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domenica 31 ottobre 2010

Ti piace Fidenza?


Nata per avvicinare i fidentini di nascita o di elezione a “vedere” la propria città l'iniziativa di Italia Nostra di fotografare il bello ed il brutto della città ha suscitato interesse e curiosità. La locandina poneva una domando diretta: “Ti piace Fidenza?” , ma di era coscienti che la conclusione non sarebbe stato un giudizio, la propria città in genere piace comunque, forse non può piacere l'oggi di fronte al ieri, ma è questione di anagrafe. Piacciono i luoghi che nel tempo sono diventati familiari e che in qualche modo si sono legati ai nostri ricordi. Ed allora “piace” il Palazzo Littorio per chi non ha avuto modo di conoscere il palazzo che prima insisteva sulla stessa area, e così sarà per Palazzo Bellotti o per il distributore della Esso.
L'iniziativa, che si è conclusa sabato 30 ottobre presso la sala dell'ex-macello messa a disposizione  dall'amministrazione comunale,  nascondeva questo rischio di banalizzazione, lo si è corso per capire ed alcuni elementi interessanti non sono mancati. Le immagini hanno evidenziato il brutto dell'incuria che relega il bello, il bello dei luoghi che è scontato siano belli e così per il brutto dei luoghi che definiamo “ufficialmente” brutti.
Se prendiamo la foto “vincitrice” che si auto colloca nella sezione del “brutto”, alcuni, i più, vi hanno trovato l'indecenza dei Nuovi Terragli, ma la didascalia dell'autore potrebbe altrettanto riferirsi alla linea della palizzata in cemento vecchia di più di settanta anni e che persiste anche in altri luoghi fidentini. La definizione di bello o brutto è ambigua.
Meglio soffermarci su altri elementi comunque emersi. Un primo elemento interessante sono i luoghi e vediamo che larga parte delle foto costruiscono un percorso ben preciso tra la Porta di San Donnino e il municipio, passando attorno al duomo, in via Micheli (già Via Cavour) poi in Borgo Antini. Un percorso non consueto oggi nella vita di ogni giorno, ma alla fine è l'unico percorso rimasto, se si escludono certe parti dei vecchi Terragli ampiamente manipolati anche questi, in cui scoprire la medievalità della città al di la della pompa rifatta in ghisa e poi neutralizzata con saldature che tanto ha colpito alcuni fotografi. Se da anni spendiamo parole sulla cosiddetta “Via Francigena” non abbiamo speso una lira per migliorare questo percorso che, al contrario, abbiamo banalizzato con costruzioni ed arredi urbani improponibili. Quel che rimane di caratteristico in Borgo Antini non risulta nell'elenco dei beni sottoposti a vincolo di tutela.
Altro dato interessante sono i luoghi che non hanno richiamato attenzione: i palazzi storici e le chiese altrettanto storiche, le ville e palazzine inizio secolo scorso testimoni di una prima urbanizzazione oltre il centro storico, le architetture del periodo fascista e quelle migliori del dopoguerra, gli angoli interessanti dei terragli, quelli veri. Manca il cuore di Borgo che è poi la cripta del Duomo, ma gli interni non sono stati di fatto considerati.
Su questi aspetti sarà il caso di ritornarci con un approccio diverso riconoscendo all'iniziativa il merito di aver dato materiale utile e qualitativamente valido, anche per effetto del contributo fotografico del collegio giudicante composto da affermati professionisti.


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