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sabato 19 aprile 2014

L'augurio di Buona Pasqua di Mons. Vescovo


L'augurio di Buona Pasqua di Mons. Vescovo 

 Pasqua è il canto della libertà

    Pasqua è il desiderio dello spirito, come un’autenticità di esaudimento della tensione verso l’infinito, da invocare, da sentire, da sperimentare. In realtà Pasqua è la vera speranza in questo fradicio mondo. Se non si alzano gli occhi del cuore verso la direzione giusta, nel punto focale dell’esistenza umana che si attua pienamente nella Resurrezione di Cristo “profeta potente in parole e in opere” (Lc 13, 19), come si potrà vivere degnamente il presente?

     E’ lui, il Risorto, che adempie la missione del Padre per essere il redentore del mondo; lui è colui che soddisfa il più misterioso desiderio di vita infinita, oltre la siepe precaria e caduca del mondo.

     Pasqua dunque rappresenta il compimento, prima dell’umano e poi del divino, che scopro in me. In questa prospettiva la Pasqua prende consistenza nell’esperienza vitale e saporosa, assetata di luce e di speranza, che si misura come folgorazione assoluta nel povero divenire della vicenda umana.
     Alzare lo sguardo alla vertigine della luce pasquale, significa spalancare l’intelligenza dell’uomo su nuovi orizzonti di vita, fin dove l’incomprensibile del mistero umano si fa umilmente comprensibile nella debolezza dell’immaginazione cristiana.
     Cristo è davvero vivo! E non è un fantasma inventato da una mente fervida o malata. E’ vivo perché avverti di essere colmato dalla sua presenza, non trascrivibile sulle tabelle della scienza, nel mentre cerchi affannosamente di ritrovare quella pace interiore che nessuno ti potrebbe donare.

     Cristo è vivo nel malato che spera; è vivo nel cuore trafitto dalla sventura della morte; è vivo nella prospettiva incerta del futuro; è vivo se ami davvero la tua vita e la vita dl tuo prossimo; è vivo se apprezzi la bellezza della gente della tua città e del tuo paese.

     Cristo è vivo se trascorri la vita non chiuso in te stesso, rannicchiato in un gomitolo di lana vecchia e impolverata, ma se i tuoi occhi guardano l’infinito, e il tuo orizzonte è là dove la terra lambisce il cielo. Perché Cristo risorge per qualcosa di grande, che ti apra gli spazi della libertà, della creatività e dell’amore. Allora mi sento vivo, “e tutto mi sa di miracolo” (S. Quasimodo).

     Pasqua è la sorpresa. I bambini cercano nell’uovo pasquale non il cioccolato ma la sorpresa. Qui la sorpresa è scoprire che la Pasqua ci fa vivere molto meglio, superando le anguste barriere dei consueti e logori stili di vita.

     In realtà Cristo balza su dal sepolcro, con un salto di energia che libera i vincoli di un luogo oscuro e mortale per essere l’uomo nuovo, il nuovo Adamo, che performa ogni uomo verso una vita più elevata, più bella, più consolata rispetto ai drammi dell’esistenza.

     Così la Pasqua stupisce perché spazza via la pesantezza dei giorni, perché purifica dal peccato, perché offre uno slancio imprevedibile per affrontare le difficoltà e vincere le tentazioni del ritorno indietro. Che offesa alla Pasqua sarebbe crogiolarsi in un passato sporco! La Pasqua urge per guardare avanti con fiducia nella prospettiva di rinnovamento che volge al bene, alla riconciliazione, al perdono, alla pace.

     Questo è l’“Augurio” più fruttificante per non perdere la speranza, anzi per osare davvero la più audace speranza che rinnova la faccia della terra, il cuore dell’uomo, la bellezza dell’anima.




2 commenti:

  1. Santa Pasqua Ambrogio!
    E a tutti i conoscenti e amici che nella Terra di Borgo ho!
    Vent'anni di San Donnino m'han dato ottime e tante amicizie!
    Auguri davvero.
    Umberto ex sacrista

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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