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mercoledì 19 febbraio 2014

Iniziative antibaby-gang

"Non solo controlli ma educazione e dialogo per combattere il bullismo"


A proposito della riunione, oggi a Parma, in Prefettura, sul bullismo giovanile e sui metodi per contenerlo od eliminarlo, sono d'accordo sul fatto che esso sia anche un problema educativo e sociale, ma ora è, soprattutto, di ordine pubblico. Le istituzioni varie propongono una serie di iniziative per coinvolgere i genitori, educare i giovani ai valori positivi e anche ad un uso più responsabile di Internet. Ma a quali genitori sarebbero mai rivolte, quali valori positivi hanno mai offerto ai loro figli? Che c'entra, con certi comportamenti violenti, l'utilizzo corretto del web?

Il Provveditore dichiara che, per il contrasto al bullismo, bisogna lavorare nel lungo periodo; ma intanto, su quello breve, le baby-gangs continuano a perpetrare, imperterrite, le loro eroiche gesta. Il dialogo costruttivo e proficuo, di cui egli parla, può valere solo con adolescenti che conoscano, anche se in minima misura, certi valori. L'esempio positivo, termina dicendo il Provveditore, è contagioso; io credo solo per chi non sia stato vaccinato, alla nascita, in famiglia, dai contagi positivi.
Il Prefetto sottolinea che, sull'episodio di via Gramsci, l'attività investigativa è in corso e promette che, a breve, chi si è reso colpevole sarà punito, in modo doveroso ed esemplare. Come, con il ritorno in famiglie che li educano alla violenza, dopo una ramanzina e una tiratina d'orecchie? Ma se sono tutti minorenni! Nessuno oserà mai torcere loro un capello! Ed inoltre, a 15, 16, 17 anni, un individuo non capisce forse quanto sta compiendo sul prossimo, a base di botte da orbi? Come potrebbe la Diocesi intervenire su ragazzi che manco sanno com'è fatta una chiesa o appartengono ad altre fedi? Anche i controlli delle forze dell'ordine continueranno per qualche giorno, poi si ritornerà alla situazione maligna iniziale, anzi, peggio di prima. Il Prefetto auspica che si possa lavorare sul rapporto con i ragazzi, e che si debbano sensibilizzare le famiglie e coinvolgere associazioni e volontariato.  Mi sorgono dubbi serii e profondi, specie sull'eventuale intervento di poveri volontari, di fronte a certi individui. E per quanto riguarda l'educazione nelle scuole, se si fa eccetto per alcuno Istituti di prestigio, confessionali e non, nelle aule, mentre il Preside rimane barricato nel suo ufficio, impotente, gli insegnanti vengono minacciati, insultati, presi a sputi in faccia, e picchiati, da alunni e genitori dei medesimi. 
Ilsindaco di Parma, il vicesindaco e l'assessore alla Sicurezza propongono mappature(?) dei servizi esistenti, per incentivarli, ampliarli e fare sinergie – sostantivo politichese abusato!- per coprire lo spettro(?) dei possibili utenti. Loro credono molto al fatto di fare squadra, per poter raggiungere certi risultati. Ossia, in parole concrete, comprensibili anche al volgo plebeo, che nome non ha? 
Per il sindaco, i binari da seguire sono due: prevenire il bullismo, responsabilizzando i genitori; fare controlli dal punto di vista della sicurezza, ma anche sociale e sociologico(?).
Speriamo che i suoi trenini non deraglino, come accade spesso a quelli delle Ferrovie italiche. Ed ancora, ripete che bisogna puntare sulla prevenzione, nell'ambito scolastico. Parole, parole, parole, soltanto parole, parole per noi... Ai posteri non l'ardua sentenza, ma le delusioni e le disillusioni su tutto questo materiale, verbale e verboso; e speriamo che non si accompagnino anche ad altri pestaggi selvaggi, a base di calci, pugni e bastonate.

Franco Bifani 

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