Cerca nel blog e nelle pagine collegate

mercoledì 1 gennaio 2014

Giornata Mondiale della Pace



La bellissima foto di Paolo Panni rende omaggio alla nostra Cattedrale nella solennità della celebrazione del pontificale di questa sera (1 gennaio). Il momento colto cade durante l'omelia del Vescovo Carlo in occasione della 47esima giornata mondiale della pace nella solennità della Gran Madre di Dio. 

Il canto finale è il maestoso inno del Veni Creator Spiritus. Ieri si era invece cantato il tradizionale Te Deum di lode, ringraziamento e di speranza. 
Nella foto abbiamo anche l'opportunità di ammirare l'installazione che impreziosisce la scalinata centrale con la culla del Salvatore.
L'otto dicembre scorso Papa Francesco così iniziava il suo messaggio per la  47esima giornata mondiale della pace
"In questo mio primo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, desidero rivolgere a tutti, singoli e popoli, l’augurio di un’esistenza colma di gioia e di speranza. Nel cuore di ogni uomo e di ogni donna alberga, infatti, il desiderio di una vita piena, alla quale appartiene un anelito insopprimibile alla fraternità, che sospinge verso la comunione con gli altri, nei quali troviamo non nemici o concorrenti, ma fratelli da accogliere ed abbracciare."





3 commenti:

  1. Non mi sento spinto verso la comunione con certa gentaglia, nei cui confronti non mi sento affatto fratello, in un'accoglienza, aggravata da abbracci. Sarò forse peggiore, fors'anche migliore, ma non uguale, bensì ben distinto e diverso. Parlo di criminali abituali, mafiosi, spacciatori, magnaccia, parlamentari, governanti locali ed esteri, talebani di ogni religione, politici di mestiere e dintorni. Costoro vennero creati in un momento distinto da quello in cui venne formato Adamo, e su di loro Iddio nelle nari uno spirito deteriore, da alitosi acuta.

    RispondiElimina
  2. Grazie per la pubblicazione della foto e per il "bellissima"

    RispondiElimina
  3. ..Ogni uomo di noi vuol giudicare gli altri: giudicando ci sembra d'essere al di sopra dei giudicati, più buoni, più giusti: innocenti. Accusare è come dire: Noi non siamo così. Difatti sono sempre i gobbi i primi a denunciare chi ha le spalle un pò curve.
    Ciascun uomo si vanta d'essere veramente uomo, cioè persona matura e saputa, persona di peso e di rispetto, che tutto conosce e di tutto può ragionare e sentenziare.
    L'uomo serio, devoto, il puro, il fariseo, sfugge più che può la compagnia dei peccatore, dei caduti, dei contaminati e non accetta alla sua tavola che i giusti come pare essere a lui. Chi è pulito davvero non può essere corrotto e non deve lasciarle morire nel loro marciume per paura d'insudicirsi.
    E Gesù ordina di amare gli uomini, di amarli tutti, di amare anche quelli che ci odiano.
    Chi non osserva questo comandamento non può dirsi cristiano.

    Maria Grazia Fida
    Pedagogista e scrittrice
    Università degli Studi di Parma

    RispondiElimina