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lunedì 13 maggio 2013

La città futura: all'ombra della Cattedrale


“Costruire la città futura” è il titolo del riuscito Convegno che si è svolto sabato mattina nel cortile della Curia vescovile all'ombra della nostra splendida Cattedrale che ha preceduto l’inaugurazione del matroneo sud, completando così il loro recupero.
In una giornata luminosa sotto un cielo azzurro, come da tempo non si vedeva, proprio la centralità tra l’anima della nostra città e diocesi rappresentata dalla Cattedrale di San Donnino e la Fidenza del futuro sono state al centro di profondi ed articolati interventi da parte degli autorevoli relatori che hanno raccolto il consenso del folto pubblico presente.

Che la giornata fosse di quelle importanti per la città lo si è visto subito dall'importanza dei relatori e dalle autorevoli presenze che hanno caratterizzato tutti gli eventi tra i quali il Presidente dell’Unione Parmense Industriali Giovanni Borri, il direttore sempre dell’Unione Industriali Cesare Azzali, l’assessore provinciale Giancarlo Castellani, il Comandante dei Carabinieri Nicola Caruso, il Comandante delle Polizia della Terre Verdiane Luciano Soranno, il Presidente dell’Amministrazione della Cattedrale Antonino Besagni e tante altre autorità civili e militari, oltre a tantissimi cittadini.


Ha aperto i lavori il Vescovo di Fidenza mons. Carlo Mazza, visibilmente soddisfatto per l’iniziativa.
“In questa piccola grande città di Fidenza – ha iniziato il Vescovo – siamo all'ombra di un bel fiore, la nostra Cattedrale e questo ci aiuta ad elevare i nostri pensieri. Costruire la città futura è un tema straordinario che non può non ricordare la grande avventura di Babele. Ci sta a cuore la città che è un luogo mitologico che appartiene al percorso umano dell’abitare insieme. L’uomo ha superato le organizzazioni tribali per stare insieme in modo ordinato. La città nasce dall'utopia della pace, come diceva La Pira. La pace e la convivenza sono la misura del governo della città che deve tendere al bene comune. La città dell’armonia è fondata su due cardini: il tempio e il palazzo, che rappresentano l’incontro tra il sacro e il profano, tra il dono e il potere che hanno la necessità di stare insieme e questa collaborazione punta sulla necessità del bene comune. Il tempio è il centro della vita della città e del suo destino. Il palazzo rappresenta invece il luogo ordinato dei suoi interessi. La città in se non è né buona né cattiva, sono gli uomini che la rendono vivibile e bella. La grande virtù sia evangelica che civile della città è la mitezza. Noi siamo in una città murata e per questo si chiamava borgo; avendo la doppia funzione di proteggere e nel contempo di guardare al futuro con l’obiettivo di scongiurare la sconsolazione e la solitudine al suo interno. Per raggiungere questo obiettivo occorre guardare al futuro cercando di costruire la bellezza, che rappresenta lo sguardo di Dio sul mondo. Solo così non imploderemo in una nuova Babele”.

Il Sindaco di Fidenza Mario Cantini ha subito posto l’attenzione sulla difficile situazione economica attuale. “Viviamo oggi in luoghi – ha proseguito Cantini – dove dominano sentimenti come la disperazione e la rabbia. Abbiamo perso il senso della gioia ed è difficile uscire dal momento di criticità che stiamo vivendo. Giornate come questa fanno prevalere l’ottimismo della volontà del fare su quello del dire. La grande sfida che dobbiamo affrontare è quella di disegnare la città del futuro guardando più al contenuto (le persone) che al contenitore (le case), cercando di combinare l’attenzione alle persone con lo sviluppo della città. Dobbiamo concentrarci su un sano realismo, mettendo al centro la persona con una forte attenzione verso chi crea lavoro”.

Manuela Catarsi Sopraintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna e Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle province di Parma e Piacenza ha descritto la grande importanza storica che Fidenza riveste nel contesto nazionale.
“Gli interessi degli archeologi per questo territorio – ha iniziato la Catarsi – è molto antico e parte dal 1800 con gli scavi alle terramare di Castione Marchesi ed è proseguito con interesse fino ai giorni nostri. Proprio le terramare erano una forma primitiva di città, poi nell'età del ferro a Vaio e Siccomonte vi erano dei villaggi strutturati che utilizzavano le acque salmastre. In epoca romana l’insediamento nasce per supportare la sosta di chi percorreva la via Emilia, per diventare poi città vera e propria nel I secolo dopo Cristo. Nel IV secolo arriva la decadenza tanto che quasi scompare. La città romana muore come è molto ben documentato dagli scavi di via Bacchini, per poi risorgere grazie al culto di San Donnino. Proprio sotto palazzo Bellotti abbiamo trovato i resti del cantiere che sono serviti a costruire la Cattedrale. Le fonti e l’archeologia ci danno elementi importantissimi, ed in alcuni casi unici in tutta Italia, che non si possono ignorare nella costruzione della città futura. Vi suggerisco di valorizzare al meglio queste vostre ricchezze, all'interno del nuovo Piano Strutturale Comunale (PSC). Per questo vedrei bene una carta delle potenzialità archeologiche che ritengo sia un valore aggiunto della città e di chi la abita”.

