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giovedì 10 aprile 2014

Luca Barilla: nel nome del padre (Pietro)

Luca Barilla, vicepresidente dell’omonima azienda, è stato tra i protagonisti dell’incontro promosso dall’UCID sul tema: “Etica, impresa e famiglia per una nuova società” che ha visto la partecipazione dell'economista Manlio D’Agostino: “Vogliamo costruire il futuro per un profitto che reinvesta in ricerca e innovazione”

L'articolo, di Amedeo Tosi, è pubblicato dal settimanale diocesano "il Risveglio" del 11 aprile 2014
  
“Mio padre mi diceva sempre: Luca, tu sei la persona più ricca del mondo perché hai di fronte il futuro, hai davanti una vita. Non dormire: muoviti, fai esperienze e arricchisciti culturalmente. Poi riversa le tue conoscenze e quello che hai imparato nei confronti delle persone che ti stanno vicino e lavorano con te”. Con queste parole di grande speranza rivolte ai giovani delle classi quinte degli istituti superiori di Fidenza, Luca Barilla ha concluso la sua applauditissima e a tratti commovente testimonianza nell’incontro promosso dalla sezione diocesana dell’UCID di Fidenza dal titolo “Etica, impresa, famiglia per la costruzione di una nuova società che dia speranza ai giovani”, che si è svolto sabato 5 aprile al Teatro Magnani di Fidenza. 
Oltre al vicepresidente della Barilla S.p.A. erano presenti il Vescovo di Fidenza, mons. Carlo Mazza, il sindaco Mario Cantini, il presidente nazionale dei giovani UCID Manlio D’Agostino, il presidente della sezione fidentina Enrico Montanari, l’assistente spirituale don Luigi Gugliemoni i dirigenti scolastici degli istituti superiori: Paciolo D’Annnunzio, Itis - LSA Berenini, Canossa e Solari. Ha fatto gli onori di casa il presidente Enrico Montanari che ha ringraziato gli intervenuti e i relatori.
Ha quindi presentato l’iniziativa con queste parole: “Desidero ancora una volta ringraziare Luca Barilla e Manlio D’Agostino per avere accettato il nostro invito e rivolgere un augurio ed un incitamento ai giovani studenti che sono qui riuniti. Essi rappresentano il futuro ma stanno vivendo anche il presente: e la vita è spesso fatica e sacrificio. Impegnatevi nello studio, credete in quello che fate, abbiate fiducia e speranza e non arrendetevi alle prime difficoltà che la vita potrà riservarvi, abbiate forti dentro di voi i valori dell’onestà, dell’integrità e dell’etica, seguite i buoni esempi e rifuggite dalle facili occasioni che potrebbero indurvi a scelte sbagliate. Così sarete pronti, un domani, ad avere un ruolo da protagonisti nel nostro Paese. E quando penserete di non farcela, abbiate fede in voi stessi, nelle vostre capacità ed anche nella Provvidenza. Andate sempre avanti con coraggio”. 
Il sindaco Mario Cantini ha ringraziato l’UCID per aver organizzato l’incontro ed ha quindi sottolineato come oggi una qualsiasi organizzazione sia pubblica che privata è forte se crede nelle persone. Sono loro la vera ricchezza di ogni realtà: per questo è fondamentale la capacità di gestire le risorse umane. 
Forte e illuminante l’intervento del Vescovo mons. Carlo Mazza: “Dobbiamo chiederci tutti con serietà – ha esordito il presule – quale società lasciamo ai giovani? Quale democrazia, quale lavoro, quale famiglia? Come Chiesa ci interroghiamo su questi problemi: cerchiamo di dare risposte per il bene dei giovani senza illuderli. Abbiamo tutti il dovere di guardare con realismo il presente, di infondere fiducia e di investire energie e risorse coniugando innovazione e sviluppo, etica ed economia”. 
Rivolgendosi poi agli imprenditori presenti ha detto: “Non abbiate il timore di coinvolgere e di responsabilizzare i giovani nelle vostre realtà produttive. Farlo è un dovere, non un’elemosina. Scrive la storia chi è coraggioso e chi semina per raccogliere poi i frutti del suo lavoro. Se teniamo le ricchezze nel cassetto, creiamo il deserto”. 
L’economista Manlio D’Agostino ha iniziato il suo intervento spiegando le finalità perseguite dall’UCID. “Noi imprenditori, dirigenti, quadri e professionisti che facciamo parte dell’UCID – ha sottolineato D’Agostino – siamo dei cristiani che hanno una responsabilità verso gli altri. Coscienti di costruire un futuro assieme alle persone che vivono e lavorano con noi. Questo vuol dire perseguire il bene comune, senza demonizzare il profitto che è necessario in quanto dà solidità all’azienda e certezze alle persone che in essa lavorano”. 
