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lunedì 10 ottobre 2016

Cinema a Fidenza: “Gli ultimi” di padre D.M. Turoldo e V.Pandolfi


Riprende presso l’Auditorium del Centro San Michele il ciclo promosso dall’Ufficio diocesano delle Comunicazioni sociali su


“Cinema e fede nell'anno della Misericordia”

La rassegna sarà composta da sei titoli di film, questi i titoli selezionati:
  • “Gli ultimi” di p. D.M. Turoldo e V.Pandolfi (14 ottobre); 
  • “Parada” di M.Pontecorvo (22 ottobre) con p. F.Aliani; 
  • “Difret” a cura dell’ass. Italia-Etiopia (28 ottobre);
  • “Fuori dal mondo” di G.Piccioni (4 novembre);
  • “Ida” di P.Pawlikowski (11 novembre); 
  • “Sei vie per Santiago” di L.Smith (18 novembre). 


“Gli ultimi” di p. D.M. Turoldo e V.Pandolfi (14 ottobre)

Il film che Turoldo fece all’indomani del Concilio

"Gli ultimi" affonda le proprie radici nella riflessione turoldiana sulla povertà, a partire dall’esperienza che della povertà lo stesso Turoldo fece.
C’è, insomma, una forte linea di continuità tra il film (non ci si dimentichi che il tema della «Chiesa dei poveri» era assai vivo nel clima del Vaticano II) e l’ideologia della povertà che ha accompagnato tutta l’opera di Turoldo e che ha trovato una sua compiuta  formulazione nelle pagine di "Profezia della povertà".



"Poveri sono dunque tutti gli uomini; ma beati sono solo quelli che lo riconoscono, quelli che non negano questa verità del loro essere, solo quelli che non cercano disperatamente e in modi vani – perseguendo ricchezza, autosufficienza e potere – di vivere come se non lo fossero; beati sono pertanto quelli che a partire da questa riconosciuta condizione di povertà, e conformemente a essa, stabiliscono il loro rapporto con Dio e glinaltri uomini. In questo senso la povertà non è la disgrazia di qualcuno, ma è la grazia di tutti"
Brani dalla recensione I L R E G N O - A T T U A L I T À 2 / 2 0 1 3

3 commenti:

  1. Però, ricreo che, nella preghiera per eccellenza, insegnataci da Cristo per rivolgerci al Padre Suo, egli ribadisce: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano", avendo ben presente, come uomo, oltre che Dio, che lo spirito è forte, ma la carne è debole, e va nutrita ogni giorno. Quindi, non aspiriamo a ricchezze deleterie , inutili e pericolose, ma non neghiamo nemmeno la necessità di un emolumento minimo, che ci consenta di vivere dignitosamente, con cibo, abbigliamento ed un'abitazione decenti.

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  2. Grazie Professore per ricordarci le parole di Gesù.
    Non possiamo essere indifferenti verso gli uomini che la nostra marina salva in mare e li sbarca sulle nostre coste, dobbiamo convincere gli stati europei di farsi carico delle parole di Gesù,
    Grazie ancora Professore.
    L'Anonimo di Borgo

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    1. Anonimo, scusa la mia ignoranza, ma non capisco il nesso tra il mio commento ed il tuo. Io intendevo ribadire che mi sembra sciocca, disonesta ed ed ipocrita la lode della povertà tant'è che anche Cristo dice che il pane quotidiano è necessario, dato che siamo un'unità di corpo e di spirito, ed il primo va nutrito e vestito, sotto un tetto. Che c'entrano gli immigrati? Gente che noi accogliamo a braccia spalancate, e che poi, naturalmente, siccome non siamo gli USA di 150 anni fa, ritroviamo a spacciare, a fare i posteggiatori abusivi, e fuori dai supermarket. Non siamo in grado di offrire loro un lavoro dignitoso e quelli si arrangiano come possono; e sono in migliaia a bighellonare per le strade dell'Italia, mangiando e dormendo presso le sedi della Caritas. Sarebbe questa la corretta accoglienza, cioè invitare gente a casa nostra per poi allargare le braccia, confessando che non abbiamo nulla da offrire loro?

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