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venerdì 4 aprile 2014

Jacques Le Goff, il nostro borgo e la nostra Cattedrale nel ricordo di Amedeo Tosi


Ci sono dei momenti e degli avvenimenti nella vita di ognuno di noi che restano indelebili, non si cancellano e per sempre ci accompagnano, qualsiasi cosa succeda come ad esempio il giorno del matrimonio, quello della nascita dei figli, il primo bacio e altri rari avvenimenti che fanno la nostra esistenza unica ed irripetibile.
Uno di questi avvenimenti l’ho vissuto venerdì 12 marzo 2004, quando, allora assessore del Comune di Fidenza, assieme al Sindaco Massimo Tedeschi ci recammo a Parigi a trovare il nostro cittadino onorario,  Jacques Le Goff, nella sua residenza privata. 
La sua abitazione si trovava in un quartiere residenziale di Parigi vicino alla Senna, in una giornata non fredda ma umida di fine inverno, in un condominio moderno con la portineria ben inserito nel contesto urbani.
Arrivammo a metà pomeriggio. 
Ci venne ad accogliere alla porta di casa al secondo piano, la moglie Anka, una signora anziana molto cordiale dai modi estremamente gentili che camminava piegata a causa degli anni e di evidenti problemi fisici.
All'interno dell’abitazione vi erano librerie quasi in ogni parete, stracolme di libri, raccoglitori e videocassette.
Inoltre, significative ed originali statue in legno, unitamente a monili ad immagini ed arazzi prevalentemente di arte africana, arredavano le stanze in modo fiero e per certi aspetti innovativo ed originale.
Jacques Le Goff ci aspettava, in sala con vista sulla Senna, seduto in poltrona, già allora aveva evidenti difficoltà di movimento. Quando arrivammo si alzò ci fece un grande sorriso e ci ringraziò in modo molto sincero di essere andati a trovarlo.
Massimo gli porse un pacco di prodotti alimentari tipici della nostra terra, tra cui un culatello di Zibello e il Parmigiano Reggiano che tanto aveva gradito nel pranzo che aveva seguito la consegna della cittadinanza onoraria di Fidenza il 21 ottobre del 2000. Gradì sinceramente anche se sottolineò che si trovava a dieta ferrea. La moglie annuì con la testa.
La consegna della sua cittadinanza onoraria fu una cerimonia memorabile che si svolse al Teatro Magnani di Fidenza, sicuramente uno dei momenti culturali più alti e importanti che Fidenza ha vissuto in tutto il secolo scorso.
Invitò la moglie a prepararci il te che ci porse in tazze di porcellana, dopo aver preparato l’infuso dentro una speciale teiera in un metallo a me sconosciuto di fattura orientale. Non ho mai più rivisto nulla di simile.
Assieme al te ci porse dei biscotti al limone. 
Questa sorta di cerimonia del tè, avvenne in un silenzio surreale dove era chiaro a tutti che non stavamo solo usufruendo di un momento di ospitalità ma vivevamo una vera e propria “cerimonia” che aveva lo scopo di metterci a nostro agio, di prepararci e introdurci all'incontro, di farci capire il significato dell’incontro che era quello di condividere attraverso il te un momento di comunione e di fratellanza come si addice tra veri amici. Infatti il rapporto tra lui e Massimo Tedeschi si trovava in quella fase che dalla cordialità passa alla stima e quindi all'amicizia. Questa “cerimonia” durò circa dieci minuti, poi la signora raccolse le tazze che tenevamo in mano ed iniziammo la conversazione.
Le Goff ci ringrazio ancora per l’ospitalità che aveva ricevuto a Fidenza poco più di tre anni prima, ci chiese come stavamo e soprattutto era molto interessato alla nostra Cattedrale e alle iniziative che stavano nascendo lungo la Via Francigena.
Quelli erano tempi forse irripetibili, in cui si pensava in grande e si agiva di conseguenza. Massimo illustrò, brevemente, ma molto chiaramente, l’evoluzione della città e le iniziative che erano in corso per valorizzare il nostro Duomo e la via di pellegrinaggio, spiegandogli come si stava muovendo l’Associazione dei Comuni Italiani sulla Via Francigena nata nell'aprile del 2001. 
Gli illustrò anche quanto emerso nel  Convegno “Gli itinerari culturali e i cammini della fede: le vie dell’Europa dei Popoli” che si era svolto sempre al Teatro Magnani di Fidenza il 23 gennaio del 2004. Gli fece poi vedere alcune fotografie della segnaletica stradale che l’amministrazione comunale aveva fortemente voluto, dove sotto il nome di “Fidenza”, appariva la scritta bianca su fondo marrone “ Borgo San Donnino”.