Con i presenti in piedi è stata poi letta la preghiera dell’UCID. “Pensare e dare una speranza ai giovani – ha concluso D’Agostino – nella vita di ogni giorno passa attraverso la necessità di affrontare la realtà senza paura, ostacolo dopo ostacolo, ispirandosi sempre ai valori in cui ci riconosciamo. Mai fermarsi! E’ in mezzo alle difficoltà che nascono le più belle occasioni.
Voglio lasciare a voi giovani due messaggi finali: pensate in modo “2.0”, vale a dire: utilizzate la tecnologia che oggi è abbondantemente presente e abbiate passione per quello che fate”. 
E’ stata poi la volta di Luca Barilla che ha parlato per oltre un’ora raccontando la sua vita e l’importanza degli insegnamenti del padre Pietro. È riuscito a calamitare l’attenzione di tutti, ed in particolare dei giovani, con parole e riflessioni che partendo dal profondo del suo cuore hanno saputo entrare in quello di tutti i presenti con non pochi momenti di autentica e sincera commozione.
“L’argomento e le parole di questo incontro sono bellissime – ha iniziato Luca Barilla – in quanto “etica”, “famiglia” e “lavoro” sono principi che ho sempre sentito vivi nella mia famiglia. Vorrei raccontarvi qualcosa di me e della mia esperienza di vita che spero possa esservi utile. Ho 53 anni, sono sposato con 2 figli ed ho sempre vissuto a Parma salvo due brevi esperienze all’estero. 
A 16 anni, nel 1976, ho passato un anno in Texas negli Stati Uniti d’America. E’ stata un’esperienza straordinaria che mi ha fatto crescere facendomi vivere l’esperienza del distacco, oltre a farmi aprire gli occhi sul mondo. 
Nel 1979 avvenne nella nostra famiglia un fatto molto importante. Malgrado il parere contrario di tutto e di tutti, mio padre riacquistò l’azienda che aveva venduto alcuni anni prima nel 1971. Ha avuto il coraggio di fare questo passo e siamo così ritornati nell’impresa che tanto ci aveva dato. 
Nel 1980 abbandonai l’Università e chiesi a mio padre se potevo cominciare a frequentare l’azienda. Lui mi ascoltò con attenzione e mi disse che se decidevo di abbandonare gli studi dovevo farlo in modo serio e definitivo. Feci questa scelta e per circa un anno e mezzo mi affiancai agli operai delle linee produttive. Ho così imparato a conoscere non solo il lavoro ma anche le persone che tanto si davano da fare per il successo della nostra azienda. Ho capito anche le loro difficoltà, i loro problemi, le loro storie. Quest’esperienza mi ha profondamente toccato.
Nel 1981 venni invece affiancato ai venditori della Barilla. Allora servivamo in Italia oltre centomila esercizi commerciali. Per oltre un anno e mezzo ho visitato tutta l’Italia, ho calpestato i suoi marciapiedi e ho percorso le sue strada con una Fiat 127 che avevamo in dotazione. Dovevamo visitare 16/17 negozi al giorno e tutte le volte ascoltare pazientemente i commercianti e ripetere con tutti le stese cose. Quei mesi mi fecero capire quanto era duro il lavoro del venditore. Queste due esperienze mi hanno fortemente plasmato e fatto capire che non potevo più lamentarmi.
Nel 1982 sono partito per il militare che ho effettuato nell’Arma dei Carabinieri. E’ stato un anno molto formativo che mi ha insegnato le regole del rispetto e dell’ordine. Ho conosciuto persone straordinarie e il giorno del mio congedo piangevo perché sentivo  di lasciare persone che erano state per un anno come una famiglia. Nel 1984 venni quindi assunto ed entrai all’interno della struttura del marketing della Barilla occupandomi della linea dei tortellini. Ho lavorato con persone fantastiche che mi hanno punto per punto spiegato cose straordinarie e soprattutto mi hanno trasmesso l’attaccamento che avevano verso l’azienda. Ci impegnammo molto portando a casa un buon risultato. Nel 1985 sono stato inviato nei nostri uffici di Parigi e poi negli Stati Uniti.
Da questi anni passati all’estero ho imparato che il mondo è infinitamente più grande e complesso sia di Parma che dell’Italia Mi sono accorto di quanto siamo piccoli e di come fuori dall’Italia non contiamo nulla. Al termine di questo periodo, al mio ritorno in Italia io avevo 28 anni e mio padre 75. Lui era un uomo molto concreto e guardava sempre al futuro. Nel 1988 chiamò me e mio fratello Guido e ci comunicò che saremmo diventati vice presidenti dell’azienda: così cominciammo a preparaci alla successione.
