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sabato 2 dicembre 2017

Vade retro, Presepe!


Si appropinqua il Natale. Ma, secondo le direttive di alcuni dirigenti scolastici, laici ed illuminati, nel periodo immediatamente precedente questa ricorrenza, è vietato far cantare canzoni natalizie, l'allestimento del presepe o dell'albero natalizio, all'interno degli Istituti; addirittura, di recente, il preside di una Scuola elementare e dell'infanzia di Palermo, ha impedito agli insegnanti di far recitare le preghiere natalizie ai bambini, perfino nell'ora di religione. 
Non permette nemmeno l'esposizione di statuette della Madonna, crocifissi, immagini di Papa Francesco. Minchia, signor Preside!

Ora, se un genitore iscrive il figlio all'ora facoltativa di religione -cattolica- non vedo perché l'insegnante non potrebbe far recitare agli alunni una prece, anche se non mi pare obbligatorio.
E' pur vero che, in Italia, anche nelle case, si allestisce sempre meno il presepe, mentre non manca mai l'albero, sfavillante di giochi di luci.  Ma è anche altrettanto vero che, nove secoli orsono, San Francesco inaugurò la tradizione del Presepe, che è ancora molto viva, specie nel Meridione, ed è divenuta patrimonio culturale, e non solo religioso, degli italiani.
Ora, i presidi ed i docenti ultralaici, specie coloro che sono stati, per decenni, prodotti di oratorio e parrocchie, frequentando tridui e novene, tra recite di litanie e giaculatorie, e sono stati anche ferventi e devoti catechisti, danno battaglia a presepi ed alberi natalizi in classe, in nome del rispetto per le altre religioni, seguite da alcuni alunni. 
Io la trovo una crociata sciocca, agli alunni di altre  fedi, che ci sia o meno un presepe, in classe, l'albero di natale o il crocifisso, non gliene può fregare di meno, almeno per esperienza personale. Così come sarebbe sciocco, da parte di genitori ed alunni, residenti in paesi di fede non cristiana, una protesta contro le feste ed i simboli di certe feste, eventualmente vissute nelle scuole locali. Paese che vai, usanze che trovi. 
Io penso che il Presepe non possa offendere nessuno; ricorda la nascita di un Dio di pace in terra agli uomini di buona volontà, non accende odio e rancore verso chi non è cristiano. Ma, ogni anno, da qualche tempo, c'è il preside di turno che lo vuole bandire.
Capisco, però, che in classi con percentuali altissime di alunni non-cristiani, possano risultare fuori luogo simboli della sola nostra fede. Ho letto di presidi che vorrebbero festeggiare il Natale, a scuola, in una miriade di simbologie, canti, raffigurazioni di tutte le fedi seguite dagli alunni dell'Istituto; mi pare un'altra sciocchezza madornale. 
Io, personalmente, alle Medie di Salsomaggiore, ho seguito la filippica anti-presepe di una collega, per decenni bigotta e  pinzochera, poi divenuta atea, agnostica ed anticattolica, per vicende di separazione e divorzio. 
Ho dovuto anche assistere, sotto un preside campano ultracattolico, allo spettacolo di frati e preti, che girovagavano, per i corridoi della scuola, a chiamar fuori dalle aule, durante le lezioni, gli alunni che volessero confessarsi e comunicarsi, in un'aula dismessa ed inutilizzata. Eravamo passati al polo opposto; la scuola non è un prolungamento e un'appendice della chiesa parrocchiale. 
Facciamo così: lasciamo che, nelle famiglie cristiane, ancora legate a certe belle tradizioni, si allestisca, coralmente, un bel presepe, piccino o vasto che sia, ed evitiamo di occupare tempo e spazio nelle aule e nei corridoi dei vari Istituti. Ben comune -invece che mal- mezzo gaudio, ma anche tutto intero.
Franco Bifani

1 commento:

  1. L'idiozia dilaga, si vede che questi mediocri insegnanti e direttori vari sono disposti a svendere le proprie radici e la propria religione. Per me sono delle nullità viventi.

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