Il prof. Francesco Karrer, ordinario di Urbanistica alla Sapienza di Roma e responsabile del gruppo di progettazione del PSC di Fidenza ha sottolineato la grande responsabilità che sente, nel dover realizzare il nuovo strumento urbanistico di Fidenza, in un territorio al centro dei cammini francigeni come delle più importante reti della viabilità nazionale.
“Credo che occorra essere umili – ha continuato Karrer – quando ci si avvicina ad una città che non è la propria. Nella concezione di questo progetto di costruzione della città del futuro dobbiamo essere consapevoli che cercheremo di cogliere tutte le opportunità che questo territorio offre, in particolare quello di creare relazioni lunghe, esaltando anche il tema della mitezza che valorizza le relazioni e i rapporti tra gli uomini. La sfida è molto grande e l’approcciamo anche noi con mitezza, chiedendo l’aiuto di tutti voi”.
“Non si può più vivere senza poesia, senza calore e senza amore”. Sono queste le parole con cui ha invece iniziato il suo intervento il prof. Paolo Rizzi docente di Politica Economica all’Università Cattolica di Piacenza. “Occorre essere creativi per garantire lo sviluppo – ha proseguito Rizzi – perché ciò avvenga occorre che la città sia bella. Dobbiamo lavorare per sviluppare dei distretti che fondano il loro sviluppo sulla cultura, inserendo poi le filiere nella realtà delle tradizioni presenti. Sapendo bene che l’unicità è molto più vincente della serialità. Sono gli abitanti che formano la città e la cultura garantisce la felicità nei cittadini perché fornisce quella libertà che deve essere vista come una vera e propria identità in cui tutti si riconoscono”.
Il Presidente della Camera di Commercio di Parma Andrea Zanlari ha invece voluto evidenziare come occorre ripensare al nostro passato per costruire un futuro migliore. “Negli ultimi 30 anni – ha continuato Zanlari - si è favorito l’abbandono dei centri storici verso le nuove urbanizzazioni di periferia, con il risultato di spopolare il centro e di occupare la campagna. Abbiamo il dovere di ascoltare la nostra storia che ci insegna che in questo territorio è stata costruita la più grande cultura alimentare d’Europa. Guardiamo poi al centro storico come luogo pulsante dell’intelligenza. Solo ai piedi delle Cattedrali d’Europa si è salvata la nostra storia. Non possiamo che ripartire da lì”.
Il prof. Ettore Capri dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza ha parlato dell’importanza di impostare il nuovo strumento urbanistico avendo ben chiari i principi dello sviluppo sostenibile.
“Nel 2050 – ha proseguito Capri – saremo 3 miliardi nel mondo e dobbiamo chiederci quale risposta stanno fornendo i nostri ecosistemi a questa evoluzione dell’uomo. Il cambiamento climatico e la scarsità di acqua sono sicuramente i due elementi più critici a livello globale. Negli ultimi 30 anni stiamo divorando le risorse senza nessuna attenzione ad uno sviluppo più rispettoso e sostenibile. Oggi non si può più nemmeno pensare di parlare di città senza guardare all'ambiente e alle nuove tecnologie verdi. Penso che abbiamo l’ultima possibilità per creare opportunità di sviluppo in questo territorio così ricco e bello”.
Spazio quindi agli interventi che hanno illustrato il restauro di Palazzo Bellotti, con i contributi di Enrico Montanari e dell'arch. Giovanni Rossi e del Matroneo sud della Cattedrale.
Giampaolo Gregori, direttore del Museo del Duomo, ha ripercorso le tappe che hanno portato a questo importante risultato.


“Il restauro del Matroneo inizia circa 10 anni fa – prosegue il dott. Gregori - quando l’allora Vescovo, il compianto mons. Maurizio Galli, mi chiamò per spiegarmi che vi era la possibilità di avere dei finanziamenti collegati all'8 per mille, per allargare il Museo del Duomo e per restaurare il Matroneo Sud. Lavorammo assieme all'arch. Franco Pattini ed a mons. Aldo Aimi sul progetto. Arrivò poi il Decreto che finanziava circa 400 mila euro per questo intervento, assegnandoli al Comune di Fidenza per la sua realizzazione. Dai lavori abbiamo avuto l’importante conferma che la costruzione dei Matronei è avvenuta dalla facciata verso il centro della Chiesa”.
Ci si è quindi trasferiti all'interno della Cattedrale dove è stato tagliato il nastro inaugurale che ha anticipato la visita al Matroneo mentre la Corale San Donnino accompagnava la visita con canti gregoriani di grande fascino. Certo la visuale che si ha della Cattedrale dal Matroneo toglie il fiato, testimoniando ancora una volta la unicità e straordinarietà del Duomo di Fidenza.
Amedeo Tosi

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