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giovedì 26 giugno 2014

Il consumo di morte proposto dai media

Caro amico Ambrogio,
sono rimasto allibito, stamane, quando ho letto la notizia che la casa di produzione Tao-Due, che pure ha prodotto molte fiction di successo, di carattere poliziesco, come  “Il  Capo dei capi”, “Distretto di polizia”, “La Uno bianca”, e “Squadra Antimafia”, avrebbe la ferma intenzione di produrre una miniserie, in due puntate, per Canale 5, sul caso di Yara Gambirasio, speculando sullo stupro e sull'assassinio efferato di una bimba di appena 13 anni. 

Mi domando come sia possibile il solo pensiero di un'operazione del genere. La storia di Yara pare, infatti, che diverrà un giallo: protagonista un capitano dei Carabinieri, che si troverà impegnato a risolvere il mistero legato all’omicidio. A quanto pare, la Taodue, già da tempo, stava lavorando a questa miniserie ed aspettava solo che si arrivasse all'individuazione del colpevole, per poter avviare le riprese. 
Il produttore Valsecchi ha affermato che la fiction non deve essere intesa come un modo per fare incassi, attirando l’opinione pubblica sul caso di Yara, ma ha lo scopo di mettere in evidenza il duro lavoro, svolto dalle forze dell'ordine, per arrivare ad arrestare Massimo Giuseppe Bossetti, con tutte le nuove sofisticate tecnologie, utilizzate in campo investigativo. 
A me questo pare solo un fragile e comodo alibi, in un caso di necrofilia mediatica e di necrofagia gossipara, sulla morte violenta di una minorenne, per la quale ancora non esiste la sicurezza matematica ed incontrovertibile di un colpevole certo. 
Personalmente, non sono per nulla d’accordo, anzi, sono sommamente indignato; se si intendeva girare una fiction per esaltare l'operato delle forze dell’ordine, era sufficiente interpellare un abile sceneggiatore, per scrivere una storia che non avesse nulla a che vedere con questa tragica vicenda di cronaca. Io spero che la famiglia di Yara sappia opporsi, con tutte le forze, a questa operazione sgradevole ed ambigua, e che insorgano numerose voci ad appoggiare un loro auspicabile rifiuto. 
C'è un limite, di decoro, di decenza e di etica, che non deve essere mai oltrepassato; non si possono offrire in pasto ai telespettatori, di ogni età, certi abominii, pur mettendo in campo qualsiasi giustificazione. 
Io proverei un orrore insopportabile, al solo pensiero di dover assistere, un giorno, su Canale 5, a determinate, mostruose scene di morte.

Franco Bifani

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