mercoledì 4 giugno 2014

I bassorilievi del catino absidale e l’affresco del “Giudizio finale” della Cattedrale di Fidenza

Il catino absidale del duomo di Fidenza 


I bassorilievi del catino absidale e l’affresco
del “Giudizio finale”della Cattedrale di Fidenza

Nell'ambito della valorizzazione e della ricerca storica sul più importante monumento cittadino, come auspicato da S.E. il Vescovo, Carlo Mazza, portato avanti dal Consiglio di Amministrazione della Chiesa Cattedrale di Fidenza, in questi giorni sono iniziati degli studi sui bassorilievi posti sul cornicione del catino absidale.
Le indagini sono condotte dai restauratori di Opus Restauri S.n.c di Parma (Giorgio Arcari e Anna Ghillani) sotto la supervisione della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici e Soprintendenza per i Beni Artistici, Storici ed Etno-antropologici per le province di Parma e Piacenza. 
Allo studio partecipa l'architetto Paolo Zermani di Parma. 
Grazie al particolare sistema di ponteggio installato da Archè Restauri S.n.c. di Parma si è potuto salire fino all'altezza di 10 metri circa e poter fotografare, misurare e analizzare oltre che prelevare campioni di pietra da inviare a laboratori specializzati, per continuare lo studio sull'origine di tali preziosi manufatti.
La possibilità di ammirare bassorilievi e pitture murali è stata estesa a studiosi ed a persone interessate, l'invito è stato accolto ed è stato assicurato l'accesso guidato al catino absidale.

Il momento è particolarmente significativo dato che esattamente 50 anni fa la Soprintendenza alla Gallerie di Parma con il prof. Renato Pasqui compiva una serie di assaggi, nella zona del catino absidale, allo scopo di verificare la eventuale esistenza di una decorazione originaria. 
Le ricerche nell'abside avevano successo e si scopriva un grande complesso affrescato dal tema il giudizio universale.


Gli antichi bassorilievi in pietra posti tra i sei costoloni congiunti dalla chiave di pietra con al centro scolpito l’agnello mistico rappresentano: il Cristo Pantocratore, l’Evangelista Matteo (Angelo), l’Evangelista Marco (Leone alato), l’Evangelista Giovanni (Aquila), l’Evangelista Luca (Toro alato), l’Angelo con libro, l’angelo con Filatterio; le indagini conoscitive potranno fornire informazioni sul periodo di realizzazione, sulla loro originale collocazione o magari sui motivi dell’attuale posizionamento. Per il momento gli studiosi ci forniscono una datazione tra XII e il XIII secolo. Siamo in attesa dei risultati.
L’affresco rappresenta il giudizio finale con al centro il Cristo con le bracci aperte e i quattro simboli degli evangelisti tutt'intorno. 
Ai lati gli angeli suonanti le tube: in basso alla nostra destra i dannati che risorgono dalle tombe ed in basso alla nostra sinistra i beati con le mani giunte in preghiera. Ancora alla nostra sinistra si vede una figura di santo chiaramente identificabile in San Francesco. 
Dalla parte opposta (alla nostra destra) una figura poco identificabile perché molto danneggiata che tiene in mano un pastorale riconducibile ad una raffigurazione di un Vescovo oppure alla figura di San Donnino. La pittura a fresco dell’abside è stata datata dagli storici attorno alla seconda metà del XIII secolo.

Il problema architettonico della Cattedrale di Fidenza non è di facile soluzione reso assai complesso da successivi restauri e aggiunte ed è da considerarsi svolgente in vari tempi. Mancano, per esempio, delle immagini antiche degli interni come invece ritroviamo nella Cattedrale di Parma in cui pittori dell’epoca ritraggono la Chiesa in particolari momenti liturgici dell’anno o solenni occasioni.
Marco Tombolato



Non ho potuto essere presente nel pomeriggio del 29 maggio quando ha visitato il cantiere il prof. Arturo Calzona Professore Ordinario di storia dell'arte medievale all'Università di Parma.
Il giorno successivo è stata la volta del prof. Carlo Arturo Quintavalle che è salito sui ponteggi e quindi si è recato, accompagnato nella sua visita dall'arch. Marco Tombolato responsabile tecnico della Curia, al Museo del Duomo per una breve visita ai reperti ivi collocati soffermandosi presso la Madonna dell'Antelami e l'acquasantiera (fonte battesimale?) ivi custodite.
Della visita conservo alcune immagini (vedi sotto).
Il problema della collocazione originaria delle sculture è stato per ora solo sfiorato, il Prof. Quintavalle comunque già in passato aveva studiato i rilievi e prende corpo l'ipotesi che si tratti di parti di un pulpito.
Gli scopi conoscitivi dell'intervento in atto debbono comunque essere completati prima di trarre qualsiasi conclusione.
A.P.





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