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venerdì 25 aprile 2014

Geometria del Duomo di Fidenza di Guglielmo Ponzi e Amos Aimi

Premessa
Il titolo originale dello studio, pubblicato nel lontano 1973 sulla rivista "Proposta" della sezione fidentina di Italia Nostra, era "Simbologia e geometria del Duomo di Fidenza". Gli autori, Amos Aimi e Guglielmo Ponzi, sono due studiosi di Fidenza particolarmente attenti alla storia della città ed alle sue testimonianze artistiche. Quello che proponiamo è solo la parte dello studio stesso che introduce ad una lettura della cattedrale e della sua facciata secondo uno schema geometrico, lo stesso schema usato dai costruttori di questa ed altre cattedrali nel dodicesimo e tredicesimo secolo, l'era del Romanico.


Geometria del Duomo di Fidenza

Nel sec. XII era iniziato tutto un giovanile ed audace movimento intellettuale. “Il simbolo più luminoso è Chartres, la sua scuola cattedrale con i suoi grandi maestri. Quella scuola esercitò ben oltre il dodicesimo secolo una grande influenza spirituale ispiratrice, che già in questo periodo si irradia dall'Inghilterra fino alla Sicilia e forse anche nell'emisfero islamico.

Teodorico, uno dei tre grandi cancellieri della scuola di Chartres, ritorna a parlare dell'idea dell'Europa. Un'Europa aperta e nuova che vorrebbe appropriarsi spiritualmente ciò che in tutti i tempi e in tutto il mondo è stato pensato di Dio, della natura e dell'uomo. Teodorico spiega la Trinità per mezzo di simboli geometrici e rappresenta con un quadrato geometrico l'essenza del Figlio di Dio. Uno scolaro di Chartres, Nicola d'Amiens, afferma che la Teologia è la più alta arte matematica e trasferisce inoltre nella teologia lo schema della geometria euclidea. Il fine è una teologia vista come una struttura perspicua, razionale, limpida e chiara in cui il numero, la luce, la musica, l'architettura - tutte fondate su rapporti aritmetici - rivelano l'essenza stessa della divinità” (Heer F.: Il Medioevo 1100-1350, Il Saggiatore, 1971, pagg. 119-120). 

“Per i mediterranei come per i greci antichi l'uomo è una definizione attiva, è la misura dello spazio, mentre per l'artista romanico lo spazio è la misura dell'uomo. L'uomo vi è definito, circostritto, limitato, triangolato, disposto secondo un asse. La geometria che lo genera non è una successione di puri elementi statici, è dinamica e meccanica. E' essenziale considerare le linee, gli angoli e le figure perché senza di loro è impossibile conoscere la filosofia naturale; essi sono l'animo dell'universo” (Focillon H.: Scultura e pittura romanica in Francia, Einaudi, 1972 pagg. 132-133).

Gli studi sulla geometria medioevale applicata alla architettura delle cattedrali romaniche ci han fatto scoprire i rapporti che uniscono i vari elementi della facciata della Chiesa di S.Donnino. Tutte le parti architettoniche, le sculture ed i rilievi rientrano in un preciso schema a scacchiera, a quadri regolari.

Il lato di base (comprendente le torri), corrisponde alla misura esatta delle diagonali di un grande quadrato che iscrive tutta la facciata (escluse le torri) fino a raggiungere la sommità delle torri, al livello segnato dalle riprese dei mattoni, parte che doveva essere rivestita di pietra.

La larghezza complessiva della facciata corrispondente alla diagonale del grande quadrato, è di otto trabucchi, l'unità antica di misura locale (Il trabucco misura m. 3,271).

Il centro del quadrato coincide con la figura del Cristo glorioso attraverso cui si incontrano le diagonali intersecanti i capitelli dei due pilastri di facciata. Sulle pietre originali del Duomo di Fidenza abbiamo scoperto alcuni graffi raffiguranti il quadrato scomposto in quattro quadrati a loro volta suddivisi in altrettanti quadrati.

Suddividendo il grande quadrato della facciata secondo i suggerimenti dei graffiti si ottiene un grande quadrato mediano che comprende tutta la zona del portale centrale tra i due pilastri con altri quadrati piccoli, due per parte nei portali minori.

Tutta la parte completa della facciata riflette tale impianto geometrico. Per la parte superiore incompleta si può sola notare che sviluppandosi verticalmente i pilastri di facciata, si potrebbero ripetere i motivi geometrici della parte inferiore.

Entro la schema si inseriscono regolarmente due ordini di logge che si giustificano con la presenza nei fianchi delle torri di alcune porticine originali e sulla facciata di alcuni segni di ripresa per l'applicazione della pietra. Questo motivo dei loggiati non realizzato in facciata, trova corrispondenza con quelli del fianco sud e dell'abside. Il sistema “ad quadratum” trova la stessa applicazione nelle principali sculture, cioè nei profeti e nella Madonna.

E' sorprendente notare che la stessa norma geometrica si può applicare alle opere certe di Benedetto Antelami: Battistero e lastra della Deposizione. La pianta del Battistero è formata sul quadrato e sulle sue diagonali che danno origine all'ottagono, pur nella lieve intenzionale irregolarità comune a tutti i monumenti medioevali. Nel caso della Deposizione, l'altezza della Croce ci dà il lato del quadrato con il quale si può suddividere allo stesso modo della facciata del Duomo di Fidenza la lastra celeberrima con un quadrato centrale che racchiude Cristo deposto e con due quadrati minori per le zone laterali, con il rapporto di 1:2, contenenti le figure della Chiesa e della Sinagoga. La scena così rigida è mossa dalle braccia di Cristo la cui inclinazione è data dalla diagonale che congiunge due estremi della scacchiera; la stessa cosa avviene per la scala con la figura di Nicodemo.

Sulla base di questi elementi, intrinseci alle opere, che si aggiungono ai già rilevati motivi formali, è ulteriormente confermata la presenza geniale di Benedetto Antelami nel disegno della facciata del Duomo di Fidenza. Proprio a Fidenza si rivela un artista complesso che riassume la sua attività straordinaria e lo spirito del suo tempo.

Bisogna evitare una lettura superficiale dei temi iconografici della facciata; infatti già nel secolo dodicesimo i grandi maestri di Chartres erano abili nel travestire con figure simboliche idee pericolose o allusioni a fatti ecclesiastici o politici contemporanei: è l'arte del “nicodemismo”
Amos Aimi - Guglielmo Ponzi
Deposizione di Benedetto Antelami (duomo di Parma) con sovrapposizione dello schema geometrico secondo le regole già identificate per la facciata del Duomo di Fidenza.

1 commento:

  1. Grazie, Ambrogio, per aver riproposto questo interessante studio sulla straordinaria Cattedrale di San Donnino fatto in tempi andati dal compianto Don Amos Aimi e da Mino Ponzi. Spero tanto venga letto anche da tutti quelli che si stanno proponendo (e che comunque ringrazio per la disponibilità, che non è poco) per essere eletti a governare Fidenza. La città, che ha una grande storia, conserva ancora monumenti importanti ed ha avuto nel tempo uomini illustri, deve essere conosciuta, amata e valorizzata da chi la abita, ma per questo ci vuole prima di tutto l'impegno, la convinzione e l'orgoglio delle guide al potere. Cordiali saluti Mirella Capretti

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