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lunedì 30 luglio 2012

I merli del municipio di Borgo (Fidenza)


Nel 1847 la piazza e il palazzo comunale apparivano così. Il concittadino Girolamo Magnani, autore della tavola e scenografico insigne è l'autore del piacevole lavoro. Limitandoci al Palazzo Comunale scopriamo quanto esso è cambiato, fu lo stesso Magnani ad operare il cambiamento e a rendere la facciata così come oggi la vediamo: le finestre da trifore diventarono bifore e le immagini dipinte della facciata cancellate. Nella parte superiore fu costruito un paravento di merli con incastonato nella parte centrale l'orologio e lo stile da similgotico passava a composito o, meglio, a purpurì.
L'effetto scenografico era così completo e cent'anni dopo la "1ª Maschera di Fidenza, Cla Ragasa 'd Burägh, per fustigare i costumi della Città, cantava così: "Trenta mèruj♪ sura 'l Cmóóón♫ ... Guai a Diu s'nin dà zu vooon ♫ ♫ ♫!!" (Trenta merli sul Comune. Guai a Dio se ne cade uno). 
Il richiamo fustigatore a La Claretta è venuto spontaneo ripeterlo oggi in cui le vicende comunali si confondono con quelle personali e la parola merli assume il suo secondo, ma sempre genuino, significato. Ed allora a completamento della citazione possiamo dire "Mo par fèr pulisia, saréss ammèj tiräria via"

Ettore Ponzi  - Olio su tavola 1952 - Il mercato di Piazza Garibaldi

I merli posticci sono ghibellini, come lo sono quelli di tre lati del "Vultón del Dôm", sono invece guelfi quelli del Vultón del Dôm che guardano il Duomo, ed esistono ipotesi fantasiose su questa anomalia. 
La città nel Medioevo era tradizionalmente di tendenza ghibellina, ma ieri come oggi le fazioni all'interno degli schieramenti sono quelle che fanno il maggior danno.

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