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giovedì 22 dicembre 2016

“Eccolo qua il Natale”, la Media Zani al teatro Magnani in immagini e ...


Ieri, 21 dicembre, giorno del solstizio d'inverno, la Scuola Secondaria di Primo Grado ci ha donato un doppio spettacolo nel nostro teatro, il Magnani, alla presenza di un pubblico che ha riempito "tutti i posti di ogni ordine e grado" come succede nelle grandi occasione. 

Protagonisti sul palco studenti ed insegnanti e la D. D. Lorenza Pellegrini che alla fine ha ringraziato, ricordandosi anche di chi senza apparire ha prestato il suo contributo al successo dell'iniziativa.
La lista sarebbe lunga e rimandiamo al nostro precedente articolo "Eccolo qua il Natale" dove abbiamo presentato il cartellone dello spettacolo, le classi coinvolte e gli insegnanti. 


A chiusura del concerto, dopo l'esecuzione del CANTO FINALE: “Eccolo qua il Natale”, musica di C.Cremonini e riadattamento del testo di alcuni ragazzi di 3A, l'Orchestra della classe 3F, diretta da una dirompente professoressa Francesca Bertolani, ha rieseguito la “Marcia di Radetzky” (J. Strauss sr) accompagnata dal pubblico in un ritmico battito di mani.
Le letture
Con la voce di Mara Dallospedale, la scuola media Zani ci introduce al mistero del Natale ed al tradizionale spettacolo di musica, canto e lettura. Riprendiamo integralmente questa introduzione:


"E’ difficile non subire il fascino del Natale. Quando si è bambini è la festa più dolce e ricca di poesia che si possa immaginare, anche quando si cresce e si diventa adulti, è impossibile restare indifferenti di fronte all’atmosfera natalizia.
Purtroppo ci sono – oggi come ieri - Natali di guerra, Natali di miseria, Natali di povertà e c’è sempre un Erode di turno che insidia la venuta di un bambino che nasce. Oltre a tutto questo, va considerato inoltre che viviamo in un contesto dove il senso pagano del Natale rischia di travolgerne il senso più vero e più autentico.  
A questo proposito, Alberto Moravia scriveva:  
Togliere le incrostazioniIl Natale mi fa pensare a quelle anfore romane che ogni tanto i pescatori tirano fuori dal mare con le loro reti, tutte ricoperte di conchiglie e di incrostazioni marine che le rendono irriconoscibili. Per ritrovarne la forma, bisogna togliere tutte le incrostazioni. Così il Natale. Per ritrovarne il significato autentico bisogna liberarlo da tutte le incrostazioni consumistiche, festaiole, abitudinarie, cerimoniose.
Tutti abbiamo sete di Natale. Solo di Natale. Senza aggettivi. Un Natale punto e basta, che significa principio, partenza, nuovo inizio, vagito. E non importa ci siano fiocchi di neve e nenie di bambini. Alberi vestiti a festa e luci soffuse. Solo Natale. Che allarghi i confini e mostri in un solo colpo d’occhio tutti i ventri ancora gonfi della storia che attende di partorire la pace. Natale in tutti i luoghi in cui quel vagito è spento da interessi di parte, dall’indifferenza di troppi e dalla nostra memoria distratta. Natale per tutti. 
Con il Natale la vita vince nonostante tutto. 
"È nato un bambino".
Questa la frase che, identica, risuona sotto diversi cieli.
Non si dice: "È nato un cristiano, un musulmano, un ricco, un povero o un americano". Ma semplicemente: "Un bambino".
Un essere umano bisognoso d'amare e di essere amato. Questo bambino ci insegna che cosa è veramente essenziale nella nostra vita.
Come dice Papa Francesco, “Il Natale di solito è una festa rumorosa: ci farebbe bene un po’ di silenzio per ascoltare la voce dell’Amore”.

Auguri di un Natale silenzioso, in ascolto.

Nel procedere dello spettacolo brani poetici e composizioni hanno arricchito la rappresentazione musicale e canora. Sono stati proposti brani di Enzo Zerbini, Francois Mauriac, Madre Teresa, don Lino Cassi ed altri.
La lettura della composizione di don Lino "Canto di una mitragliatrice - La notte di Natale in Guerra", ripresa nel filmato sotto, è stata animata dalle percussioni della prof. Stella Cocconi.


Le immagini



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