Le Goff sorrise, mi fissò con il suo sguardo paterno e autorevole nello stesso tempo, poi guardò Massimo negli occhi e gli disse che era molto contento dell’idea che avevamo avuto di riprendere il nome medievale della città di San Donnino, sotto quello romano di Fidenza, tanto che la definì un’iniziativa esemplare. 
Si mise a parlare poi della vocazione storica di Fidenza che lui definì “europea”, un luogo ricco di testimonianze ad iniziare dalla straordinaria, unica e bellissima Cattedrale che lui stessi definiva la “superba” e  una della prime cento Cattedrali più belle e importanti al mondo.
Un gioiello raro che fa di Fidenza, o meglio di “Borgo San Donnino”, una città storicamente fondamentale nel contesto medievale europeo che testimonia l’importanza storica, artistica e soprattutto culturale avuta da Borgo san Donnino nella formazione dell’Europa moderna. 
“Nella vostra superba Cattedrale – ha proseguito Jacques Le Goff – non c’è solo l’origine della vostra storia ma soprattutto c’è il seme dell’identità europea e quel progetto di comunità dei popoli che va dal mare del nord al mediterraneo”. 
Abbiamo poi parlato della straordinaria mostra dal titolo “Il Medio Evo d’Europa di Jacques Le Goff” che da pochi mesi si era conclusa con grande successo a Parma di cui andava molto fiero.
Si è quindi raccomandato di lavorare con attenzione e dedizione al progetto della Via Francigena e alla valorizzazione della Cattedrale, quasi un testamento che ci ha lasciato.
L’ultimo pensiero è andato all'ampolla colombiforme della Cattedrale, un oggetto di devozione definito unico e preziosissimo da custodire con grande cura e attenzione e troverebbe un posto di prestigio all'interno dei più importanti musei del mondo. 
Per questo lo ha voluto sulla copertina del catalogo della mostra di Parma.
Si è quindi interessato delle nostre famiglie, dei figli di Massimo, che aveva conosciuto e ci ha regalato una delle sue ultime pubblicazioni in italiano: “La borsa e la vita. Dall'usuraio al banchiere”, edito da Laterza, con la dedica autografa: “per Amedeo Tosi cordialmente Jacques Le Goff”.
Lo stesso fece per Massimo a cui diede anche un pensiero per i figli.
Lo abbiamo salutato con affetto coscienti di aver avuto il grande onore di parlare amichevolmente e fraternamente con una delle più importanti personalità culturali mondiali del 1900.
La moglie Anka ci ha accompagnato alla porta sorridendoci e regalandoci quello sguardo che non potrò più dimenticare per la profonda serenità che quegli occhi trasmettevano.
Dopo pochi mesi da quell'incontro Anka lasciò la vita terrena per la casa del padre. 
Non ho più rivisto Jacques Le Goff, ed oggi a dieci anni da quei giorni,  lo ringrazio per il tempo che ci ha donato quel giorno e soprattutto per quella visione così chiara e nitida del ruolo importantissimo che ricopre Fidenza – Borgo San Donnino nella storia dell’Europa. 
Una consapevolezza, che oggi si ritrova spesso nelle parole del Vescovo mons. Carlo Mazza, della quale se fossimo tutti più certi aiuterebbe a cambiare la storia di questo territorio e dell’Italia.
Amedeo Tosi


Con questa lettera, da conservare come documento, Jacques Le Goff ringrazia il Sindaco Mario Tedeschi e la città di Fidenza per il riconoscimento di Cittadino Onorario della nostra città. La cerimonia ufficiale di riconoscimento è del 21 ottobre del 2000.

1 commento:

  1. Ma che belle testimonianza, Amedeo!
    L'ho letta con vero piacere.
    Sei riuscito a trasmettere l'emozione che hai provato in quei momenti unici e irripetibili.
    Hai dipinto con le parole il tuo ricordo in modo talmente nitido da farmi partecipe come se l'avessi vissuto pure io...
    Complimenti e grazie.
    E un pensiero affettuoso e riconoscente vada pure al grande Le Goff che ha valorizzato in modo autorevole la Cattedrale e i suoi tesori in un contesto europeo, una bella lezione soprattutto per i fidentini.
    Mirella Capretti

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