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mercoledì 10 maggio 2017

Andarsene ... dalla solitudine


Andarsene

Carissimo Ambrogio,
stamattina, ho avuto la conferma che Stefano Mastrolitti, dj di Radio 101, aveva deciso di andarsene, di sua volontà, in silenzio, in solitudine. Avevo letto solo un accenno, la notte precedente, su Facebook.
Stefano era, di solito, in coppia con Chiara Tortorella, pareva un tipo senza problemi, allegro, simpatico, spiritoso; lo sentivo, nel corso della giornata, anche quando, come ora, scrivevo con il PC, in sottofondo, su Radio 101.
Lui e la sua “banda”, mi tenevano compagnia, tra battute, notizie, musica varia.
Ho ripensato, ancora una volta, come da decenni, alla dolorosa scelta di abbandonare la vita, di uscire, di propria volontà, da questo mondo, da tutto quanto lo riempie e lo svuota, cose, uomini, donne, affetti, gioie, dolori, sensazioni, affetti, amici e nemici.
Perché e come anche Stefano abbia preso quell'estrema, tragica decisione, penso che sia di secondaria importanza; ma aveva solo 32 anni, e un figlioletto in tenera età.
Tutti noi, una sola volta o cento, abbiamo meditato il suicidio. Io, ad esempio, ci ho rinunciato, per un estremo atto di superbia e di orgoglio: pensavo, infatti, di essere ancora di una certa importanza ed utilità, per la mia famiglia. Ma forse, mi sbagliavo...
Come sarebbero andate le cose senza di me, non potrei saperlo, se non dopo averlo provato. Meglio, peggio, chissà...
Stefano doveva essere molto solo; dicono che era in depressione, per motivi famigliari. Ma, come sempre, in questi casi, non aveva lanciato segnali, o perlomeno, nessuno li aveva captati, specie chi lo aveva accanto, per ore, come amico e collega.
Doveva sentirsi fragile, indifeso, frustrato, non ha saputo reggere ai duri colpi della vita. Forse, l'intreccio delle sue relazioni sociali si era disgregato.
Quali saranno stati il suo sgomento, la sua angoscia, l'ultimo bagliore, l'amore, anche, che avrà voluto lasciare in eredità, con il suo gesto?
La decisione di andarsene, così, senza salutare nessuno, rimane un terribile segreto, incomunicabile, chiuso nel cuore, schiantato da un peso immane, nell'intimo desolato del singolo.
Forse, si tratta anche dell'estremo tentativo di trovare un ultimo significato alla propria esistenza, un'invocazione impercettibile all'udito degli altri, alla loro sensibilità ed insensibilità.
Sempre forse, purtroppo, è un gesto di libertà, ma anche di illibertà, in un contrasto drammatico, caso per caso, per ogni essere umano, precipitato nel mare nero della Solitudine più desolata.
Per chi rimane, si volta pagina, ed inizia un nuovo giorno: provaci ancora, Sam, si dicono tutti, facendo spallucce.
Franco Bifani

2 commenti:

  1. Nulla da aggiungere alla tua disanima chiara e sincera, se non una postilla trita e ritrita: credo che valga sempre la pena vivere la vita sino in fondo. E non ho scritto "pena" per consuetudine linguistica.

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  2. Clary, bisognerebbe andarlo a raccontare a chi sta soffrendo, da tempo, di malattie che noi non augureremo nemmeno al peggiore dei nostri nemici.

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