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martedì 23 giugno 2009

Fidenza provvisoria: l'urbanistica.




La nuova Amministrazione Comunale uscita dalle elezioni del giugno 2009 nasce dalla spinta al rinnovamento, al cambiamento che molti ormai auspicavano come necessaria. Questi ultimi anni hanno visto in concretizzarsi di una "spinta del nuovo ad ogni costo è diventata insostenibile ed ha determinato situazioni critiche" sul tessuto urbano della città, sulle testimonianze storiche, sul verde pubblico e sulla viabilità. Gli episodi che più hanno fatto riflettere i fidentini, Villa panini, il degrado di Palazzo Arzaghi, l'insensato tunnel sotto il piazzale della stazione, la distruzione del verde urbano, non sono che la punta di un assalto al territorio che ha portato alla città la perdita di quell'armonia tra città e campagna che si era mantenuta per secoli. La creazione di interi quartieri residenziali periferici senza adeguati servizi e la destinazione di spazi a vocazione agricola per strutture commerciali sono ormai una realtà, meno note sono le iniziative poste in essere e da completare o comunque già decise. Iniziative decise, senza partecipazione, nelle chiuse stanze della politica sotto la regia della speculazione privata e della spinta imprenditoriale delle grosse organizzazioni cooperative. L'attivismo dell'UTC durante l'Amministrazione commissariale del Comune ha compromesso ulteriormente un quadro già ampiamente dissastrato, questo anche per responsabilità del commissario stesso che ha svolto con la cecità del burocrate il suo lavoro salvo ad intervenire poi politicamente a sostegno dell'UTC.
Gli appelli di Italia Nostra, spesso irrisi da chi riteneva di poter gestire nella continuità dell'indifferenza dei cittadini il potere, hanno contribuito alla presa di coscienza della necessità di cambiare. Significativo il fatto che il partito che ha gestito di fatto la politica fidentina è l'unico ha non aver accettato un confronto con Italia Nostra.


Riprendendo una espressione del comunicato di Italia Nostra del 7 marzo 2009 ritengo "che una corretta politica di tutela dell’ambiente, dei monumenti e della memoria storia rappresenti una delle priorità per rendere più vivibile la città" così come condivido quanto nello stesso documento si indica come emergenza: il recupero di Palazzo Arzaghi, la tutela del ville attorno al perimetro del parco delle Rimembranze, un progetto ragionevole per l'ex-oratorio Don Bosco e l'ex-ospedale, una nuova progettazione per piazza Grandi e la miglior tutela del Ponte Romano ed altri.



Pur stabilendo una scala di priorità ragionevole la nuova Amministrazione dovrà comunque:

  • -verificare che gli interventi già programmati ancora in corso o previsti siano compatibili con l'ordinato sviluppo della città utilizzando eventualmente tutti gli strumenti giuridici per limitarne l'impatto indesiderato, in particolare il Quartiere Europa deve essere rivisto nelle sue implicazioni ecologiche;
  • -pretendere dagli assegnatari di privilegi sul territorio la pronta esecuzione delle opere ad uso pubblico promesse (quartiere Gigliati, Città del freddo ed altre);
  • -avviare un'opera di censimento del patrimonio edilizio esistente da utilizzare come base per ogni tipo di pianificazione futura;
  • -avviare, per lo stesso motivo, un censimento a tappeto dei monumenti, dei luoghi e delle memorie storiche da porre sotto stretta tutela;
  • -avviare un progetto di tutela del patrimonio arboreo di Fidenza pesantemente compromesso in questi ultimi anni;
  • -rivedere la progettazione del tratto tra Cabriolo e la rotonda dell'ospedale di Vaio della circonvallazione Sud con particolare rifrimento alla collina di Cabriolo ed al tratto della strada attuale ai piedi delle colline;
  • -riprendere l'accordo con le Ferrovie per il sottopasso di via Mascagni in considerazione dell'impatto urbanistico che potrebbe avere, oltre che all'assetto del quartiere, per la zona limitrofa a piazza Grandi Piazza Duomo;
  • -elaborare un progetto complessivo da attuarsi eventualmente a stralci per l'ex-collegio dei Gesuiti e l'ex-Collegio delle Orsoline, rivedendo in tale occasione la prassi di ricavare dai palazzi storici spazi per appartamenti privati in regime protetto;
  • -nell'ambito del nuovo progetto di viabilità urbana prevedere la conversione della vecchia via Emilia da via di scorrimento in viali urbani;
  • -confermare l'adozione di un comportamento trasparente anche attraverso l’adozione di un “codice etico per l’urbanistica”.

venerdì 19 giugno 2009

I platani del DLF e la morale del candidato Sindaco


Il Male ed il Bene secondo Enrico Montanari

Siamo alle solite: la partecipazione dei cittadini alle decisioni (passata amministrazione) o la volontà di ascolto della gente (promessa elettorale) sembrano destinate ad essere sempre e solo promesse elettorali.
Emblematica la risposta del candidato sindaco Enrico Montanari alla domanda :
Quale è il suo giudizio in merito al taglio dei 2 platani secolari nell'area dell'ex Dopolavoro ferroviario?

