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giovedì 30 dicembre 2010

Sistemazione idraulica dell'alveo Stirone in zona urbana


Alla fine non resterà che fango su cui l'acqua scivolerà rapida scavando sotto i ponti e minando gli argini a valle. Questa è l'amara constatazione alla vista degli effetti dell'operazione, peraltro necessaria, di sistemazione idraulica dell'alveo dello Stirone. Un anno fa si è operato dove non serviva cioè a valle dei ponti ferroviari fino a Soragna.  Questo dicembre si è posto mano al cosiddetto tratto urbano dell'alveo dello Stirone, tratto particolarmente problematico anche per effetto del restringimento progressivo del letto del torrente posto in atto dagli invadenti ed ingombranti vicini gestori attività economiche.
Su questo aspetto era stata richiesta una preventiva verifica confinaria, ma non è dato di sapere sia stata effettuata o meno. 

Resta il fatto che ormai il torrente e Fidenza sono due realtà non più simbiotiche come in passato anzi estranee ed ostili fra di loro. Il fiume è ormai solo una potenziale minaccia della città che peraltro lo ha spogliato della sua ghiaia così importante per la sua conservazione e ne ha invaso le sponde seppellendo orribili inquinanti rifiuti industriali. La nuova città d'altra parte nella sua espansione ha inoltre fagocitato terreni che potrebbero compromettere la situazione idraulica complessiva del territorio. Non è mistero l'importanza della zona pedecollinaree e di prima pianura nel regolare l'intero sistema delle acque del territorio. L'urbanizzazione, per ora parziale tra la Lodesana e Vaio, se estesa ai terreni  più a nord per arrivare ai quartieri di recente costruzione, oltre ad essere un delitto paesaggistico ed urbanistico,  porteranno l'unica via di smaltimento acque rimasta, il torrente  Stirone, ad un periodico collasso. Gli effetti probabili li abbiamo visti recentemente in Veneto, al cui modello di sviluppo urbano ed extraurbano ci stiamo rapidamente adeguando.
 La sponda dello Stirone lambisce il "campetto del duomo" dedicato a Maria Ausiliatrice.


Così si esprimeva la Provincia nel 2003:

"L’alveo dello Stirone è stato sottoposto negli ultimi quaranta anni ad un’intensa attività estrattiva che ne ha causato un marcato approfondimento. L’azione antropica di sfruttamento del materasso alluvionale dell’alveo ne ha prodotto un progressivo ed intenso depauperamento provocando pericolose evoluzioni morfologiche ed idrauliche. In diversi tratti a monte dell’abitato di Fidenza il potere eosivo è stato così marcato che dal 1950 ad oggi l’abbassamento dell’alveo di magra è stato di 6 – 10 metri."
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale - Approvato con Del. C.P. n° 71 del 25.7.2003

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