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lunedì 27 maggio 2013

"Il messaggio di Don Enrico Tincati e l'esperienza di "Casa di Lodesana"

Questo articolo di Amedeo Tosi è qualcosa di più della cronaca dell'incontro di sabato 25 maggio tenutosi presso il Ridotto del Teatro Magnani per ricordare i 30 anni di Casa di Lodesana, incontro che ha visto la partecipazione di autorità religiose e civile. Associandomi all'amico Amedeo, che ha firmato l'articolo, ritengo che "quanto emerso sia bello e meritevole di essere ripreso e fatto conoscere il più possibile".
"Il Convegno ha avuto il merito di riportare al centro dell’attenzione della nostra città la straordinaria ed eccezionale figura profetica di don Enrico Tincati"
“Questa grande invenzione di Lodesana, questo miracolo, è stato il frutto di persone straordinarie, della loro grande fede, del loro carisma, di questo popolo e di questa terra. Adesso abbiamo bisogno che quello che è successo allora accada anche ora. Questo è il messaggio che nasce dalla giornata di oggi”.
Con queste parole il vescovo di Fidenza mons. Carlo Mazza ha concluso la straordinaria mattina che sotto il titolo “Il filo della storia 1983 – 2013”, ha raccontato la storia della casa di Lodesana e di un grande progetto che ha donato 30 anni di bene e di accoglienza a tantissime persone bisognose di essere curate, capite e valorizzate; in una parola: amate!
Per questo l’insegnamento forse più bello di don Enrico Tincati appare oggi non solo quanto mai vero, ma per i bisogni di oggi, come ha sottolineato il Vescovo profetico: “Se non credi ai miracoli non sei realista!”.

La mattinata che si è svolta presso il ridotto del Teatro Magnani di Fidenza, sabato 25 maggio, è iniziata con i ringraziamenti effettuati dal direttore della casa Marco Begarani a tutte le persone che in tanti anni con il loro lavoro e impegno hanno fatto nascere e crescere la Casa di Lodesana fino a farla diventare la splendida realtà di oggi. 
La presidente dell’Associazione Carla Borghetti, ha ringraziato i tantissimi presenti che testimoniano il forte legame con il territorio. “Abbiamo realizzato tutti insieme – ha continuata la prof.ssa Borghetti - un modo e un metodo per costruire la comunità, la “polis greca” nel senso più alto. Ricordare la propria storia è fondamentale. Con la giornata di oggi noi non vogliamo dimenticare quello che è avvenuto in questi 30 anni e le persone che hanno costruito questa bellissima realtà, perché solo dal passato troviamo le radici per costruire nostro futuro. Il nostro obiettivo era allora lo stesso di oggi: mettere al centro l’uomo. Oggi ripercorriamo questi anni di storia straordinaria anche se non siamo stati sempre in grado di aiutare tutti. Abbiamo vissuto anche delle sconfitte”.
Il Sindaco di Fidenza Mario Cantini ha usato parole di grande nostalgia per la figura del don Enrico: “ci manca un uomo come lui in un momento come quello attuale. Don Enrico ha costruito molto e questa giornata e la vostra presenza lo testimoniano. Stiamo attraversando un momento difficile ma l’insegnamento di maestri come don Enrico e il lavoro di tanti volontari come voi oggi ci fanno pensare con maggiore fiducia al futuro”. 
Il dott. Volta dell’Azienda USL di Parma ha ricostruito la collaborazione tra la Casa di Lodesana e il servizio sanitario pubblico fino a diventarne un esempio virtuoso a livello regionale e nazionale.
E’ stato quindi proiettato un bellissimo video sulla storia della casa di Lodesana e sulle motivazioni che hanno indotto don Enrico Tincati e la comunità di Santa Maria Annunziata ha intraprendere il percorso dell’associazione prima e della casa poi. Particolarmente commovente il ritratto di Cristina e Vincenzo la coppia di sposi che nel 1983 sotto la guida di don Enrico rende possibile l’idea di un primo luogo di accoglienza per tossicodipendenti. Vincenzo lascia il lavoro, Cristina interrompe gli studi per avviare la nuova esperienza della casa, spinti dal forte desiderio di mettere in pratica quei valori cristiani della carità e dell’ascolto in cui credono fortemente per servire gli altri. Da parte sua la Diocesi di Fidenza, nella persona del vescovo mons. Mario Zanchin, concede loro in comodato l’uso del podere su cui sorge ancora oggi la casa di Lodesana, sulla strada collinare che porta a Salsomaggiore Terme. Il 25 giugno del 1988 Cristina perde la vita in un tragico incidente stradale. Lo shock è terribile ma ancora una volta è don Enrico con il suo carisma inconfondibile a fondere fiducia, a ridare speranza, a ripartire dal fondamento. Dal 5 marzo 1990 la casa riprende ad accogliere gli ospiti e nel 1999 viene riconosciuta come comunità terapeutico riabilitativa e dal 2008 ente accreditato. Dopo una lunga ed estenuante malattia il 30 maggio 2003 muore don Enrico Tincati. Profetici appaiono i suoi scritti e le sue riflessioni, per la sua capacità di sapere guardare i bisogni dell’uomo sempre avanti nel tempo.
Al termine del filmato sono iniziate una serie di testimonianze sull’attività attuale, sulla missione futura della casa di Lodasena e sui bisogni emergenti che hanno visto il gli interventi dell’assessore provinciale ai servizi sociali Marcella Saccani, di quello comunale Marilena Pinazzini, del prof. Mario Dondi, dell’amministratrice della casa Antonella, di Cristiano Crovini e Gianandrea Borrelli del team terapeutico, di Stefano Gandolfi attuale presidente dell’associazione Insieme oltre che di don Umberto dell’associazione San Cristoforo di Parma che da anni collabora con casa di Lodesana.
Don Mario Fontanelli, fratello di Cristina, ha quindi parlato a cuore aperto della sua storia legata a doppio filo con quella della casa di Lodesana.
 “La mia esperienza a Lodesana – ha continuato don Mario – ha fatto nascere in me la vocazione di sacerdote. Don Enrico con la sua testimonianza ci ha insegnato a metterci in gioco come persone e come Chiesa. Nel 1970 non c’era niente per affrontare il dramma della droga, lui ha saputo leggere i bisogni del tempo per fornire una risposta concreta. Grazie a don Enrico che aveva una passione sconfinata verso l’uomo, noi oggi siamo qui e tutto questo cammino è stato svolto. Lodesana è stata una grande cosa non solo per i bisogni della nostra città ma per tutta la nostra Chiesa”.
Le conclusioni del convegno sono state tratte dal vescovo di Fidenza mons. Carlo Mazza.
“Io non ho vissuto direttamente questa storia – ha detto il Vescovo – tuttavia vorrei riflettere con voi partendo dal logo della giornata questa belle spirale che si può leggere in due modi: partire dal centro verso la periferia oppure viceversa dalla periferia al centro. Il nostro Papa Francesco ci invita a partire dalle periferie dell’uomo, come Lodesana ha fatto in questi anni. Il grande getto di energia che è stata questa esperienza, grazie a don Enrico, abbiamo bisogno che riaccada ancora. Oggi possiamo dire due cose: La prima una grande riconoscenza a don Enrico e al suo carisma e la seconda è quella legata alla necessità di fornire risposte ai bisogni che sono presenti nei nostri giorni soprattutto verso la solitudine dei giovani. Oggi ci serve che riaccada quello che è stato fatto allora: da una a cento lodesane, per ridare speranza al futuro dei nostri giovani”.
E’ seguito l’omaggio del quadro con il simbolo del convegno al Vescovo e la premiazione di tutti i volontari.
E’ stato anche distribuito il bel libro che ripercorre la storia di Casa di Lodesana fino ai giorni nostri oltre a riflessioni e pensieri di don Enrico, fra tutti la sua relazione del 1976 quando a Colfosco parlò di “evangelizzazione e promozione umana”, che pose le basi alla riflessione comunitaria da cui dopo pochi anni nascerà l’esperienza di casa di Lodesana.
Il Convegno ha, tra le altre cose, avuto il merito di riportare al centro dell’attenzione della nostra città la straordinaria ed eccezionale figura profetica di don Enrico Tincati, a cui giustamente l’amministrazione comunale, un anno dopo la sua morte, dedicò la via del nuovo Ospedale di Vaio. Scelta che appare oggi ancora più giusta e coerente con la sua missione di sacerdote e di uomo che ha saputo accogliere gli ultimi e i malati quando nessuno era pronto per farlo.

