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domenica 24 aprile 2011

L'installazione urbana all'incrocio Via Gramizzi - Via Dante

Cosa costruire in questo ritaglio di area fabbricabile non è impresa facile per un architetto a meno che l'architetto non sappia coniugare insieme architettura e scultura, quest'ultima eventualmente pensata come "installazione". Questo  percorso: area-edificio-scultura-installazione-struttura, in questo caso commerciale, è forse quello seguito per progettare qualcosa in questa particolare area.
Ne è uscito "l'oggetto" renderizzato che vediamo nelle foto sotto.




Nel piatto universo di soluzioni che gli edifici urbani fidentini presentano questo edificio rappresenta quella soluzione di continuità che manca. Come ben sappiamo se giriamo per Fidenza non solo camminando ma anche guardando ci accorgiamo che le nostre architetture possono essere classificate in "stile anni '40-'50, stile anni '60, stile anni '70 e così via, sulla base più di dettagli che di innovazioni. Nelle nuove periferie forse oggi prevale lo "stile disney con verde semi-privato".
Tornando al nuovo edificio non ho idea di quello che sarà l'effetto finale della costruzione e come si presenterà tra dieci anni proprio, molto dipenderà dai materiali scelti e dagli accorgimenti adottati per facilitare manutenzione e pulitura. 
Una curiosità assoluta è quello che mi sollecita oggi questo edificio, tanto che sarei a richiedere all'architetto Boggio una sua idea per la sistemazione dell'area ex-forno comunale o meglio dell'ex-Sala Rossa. Questo per le qualità ed l'indubbio coraggio dell'architetto nel trovare soluzioni in casi impossibili.
Dimenticavo, questo edificio prospetta su Via Dante ed il rendering ci da un'idea dell'impatto con gli edifici di questa via, ma se andiamo a vedere il lato di Via Gramizzi ci possiamo onestamente chiedere: quale maggior danno estetico può dare, ammesso che lo dia, questo edificio all'esistente?

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