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lunedì 1 agosto 2011

Il depotenziamento dei monumenti fascisti


Il trampolino olimpico della piscina DUX di Fidenza,
Il trampolino in qualche modo è rimasto il resto del complesso è stato democraticamente manomesso.

A parte il fatto che la prassi degli storici contemporanei è, da alcuni decenni, quella di considerare "storici" tutti i manufatti che abbiano più di 50 anni, e quindi di PROTEGGERLI e PRESERVARLI, rammento e sottolineo che la damnatio memoriae è stata sempre dettata dall'odio -sentimento certamente non tra i migliori della nostra specie- e molto spesso il tempo e i posteri hanno sempre condannato i censori e rivalutato i censurati.
Una città deve potersi espandere, crescere, anche cambiare pelle, ma senza rinnegarsi, perchè rinnegarsi è sempre un'amputazione, una ferita, una perdita.
Ragionerei e ragiono così anche se dovessi difendere una casa del popolo o un monumento a Stalin, perchè è importante che i giovani e i giovanissimi sappiano anche che sono esistite le case del popolo e chi era Stalin, e con la stessa convinzione difendo la conservazione e, anzi, la valorizzazione dei monumenti fascisti ancora esistenti, come testimonianza importante di un'epoca storica e di una scuola artistica che credo abbia ancora tanto da insegnarci e farci riflettere e crescere.
La verità è che, secondo me, i monumenti di epoca fascista, così "moderni" ancora oggi e soprattutto così imponenti, maestosi, se volete anche orgogliosi e arroganti, rendono al confronto ancora più meschina la nostra epoca di monumenti e architetture pubbliche incompiute, inconcludenti, insapori, frutto, del resto, di una classe politica -destra, sinistra, centro ...- di incapaci, maneggioni, arruffoni e inconcludenti.
Ecco perchè li si vuole "depotenziare", nascondere, distruggere.
E' più facile infatti distruggere il meglio di altri che cambiare il peggio di noi stessi o, semplicemente, tacere e vergognarsi

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