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lunedì 21 aprile 2014

Ridare vita alla chiesa parrocchiale di Chiusa Ferranda


“Salviamo cinque secoli della nostra storia!”: è la frase scelta partendo da un’idea del rev.do don Amos Aimi, amministratore parrocchiale di Chiusa Ferranda recentemente scomparso, per la valorizzazione dell’antico complesso parrocchiale dedicato a San Giovanni Apostolo ed Evangelista, che oggi è affidato alle cure di don Gianemilio Pedroni e della comunità parrocchiale. 

La chiesa di San Giovanni Ap. ed Ev. risalente agli inizi del XVII sec. si trova sulla strada provinciale 12 che da Fidenza conduce a Soragna nelle immediate vicinanze del torrente Stirone. 
La chiesa, ricostruita nell’anno 1617, si presenta ad unica navata con cappelle laterali; essa presenta un rapporto ortogonale alla strada, dove la facciata è un autonomo organismo plastico in rapporto diretto con il corso, secondo una concezione barocca dell’edificio inteso come componente della scena urbana. 
Il rapporto prospettico tra la chiesa e la strada non è oggi percepibile in quanto la facciata risulta celata da un impianto vegetativo non coerente, che ne determina l’astrazione dal contesto.
L’edificio sacro è parte di un complesso composto dalla casa canonica, da un corpo di forma rettangolare allungata, risultato del collegamento della casa con un caratteristico edificio a torre (in origine isolato) e dall’area circostante che ospita il campo sportivo parrocchiale: una zona a verde in parte adibita a giardino.
Della prima chiesa originaria non si hanno notizie precise ed è in corso uno studio storico; in un documento redatto nell’anno 1354 durante l’episcopato parmense del Vescovo Ugolino Rossi è citata la chiesa detta S. Iohannis della Clusa e dipendente dalla prepositura di Borgo San Donnino (Fidenza) cui fu costantemente sottoposta.
Nell’anno 1617 la chiesa venne ricostruita, presumibilmente sullo stesso sedime di quella attuale. La parrocchia, dapprima rettorato poi priorato dal 1678, divenne prepositura nel 1729 per disposizione del Vescovo diocesano Gherardo Zandemaria.
Nel 1731 fu costruita la casa canonica. Il caratteristico toponimo si presume derivi dalla rete dei canali artificiali e dalle “chiuse” del torrente Stirone a testimoniare come le particolari condizioni morfologiche del territorio determinassero non solo la formazione dei nuclei abitati, ma anche la loro denominazione.
Negli ultimi anni però questo antico luogo ha perso la sua identità originaria e pertanto, oggi, il progetto di restauro dei fabbricati rappresenta anche il necessario recupero del centro della frazione geografica storicamente identificato negli spazi della chiesa e della casa canonica con le aree parrocchiali circostanti.
Il progetto prevede un intervento urgente di restauro della copertura della casa canonica, la risoluzione del problema dell’umidità di risalita nelle murature della chiesa, l’intervento di recupero delle facciate, la realizzazione del sagrato (per consentirne le celebrazioni liturgiche all’aperto), la riqualificazione dell’area sportiva della parrocchia con il campo da gioco e gli spogliatoi oltre la soluzione per l’accessibilità all’intero complesso posto su una strada a forte traffico veicolare. Si potranno così restituire alla comunità ed al territorio locale le sale parrocchiali, gli spazi per lo sport e le aree verdi che sono sempre stati luogo di ritrovo e di ricreazione.
Il compianto rev.do don Amos Aimi propose la data del 2017 affinché potessero essere realizzate tutte le opere urgenti e quelle di valorizzazione del complesso, nell’occasione dei 400 anni di ricostruzione della chiesa. Il progetto, in parte, potrà essere sostenuto grazie ai finanziamenti della parrocchia e della Diocesi di Fidenza coi contributi derivanti dai fondi 8x1000 della Chiesa Cattolica Italiana (C.E.I.) e del Comune di Fidenza che ha previsto un finanziamento inserito nel “Programma triennale delle opere pubbliche 2014-2016” per la riqualificazione del centro frazionale.
Ma per il completamento di tutti i lavori sarà necessario reperire altre forme di contributo economico. E’ per questo motivo che la parrocchia invita tutta la comunità locale ad interessarsi al progetto e spera che generosi benefattori accolgano la richiesta d’aiuto.
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Articolo pubblicato su settimanale diocesano "il Risveglio"
Aprile 2014


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