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domenica 17 febbraio 2013

Il 17 febbraio 1600 a Campo dei Fiori



Giordano Bruno vestì l'abito domenicano e fu ordinato sacerdote nel 1572. Imputato di eresia, si rifugiò a Roma. Le accuse lo spinsero a deporre l'abito e a peregrinare in Italia, in Francia e quindi in Svizzera dove a Ginevra aderì alla chiesa calvinista frequentando i corsi di teologia. 

In aperto dissidio coi suoi professori fu costretto ad abbandonare anche questa città per riparare a Parigi conservando una viscerale antipatia contro il Protestantesimo e più ancora nei confronti del Calvinismo. Enrico III lo inviò in Inghilterra come addetto all'ambasciata di Francia. Invitato a Venezia dal patrizio Mocenigo, questi lo denunciò agli inquisitori veneti.nero di consegnarlo al Santo Uffizio. La Repubblica Veneta aveva una antica tradizione di indipendenza e libertà, ma desiderando migliorare i rapporti con il papa Clemente VIII ritenne utile consegnare Giordano Bruno Santo Uffizio.


Il bassorilievo del processo a Giordano Bruno (Roma, Campo de' Fiori)
Il processo durò a lungo, l'Inquisizione cercò infatti in ogni modo di indurre Bruno ad abiurare per dissuadere possibili seguaci del suo pensiero. Malgrado i loro sforzi gli inquisitori romani non riuscirono nel loro intento. Questa situazione durò sette anni in cui fu trattenuto prigione. Alla fine fu condannato come eretico ed arso vivo il 17 febbraio del 1600. 
Le sue opere filosofiche in volgare e in latino non sono di facile lettura e variamente interpretate ricorrendo anche a conoscenze di letteratura ermetica, magica, astrologica e cabalistica. Sviluppò il suo pensiero partendo da una cosmologia che allora si riteneva fonte d'eresia. Scrisse anche una commedia "Il candelaio". 
Nonostante le minacce di Leone XIII volte ad impedire che la statua fosse scoperta al pubblico, il 9 giugno 1889 il monumento fu inaugurato al centro della stessa piazza dove il filosofo venne arso vivo.



1 commento:

  1. Bisogna però ammettere, seppure a denti stretti, che Bruno era un tipo molto, ma molto bizzarro e fuori del comune. Inoltre,per un orgoglio smisurato, con un coraggio che sfiorava la temerarietà, l'incoscienza e l'istinto di conservazione, alla fine, si buttò, a testa bassa, contro la Morte, che gli fu comminata in modi infami e crudeli.Il prinicpale suo aguzzino, che perseguitò poi anche Galileo,è salito agli onori degli altari, San(?) Roberto Bellarmino. Santo de che? Se fossi vissuto a quei tempi, ci sarebbero stati parecchi borgsàni, ciesaiòli e bigotti, che mi avrebbero denunciato,con zelo e fervore degni di miglior causa; mi avrebbero applicato la mordacchia a vita.

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