Questo passo mi fece paura, in quanto io non ero nessuno in confronto ai dirigenti della nostra azienda. Ho affrontato la mia paura giorno dopo giorno, crescendo esperienza dopo esperienza.
Nel 1993 mio padre morì improvvisamente. Quello è stato uno dei momenti più difficili della mia vita. Ho capito che da qual momento io ed i miei fratelli saremmo stati soli ad affrontare le scelte. Dal 1993 ad oggi sono passati 20 anni. Tutti i giorni sono una battaglia, in un tempo molto difficile, anche se abbiamo la consapevolezza di avere un’azienda meravigliosa.
I riferimenti più importanti per noi, grazie all’insegnamento di nostro padre, sono rimasti sempre quelli: la famiglia ed il lavoro. La tolleranza, la sincerità e la lealtà sono i segreti per superare le difficoltà. Oggi abbiamo anche la responsabilità di tutelare la nostra azienda e siamo ormai consapevoli che essa appartiene non solo a noi, ma a tutte quelle persone che in 140 anni hanno lavorato con noi e che oggi ci fanno guardare al futuro con serenità malgrado le grandi difficoltà presenti. Ho imparato e capito che di noi resteranno le cose buone che abbiamo fatto e solo così saremo eterni”. 
Luca Barilla ha concluso il suo intervento, interrotto più volte degli applausi, con una riflessione di grande portata sul senso del denaro e sui valori che sono alla base della sua visione d’impresa. “Abbiamo imparato, grazie all’esempio di nostro padre Pietro – ha continuato Luca Barilla – che il denaro non deve essere accumulato. Lui era un distributore di benessere tra i suoi collaboratori e la comunità.
Non bisogna depositare denaro in banca, senza saper creare ricchezza anche per gli altri, perché se tutti accumulano senza distribuire l’economia si ferma e con essa il mondo. I valori della Barilla sono cinque e appartengono a tutti. Il primo è l’”integrità” ovvero la necessità di essere sinceri, di non trovare giustificazioni, di non arrampicarsi sugli specchi.
Il secondo è la “curiosità”, che nasce dall’umiltà. Non dobbiamo mai stancarci di essere curiosi in quanto la curiosità rappresenta un motore di conoscenza che ci mantiene giovani e attivi. Il terzo è la “passione” che va sempre alimentata e cercata. 
Il quarto valore è rappresentato dalla “fiducia” sia nelle persone che nel futuro. Il quinto è il “coraggio”, elemento fondamentale della vita e il più difficile da ottenere: ma è quello che fa la differenza. 
Il coraggio nasce dalla paura ed una persona che non ne ha è un incosciente. Misurate sempre la paura e affrontatela con coraggio. Vorrei poi lasciare un messaggio ai giovani sul tempo. Mio padre mi diceva sempre: Luca, tu sei la persona più ricca del mondo perché hai difronte il futuro, hai davanti una vita. Non dormire: muoviti, fai esperienze e arricchisciti culturalmente.
Poi riversa le tue conoscenze e quello che hai imparato nei confronti delle persone che ti stanno vicino e lavorano con te. Spero di avere dato a voi giovani il mio piccolo contributo nonché impariate a costruire il vostro futuro”. Tutti i presenti si sono alzati in piedi e hanno applaudito a lungo Luca Barilla. Quindi spazio agli interventi dei giovani che hanno subito approfittato per chiedere che prospettive ci sono per il loro futuro occupazionale.  
“Questo è un momento difficile – ha detto Luca Barilla – abbiamo deciso di non assumere per due anni in quanto era necessario rafforzare l’azienda. A partire dal 2015 torneremo ad assumere dei giovani che sono importantissimi per trasmettere entusiasmo, creatività e voglia di fare a tutta l’organizzazione, in quanto abbiamo bisogno di nuovi stimoli”.
Don Luigi Guglielmoni ha tratto le conclusioni della mattinata ricordando agli studenti come le testimonianze ascoltate siano una bellissima occasione per crescere attraverso l’esperienza e il consiglio di persone che rappresentano esempi concreti da seguire. Ha quindi auspicato che tutti si concentrino sullo studio non dimenticando di dedicare tempo anche agli altri, nelle forme che ognuno preferisce (volontariato, politica, parrocchia, ecc.), perché solo così la tua vita cambia e si prepara ad un domani diverso. Al termine è stata consegnata ad ogni scuola una copia del libo dedicato alla vita di Pietro Barilla.
Amedeo Tosi


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