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mercoledì 21 agosto 2013

"Te la do io la zebra" sermo vulgaris

Il prof. Franco Bifani propone questo sua "sermo nobilis" a commento ed elogio del film “Te la dò io la zebra” .  


Personalmente, credo che sia andato tutto per il meglio e debbo fare i miei più sinceri complimenti a tutti. Non mi sarei mai aspettato qualche cosa di simile, nemmeno lontanamente, alle commedie dialettali parmigiane o parmensi. 

Qui l’intento era un altro, quello di rendere onore e dare testimonianza della sopravvivenza, da tempo immemorabile e, spero, ancora per altrettanto, del vernacolo locale, in tutta la sua dignità, valenza e forza comunicativa e capacità di rendere, in un modo che non sempre riesce all’italiano, significati e segni, che hanno dietro di loro secoli e secoli di storia misteriosa. 
Segni, significati e parole intrisi di fatiche, di nobili professioni o di arti e mestieri umili, impastati di umori, odori, sforzi umani e disumani. Un sermo vulgaris parlato, insieme a quello nobilis, da milioni e milioni dei nostri antenati, qui a Borgo come in ogni più remota,ignota e nascosta contrada italica; da chi solo il vernacolo usava e comprendeva, ai bilingui, italofoni e dialettofoni. Poi, il fiume dalle acque limpide, sempre uguali e sempre diverse, arricchito da mille rivoli, da ogni ceto e censo provenienti, si è, da tempo ristretto, inaridito, scorre a fatica, tra mille inciampi; ma pur continua a scorrere, grazie a gente come coloro che hanno dato vita, sangue, ossa e corpo a questo film. 
La radio e la TV, soprattutto, con il loro pseudoimpasto di vocaboli infranciosati, anglofili, le miserie striminzite del cellular-idioma, i cinepanettoni in romanesco, napoletano, pugliese, danno picconate alla vecchia roccia granitica, ma durano fatica. Il vernacolo resiste -non prevalebunt, no pasaràn-, erede dei grandi dialetti in cui furono scritti, millenni e secoli orsono, i poemi omerici, la lirica provenzale, quella della Scuola siciliana,il Beowulf e i VANGELI, che registrano le parole di Chi parlava il dialetto aramaico, ai tempi. Forse il vescovo Mazza, restio a concedere ai dialetti valore pari a quello delle lingue, se lo era scordato, nel suo breve intervento. Aspetto che esca ancora qualche prodotto, dello stesso stampo, a completare degnamente “Te la dò io la zebra”.

Franco Bifani


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