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martedì 29 novembre 2011

Il futuro del patrimonio naturalistico della regione e del Parco dello Stirone


In Emilia Romagna abbiamo 17 parchi (2 nazionali, 14 regionali, uno interregionale), 16 riserve naturali, 3 paesaggi naturali e seminaturali protetti, 33 aree di riequilibrio ecologico, a cui si aggiungono i 153 siti della Rete Natura 2000 che coincidono per circa il 50% con i territori delle aree protette. Complessivamente parliamo di oltre 350.000 ettari, circa il 15% della superficie dell’intera regione. 


La riorganizzazione del sistema che la regione intende attuare prevede cinque macro-aree così individuate:
Emilia Occidentale”: superficie protetta 13,7%, che comprende: 5 parchi regionali, 4 riserve naturali, 37 siti di rete natura, 3 province (PC, PR, RE), 24 Comuni.
Emilia Centrale”: superficie protetta 10,7%, che comprende: 2 parchi regionali, 5 riserve naturali, 33 siti di rete natura, un paesaggio protetto, 3 Province (PR, RE, MO), 10 Comuni.
Emilia Orientale”: superficie protetta 11,1%, che comprende: una riserva naturale, 23 siti di rete natura, 2 Province (MO, BO), 12 Comuni.
Delta del Po”: superficie protetta 20,8%, che comprende: un parco regionale, 2 riserve naturali; 33 siti di rete natura; un paesaggio protetto, 3 Province (FE, RA, BO), 9 Comuni;
Romagna”: superficie protetta 7,2%, che comprende: un parco regionale,
3 riserve naturali; 25 siti di rete natura, un paesaggio protetto, 4 province (BO, FE, RA, RN), 6 Comuni.


Parco Regionale dello Stirone e del Piacenziano
L'attuale Parco dello Stirone è compreso nella prima macro-area con la denominazione Parco Regionale dello Stirone e del Piacenziano che comprende altre piccole aree protette in provincia di Piacenza. 
Un primo incontro di presentazione della riforma è avvenuto il 28 novembre ha visto la presenza di sindaci, assessori comunali e provinciali, rappresentanti di associazioni imprenditoriali, associazioni degli agricoltori, associazioni ambientaliste, sindacati, guardie ecologiche, speleologi, Enti di gestione dei Parchi. Un resoconto più completo dell'incontro è alla pagina: bolognanotizie/tutti-i-dubbi-sulla-riforma-della-rete-natura-2000



Notevoli timori vengono avanzati dalle associazioni ambientaliste in un documento congiunto che riportiamo da "bolgfidentino" 




QUESTO IL COMUNICATO WWF-LIPU-LEGAMBIENTE:




Il futuro dei Parchi in Emilia-Romagna è a rischio e la nuova legge che la Regione intende approvare non dà le garanzie necessarie alla tutela del grande patrimonio naturalistico oggi in gioco.

Questo in sintesi il senso delle osservazioni presentate dalle associazioni ambientaliste Legambiente, LIPU e WWF all'udienza conoscitiva svoltasi oggi presso la Regione.
Le aree protette dell'Emilia Romagna soffrono le pressioni di un territorio che negli ultimi trent'anni da un lato ha visto un progressivo abbandono di molte aree con relativa perdita di biodiversità, e dall'altro ha dovuto sostenere uno sviluppo economico sempre più forzato dalla competizione internazionale, senza tuttavia poter contare su un corrispondente incremento della percentuale di territorio protetto (un misero 8% a fronte dell'11 % nazionale e un obiettivo globale del 17%), o di personale dedicato e strutture adeguate per raggiungere gli obiettivi di frenare il consumo di suolo.
Oggi parchi e riserve in Emilia-Romagna costano circa 10 milioni di euro all'anno, suddivisi tra Regione, Province, Comunità Montane e Comuni. Con questi soldi vengono svolte moltissime attività: pianificazione, amministrazione, manutenzione, vigilanza, progettazione, gestione della fauna e tanto altro, su circa 153.000 ettari di territorio. Sul bilancio della Regione le aree protette hanno un peso pari allo 0,03%: pari a 2 euro e 25 centesimi all'anno per abitante. Lo stesso costo annuale di tutte le aree protette regionali equivale a 200 metri di una delle tante nuove autostrade che stiamo per finanziare sullo stesso territorio.
È sulla tutela della natura che potremo ottenere dei risparmi significativi, o piuttosto non rischiamo di perdere un patrimonio che vale, anche in termini economici, molto di più di quello che oggi spendiamo per proteggerlo?
Le associazioni avevano già chiesto di trovare nuove forme di finanziamento dei parchi, ma la nuova legge, presentata a ridosso della scadenza per la sua approvazione, senza consentire un reale confronto alle parti in causa, sembra al contrario preoccuparsi di bloccare qualsiasi adeguamento della dotazione di personale.
Così il nuovo sistema potrà contare su 78 addetti: un dipendente ogni 3.641 ettari di territorio protetto. Il personale addetto alla vigilanza sarà invece di un guardiaparco ogni 40.000 ettari, corrispondenti al triplo dell'intero comune di Bologna, ma distribuiti in. modo molto più sparso.
La Regione non ha ancora spiegato il motivo per cui ha scelto la strada complicata ed incerta di cinque nuove "macroaree", senza alcun legame reale con l'ambiente e il territorio, anziché affidarsi a criteri scientifici e più' adeguati ai fini della conservazione della natura. La cosiddetta "riorganizzazione" dei parchi assomiglia più ad una "disorganizzazione", soprattutto se saranno confermate la possibilità delle Province di non trasferire alle "macroaree" le proprie funzioni di gestione dei Siti Natura 2000, e l'esclusione dagli enti di gestione delle associazioni ambientaliste e di altre categorie.
Legambiente, LIPU e WWF, consegnando le proprie osservazioni alla Regione e accogliendo positivamente l'istituzione del Parco del Secchia, in attesa di capire nel concreto se la conservazione della natura troverà la giusta dimensione nelle "macroaree", auspica che almeno si ponga rimedio subito ai "macroerrori".
Bologna, 29.11.2011

WWF

LIPU
Legambiente


Questa e le altre immagini riguardano il
Parco dello Stirone in località San Nicomede
Vedi anche: http://fidenza./stirone.parco

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