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lunedì 17 giugno 2013

Ordinazione sacerdotale di don Francesco Villa

Da tempo non si vedeva in duomo così tanta gente commossa per l'ordinazione di don Francesco Villa. In passato la nostra Diocesi non era avara di ordinazioni sacerdotali, oggi un evento come questo è raro, se guardiamo al futuro ci vorranno almeno cinque anni che possa ripetersi un'ordinazione di un sacerdote nato e cresciuto nella nostra Diocesi. Ma l'evento di sabato scorso è pur sempre un segno di speranza. In questo articolo Amedeo Tosi ci anticipa parte del suo servizio che ha preparato per i caratteri de "il Risveglio".
La locandina che annuncia l'Ordinazione SacerdotaleSabato 15 giugno, in una Cattedrale gremita di fedeli, felice, raccolta e commossa, per l’imposizione delle mani e la recitazione della preghiera di ordinazione da parte di sua Ecc. Mons. Carlo Mazza, don Francesco Villa è stato ordinato presbitero.
Una giornata storica per la nostra Chiesa diocesana, vissuta con grande partecipazione (la Cattedrale era già occupata di fedeli mezz’ora prima dell’orario d’inizio della cerimonia), ma soprattutto era evidente non solo la gioia di tutti i presenti ma la loro felicità per il grande regalo che Dio ci ha dato con la chiamata di don Francesco: una vocazione attesa di un giovane che diventando sacerdote per donare la sua vita alla nostra Chiesa e al suo popolo.
Un segnale di svolta, una luce di gioia per tutti noi, che attesta, dopo il grande lavoro e le tante instancabili preghiere fatte in questi anni, un’inversione delle vocazioni che fanno guardare al domani della nostra Chiesa diocesana e delle nostre comunità con occhi pieni di speranza.
Mentre si apriva il grande portone centrale del Duomo ed iniziava l’ingresso del lungo corteo di diaconi, religiosi e presbiteri, la corale della diocesi intonava “Popoli Tutti” e all’entrata di don Francesco è scattato spontaneo un lungo applauso, che lo ha accompagnato per tutta la navata centrale della Cattedrale.
Al termine della cerimonia ne ho contati sei, ha dimostrazione della gioia e della partecipazione dei fedeli, provenienti da tutti i paese della diocesi, vicariato della bassa piacentina in testa, ed in particolare da Castelvetro Piacentino, Croce Santo Spirito e San Giuliano oltre che da Busseto e Salsomaggiore Terme dove don Francesco sta svolgendo la sua missione presso la parrocchia di San Vitale.
Erano inoltre presenti il Sindaco di Castelvetro Piacentino Luca Quintavalla e Francesco Marcotti in rappresentanza della Provincia di Piacenza, entrambi vestiti in forma ufficiale.
Il Rettore del seminario diocesano don Remo Toscani ha ringraziato don Francesco per aver accolto la chiamata del Signore ed ha poi espresso parole di grande gratitudine per i genitori Maurizio e Angelina che hanno accettato la sua chiamata e per il Rettore e gli insegnanti del seminario di Cremona (presenti alla cerimonia), nel quale don Francesco ha svolto gli studi.
“Ora preghiamo perché altri giovani – ha concluso don Remo – accolgano la chiamata al sacerdozio”.
Dopo la prima lettura “dal Libro dei Numeri” (Nm 11, 11-12.14 – 17.24-25) e la seconda “dalla Seconda Lettera di San Paolo apostolo ai Corinti (2 Cor 5, 14-20), il dicono Pierino Mighetti ha proclamato il Vangelo di Giovanni (Gv 10, 11-16).
Ha quindi avuto inizio l’ordinazione presbiterale con la presentazione dell’ordinando che ha preceduto l’omelia di Sua Ecc. mons. Carlo Mazza.
“La tua Chiesa è qui davanti a te o Signore – ha continuato mons. Mazza – che tu alimenti continuamente con la tua parola e la nutri con il tuo corpo e il tuo sangue, che gioisce per l’ordinazione del presbitero Francesco. Celebriamo un evento di grazia dove Dio si rende visibile attraverso la consacrazione di Francesco che è la mitezza fatta a persona. Nella prima lettura abbiamo sentito come Mosè, sentendosi stanco e inadeguato a portare il peso del popolo di Dio, invocava il suo aiuto. Dio prende l’iniziativa, capisce la sua condizione e si inventa un rimedio per proteggere il suo servo e salvaguardare il suo popolo: prende 70 persone e le trasforma con il suo spirito santo in seguaci di Mosè. Si attua così una continuità da spirito a spirito, donando a Mosè e al suo popolo nuove forze e guide. Questo è quello che succede anche succede oggi anche con te Francesco che in questo modo sei come un figlio della Nuova Alleanza.”