Risponde:
“Tagliare un albero secolare è male, ma realizzare un'infrastruttura - in questo caso un sottopasso - utile a tutti è un bene. Bisogna chiedersi se è più consistente il male o il bene, rispetto a quella scelta. Per questo penso sia stato giusto tagliarli. Governare in modo responsabile è questo, il resto è demagogia. Ma, se posso, penso anche qualcosa della domanda: in questa campagna si è parlato troppo di buche, o di platani, e poco di persone, che invece dovrebbero essere la nostra preoccupazione principale. Dobbiamo riparare le buche, ma tenendo al centro le persone”

Pur dando atto al prof. Enrico Montanari che, fino ad ora, non era tenuto a conoscere personalmente la nostra città, ritengo che prima di rispondere avrebbe dovuto minimamente consultarsi con la cittadinanza e non semplicemente affidarsi alle informazioni fornite da chi ha deciso l'intervento. Avrebbe forse capito che il sottopasso non c'entra niente con i platani, anche Giuseppe Cerri lo sa, il sottopasso risulta già realizzato per quanto riguarda il “buco” e soprattutto le strutture laterali in cemento. Il sottopasso di fatto da un anno manca solo delle rifiniture, del sottofondo stradale e della pavimentazione, in parte poi il sottopasso è da tempo già agibile verso aree private. Una ricca documentazione fotografica può essere prodotta. Il problema che Montanari non sa o finge di non sapere (ma se così fosse siamo ancora alla vecchia politica) è che il famoso sottopasso è d'interesse principalmente privato, e che di fatto verrà ripristinata la precedente viabilità a servizio del piazzale della stazione e per lo scorrimento da Ovest as Est. La risposta di Enrico Montanari è pertanto supportata da dati non veri ed applica a questi considerazioni abbastanza banali di stampo moralistico confondendo il bene con l'utile.
No, non ci siamo, le piante, non solo queste piante, sono state sacrificate, presto altre piante seguiranno ed insieme a loro luoghi caratteristici della città, della gente che poi sono le persone con cui Montanari auspica di dialogare. Ebbene a due giorni dalla possibile elezione a Sindaco della città forse è il caso di non fidarsi di chi ha la responsabilità dei misfatti in materia urbanistica a Fidenza. Il suo compagno d'avventura Giuseppe Cerri ha dichiarato più volte di dissentire “personalmente” da queste scelte urbanistiche attribuendole ad una precedente Amministrazione e lasciando poi man libera all'Ufficio Tecnico Comunale per la difesa d'ufficio!
Affinché la proposta politica della Sinistra a Fidenza diventi o ridiventi credibile, ed io sono certamente interessato a che questo succeda come lei o più di lei, occorre veramente che lei si confronti con i cittadini, le persone, anche su questi temi di cui le piante sono solo un episodio e non il peggiore. Altrimenti la Sinistra a Fidenza resterà quella di sempre, due partiti, quello degli affari che decide con/ed attraverso le cooperative ed i privati. Gli Amministratori, nolenti o volenti si adeguano. L'altro partito resta quello della Tortafritta per quelli che, semplici cittadini, votano.

Ambrogio Ponzi
Il mio commento è stato postato sul bog Diario di Fidenza

lunedì 1 giugno 2009

Dopo il Polo del Freddo il Polo di Bastelli?




L'insediamento da un milione di metri quadrati a Bastelli destinato alla logistica è un progetto sostenuta dalla sinistra durante la passata amministrazione. Il megaprogetto a ovest dello Stirone avrebbe bilanciato geograficamente quello realizzato ad Est del torrente e chiamato Polo del freddo. Quest'ultimo investimento ha portato a Fidenza la cementificazione di un'importante area a vocazione agricola senza dare risultati significativi in termini di domanda di lavoro, cosa assolutamente prevedibile trattandosi di un insediamento finalizzato allo stoccaggio e distribuzione di prodotti.

La Gazzetta di Parma ha posto così il quesito ai candidati alla carica di Sindaco del comune di Fidenza: "L'ex vicesindaco Antonini, quando cercava di candidarsi, parlò di un nuovo insediamento daun milione di metri quadrati a Bastelli (in pratica una città fuori dalla porta) destinato alla logistica: vi sembra un'idea realizzabile oppure no?"

La risposta del candidato Mario Cantini è stata di assoluta contrarietà al progetto dichiarando inoltre di voler privilegiare insediamenti di qualità per i giovani diplomati e laureati. Stessa contrarietà è stata espressa dal candidato Sindaco Giuseppe Cerri che giustamente rileva che il progetto, oltre ad avere impatto negativo sul tessuto agricolo della zona, comporterebbe costi elevati per le infrastrutture. Di diverso tenore la risposta del candidato Sindaco Enrico Montanari che si rifugia su formulazioni generiche: "Sono contrario alla cementificazione del territorioma penso che Fidenza abbia bisogno di attrarre nuove imprese e di favorire la nascita di imprese innovative, in nuove aree ecologicamente attrezzate che individueremo e definiremo insieme".
Alcune forze della coalizione che sostiene Enrico Montanari hanno, in altri momenti, prima della candidatura di Enrico Montanari, dichiarato di essere contrari al progetto.
A pochi giorni dal voto non vorremmo più sentire dichiarazioni non chiare su un progetto di questa portata che, se realizzato, oltre a distruggere un territorio, comporta il rischio di richiamare speculazioni finanziarie di dubbia provenienza.