fontane è messo in forse: la fontana del piazzale della stazione, progettata da Luigi Bormioli, è stata «colmata al suolo», vittima della barbarie; quella dei giardini, contorta e indecifrabile la ricordano solo le foto. In compenso, abbiamo quella della piazza e questa che sia bella per alcuni e brutta per altri è noto, che sia eccessivamente costosa lo sappiamo tutti tranne chi l’ha voluta. Quella di piazza Grandi è inattiva per motivi di pubblica decenza, dato che riproduce in scala maggiore un bidet da bordello.
È di oggi la notizia che l’acqua vera, indispensabile, è quella che sgorga pubblica e così, con un bicchiere mezzo vuoto ed uno mezzo pieno, sindaco e assessore reclamizzano l’iniziativa del secondo luogo di prelievo pubblico di acqua da bere nel quartiere Luce. Padrino dell’iniziativa, Franco Giordani ed i suoi settecento «acquasostenitori».

Franco Giordani
La fontana di Piazza Garibaldi (facciamone una fioriera?)

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