Bellissime le parole che il Vescovo Carlo esprime nei confronti della famiglia di don Francesco: “benedetto questo figlio e la sua famiglia. Quale scambio di doni tra Dio e la famiglia che gli ritorna il dono ricevuto. Questo amore di Gesù, comunicato a noi, ha cambiato la storia facendoci tutti persone nuove chiamate a seguirlo”.
“Francesco è l’essere di Cristo – ha continuato mons. Carlo Mazza – in lui si è creata una nuova trasformazione che lo associa a Gesù in un vertice di gloria e grazia, quale sublime grandezza del sacerdote, che seppur nella debolezza dell’uomo, esprime la potenza di Dio. Abbiamo bisogno del popolo per lodare il Signore e contemplare quanto Dio ci vuole bene, ed oggi in questa nostra Cattedrale sperimentiamo tutti quanto è bello essere Chiesa ed essere qui insieme. Come rimarca il Papa Francesco noi siamo pastori che devono vivere con il loro gregge, prendendone l’odore, per assaporarne la vita. Don Francesco è un prete di questo tempo, invitato a parlare alla società di oggi, che spesso rifiuta la Parola di Dio. In questo contesto il sacerdote è chiamato a donare se stesso senza riserve per il bene di tutto il suo popolo, pronto a portare la parola di Dio in qualsiasi momento, ed in ogni ora del giorno e della notte. Per questo siamo grandi nonostante le nostre piccolezze. Francesco, Dio ti ha scelto per amore e non devi temere nulla perché lui ti accompagnerà sempre, anche nei momenti di solitudine e la forza dello spirito che ricevi oggi ti trasmette il vigore per superare ogni cosa: chi vive di Cristo non deve temere nulla! E’ lui che ti ha scelto, amato ed oggi ti dona la sua forza. Qui sono presenti tante persone che ti vogliono bene e che ti amano e che tu non devi tradire”.
Il Vescovo legge poi un passaggio della lettera che don Francesco gli ha scritto una settimana prima: “sta nascendo in me la consapevolezza della mia povertà e del mio niente. Cristo mi ha conquistato e mi ha fatto sentire la potenza della sua misericordia. Non ho potuto resistere davanti ad un amore così grande. Lui mi ha toccato il cuore e non mi ha più abbandonato”. “Ecco questo è Francesco – ha concluso il Vescovo – e rendiamo tutti grazie a Dio per questo grande dono che abbiamo ricevuto!”
Terminata l’omelia l’eletto si è alzato in piedi e si è posto davanti al Vescovo che lo ha interrogato attraverso la formula di rito, le litanie dei santi e la suggestiva imposizione delle mani, che con la preghiera di ordinazione hanno completato la sua consacrazione, a cui è seguita la vestizione da parte del suo parroco don Mauro Manica. Un enorme e spontaneo applauso ha sottolineato il momento, tanto che don Francesco si è girato verso i fedeli, visibilmente commosso, come segno di ringraziamento. Molto toccante anche lo scambio della pace. Dopo la comunione la benedizione solenne da parte del Vescovo a cui sono seguite le parole di ringraziamento da parte di don Francesco Villa: “ringrazio il Signore perché è buono e grande e trasforma le nostre debolezze in forza. Gli chiedo di accompagnarmi e di accompagnarci sempre in ogni momento, sicuro che mi sarà e ci sarà sempre vicino perché questa è la testimonianza della sua presenza e del suo immenso amore”.
Si è nuovamente aperto il grande portone della millenaria Cattedrale di San Donnino, si è formato il corteo dei sacerdoti ed è iniziata la lunga processione di uscita, mentre l’ultima luce del pomeriggio illuminava dolcemente le navate della Chiesa, la Corale della Diocesi, che con grande bravura e capacità ha accompagnato con i canti tutta la cerimonia, intonava il “Magnificat”. Era chiaramente visibile sul volto e negli occhi del Vescovo la stessa gioia e serenità presenti in quelli di don Francesco, che prendeva poi sotto braccio, come il padre fa con il figlio, e assieme lentamente sono passati tra due ali di folla di fedeli che applaudivano e nel contempo si asciugavano gli occhi dalle tantissime lacrime di gioia che questo santo pomeriggio ha fatto scendere rigando i volti di giovani, famiglie e anziani, come da tempo non mi capitava di vedere.
Un abbraccio che è simbolicamente continuato anche nella piazza antistante la Cattedrale quasi a voler far continuare per sempre questa indimenticabile giornata.

Amedeo Tosi

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