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venerdì 28 marzo 2014

Vincenzo Campi (1536-1591) a Busseto


Tra le rare raffigurazioni dedicate al Risorto, esistenti in Diocesi, abbiamo scelto questo piccolo ma denso dipinto attribuito a Vincenzo Campi (1536-1591, facente parte della serie dei Misteri incastonati nell'ancona ottocentesca dell'altare della Madonna del Rosario, nell'omonima cappella, anticamente dedicata a sant'Omobono, che si apre sulla destra del presbiterio della quattrocentesca Chiesa Collegiata di San Bartolomeo a Busseto.


I quindici tondi erano assegnati fino a qualche anno fa al pontremolese, ma piacentino di adozione, Giovanbattista Natali (1698-1768): recenti ricerche hanno tuttavia rivoluzionato il dato tradizionale, anticipando di ben due secoli la loro datazione, fino a far emergere, attraverso i confronti stilistici con le sue opere maggiori, il nome prestigioso di Vincenzo Campi. Al grande pittore cremonese rimanda in particolare il primo della serie che richiama, come osserverà Giovanni Godi, la splendida Annunciazione, firmata e datata 1581, esposta sull'altare dell'omonima chiesetta bussetana.
L'evento della resurrezione è colto nel momento in cui Gesù si eleva dal sarcofago, come un'apparizione luminosa che rischiara le tenebre notturne, simbolo del peccato; con gesto vittorioso egli impugna nella mano destra il vessillo segnato dalla croce. Vero uomo e vero Dio, la sua figura vigorosa e scattante è in palese contrasto con gli occhi chiusi e i corpi afflosciati dei soldati, che hanno abbandonato le loro inutili armi davanti al sepolcro: "... Questa è la notte in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte, risorge vincitore dal sepolcro.. . Davvero era necessario il peccato di Adamo che è stato distrutto con la morte del Cristo. Felice colpa, che meritò di avere un così grande Redentore".

M.P.     (Dal settimanale diocesano  il Risveglio 2 aprile 2010)

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