Amedeo Tosi

La "Casa di Lodesana"

L’Associazione nasce a Fidenza nel 1983. E’ iscritta all’Albo provinciale del Volontariato ai sensi della legge 266 del 1991 e della L.R. n.37 del 1996 dall’aprile 2001.
Ha per scopo quello di promuovere interventi nell’ambito del trattamento e della prevenzione delle dipendenze patologiche, dell’emarginazione e vulnerabilità sociale, della promozione del benessere in particolare giovanile e familiare, dell’intercultura, del lavoro di comunità finalizzato alla generazione e rigenerazione dei beni relazionali, del capitale sociale e della promozione di una comunità solidale.
I principi cardine della nostra associazione sono basati sulla centralità della persona, concepita come un valore e come una risorsa prima ancora che portatrice di una specifico problema, e sull’approccio relazionale.

Il nostro è un approccio integrato che guarda all’uomo come ad un essere/persona con possibilità di cambiamento e di apprendimento. Integra contributi e tecniche provenienti da varie scuole senza tralasciare quella conoscenza che l’uomo nei secoli ha maturato nella ricerca di sé.
In sintesi promuove azioni di coesione, inclusione sociale, cittadinanza attiva e per tale ragione utilizza prioritariamente un approccio di rete e “di comunità”.

I progetti di miglioramento strategici pensati e realizzati negli ultimi anni sono scaturiti da una impegnativa riflessione a partire dall’evoluzione della situazione socioeconomica degli ultimi anni e dalle rapide trasformazioni sociali in atto. Abbiamo cercato di confrontarci con il cambiamento e questo ha portato ad importanti innovazioni sia nella concezione dei percorsi terapeutici, nelle modalità e degli ambiti di intervento (approccio di rete e di comunità) e nella performance nel rapporto efficienza/efficacia.
L’associazione è composta da un gruppo di volontari e da un équipe di professionisti che con essa collaborano nella realizzazione dei numerosi progetti promossi dall’associazione.


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