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giovedì 13 novembre 2014

Il Teatro Magnani tra passato e futuro

Il Teatro Magnani tra il passato e il futuro: 
inaugurato il fondale dipinto da Dino Mora

“Il Teatro Magnani tra passato e futuro”: è questo l’interessante titolo della serie di iniziative e avvenimenti che hanno animato il dibattito culturale fidentino di domenica 9 e lunedì 10 novembre. 

L’avvenimento d’eccezione è stato senza dubbio l’inaugurazione del fondale storico dipinto dall’artista Dino Mora (Colorno 1880 – Nervi 1950) che è stato mostrato alla città al termine dell’interessante e articolato convegno che si è svolto domenica mattina nella sala del Ridotto del Teatro.
“Abbiamo un teatro che è un gioiello – ha detto l’assessore alla Cultura e vice-sindaco Alessia Gruzza – per questo abbiamo voluto dedicargli due giorni di avvenimenti che presentassero questa straordinaria realtà prima dell’inizio della stagione di prosa, con un convegno e dei momenti di spettacolo che suggellano il completamento di uno straordinario percorso storico che ha visto recuperare dopo la camera acustica anche il fondale”. 
Pier Luigi Mora, pronipote di Dino Mora, ha ripercorso con dovizia di particolari la storia dell’illustre antenato, artista di grande talento pittorico originario di Colorno (vi nacque nel 1880), allievo e amico del prof. Glauco Lombardi, che grazie alle sue rare capacità ha lavorato anche nei principali teatri sia italiani che regionali.
Molto approfondito e ricco di descrizioni storiche e artistiche l’intervento della prof.ssa Maurizia Bonatti Bacchini che ha trattato l’avvincente tema: “Dalla sala di scenografia al palcoscenico: rivive dopo il restauro la magia del fondale dipinto un secolo fa”.
“A Fidenza in anni di grande difficoltà economiche e di scarsissime risorse, a partire dal 2010 fino ad oggi – ha detto la prof.ssa Bacchini – è avvenuto qualcosa di eccezionale, grazie allo straordinario ed unico recupero di un patrimonio immenso costituito dalla camera acustica e dal fondale che danno un valore storico ed artistico immenso al teatro di Fidenza nel contesto mondiale.
Nel 1871 Girolamo Magnani dipinse la sala parapettata, nel 2011 dopo un anno dal suo ritrovamento veniva presentato alla città il suo restauro in tutta l’immensa bellezza.
Un oggetto preziosissimo che solo Fidenza possiede. Sempre nel 2010 veniva trovato anche il fondale o “secondo sipario” come si chiama tecnicamente, il quale dopo un restauro quasi miracoloso del prof. Tranchina viene riconsegnato oggi alla città. 
Per il teatro Magnani Dino Mora dipinse un soggetto nuovo, molto probabilmente nel 1911, anno di interventi importanti nel teatro fidentino che sotto la direzione di Tito Campanini hanno visto la rimodulazione del palcoscenico, lo spostamento dell’orchestra e l’ampliamento dei posti in platea di circa 60 unità. In questo contesto fu necessario creare una nuova scenografia che l’artista realizzò donando una visione che si ispira sia a Colorno che a Fidenza. 
Il teatro fidentino è in primo piano sul fondale con l’aggiunta della galleria delle carrozze, non presente in realtà, ma utile per dare una visione illusionistica agli spettatori. Anche la balaustra sulla copertura del teatro prende spunto dalla Scala di Milano e dal palazzo Ducale di Colorno. Bellissima la scala alla destra del dipinto che richiama un opera del Sironi dei primi anni del 900 donando un senso di profondità e silenzio che apre lo spettatore verso l’infinito. Tutto questo assemblaggio di architetture e prospettive portano di fatto la firma di Dino Mora”.
Molto bella e ricca di stimoli anche la relazione del prof. Simone Ponzi che, con il supporto di immagini, ha parlato del tema: “Artisti e teatro: tra tela e palcoscenico”, riuscendo a far vivere ai presenti un emozionante percorso storico che partendo dal Caravaggio è arrivato ai giorni nostri fino a Francis Bacon passando da Max Ernst, Pablo Picasso e Mark Rothko. A cominciare dalla descrizione di episodi storici ha poi spiegato come hanno influenzato gli artisti mettendo in risalto proprio nelle loro opere l’inconfondibile impronta teatrale.
Alla applaudita relazione di Simone Ponzi è seguito un emozionante momento che ha visto la donazione di un violino e degli spartiti appartenuti a Camillo Bianchi, membro della banda cittadina all’inizio del 1900, sotto la direzione del maestro Gialdi da parte di Ugo Gonzaga. Assolutamente straordinario anche il gesto di Gioia Magnani che ha consegnato nelle mani dell’assessore Alessia Gruzza importanti disegni, bozzetti e lettere del bisnonno Girolamo.
Due gesti di altissima sensibilità civica e di altrettanto valore storico che sono stati salutati con un grande applauso da parte di tutti i presenti tra i quali il sindaco Andrea Massari, il prof. Mino Ponzi, la prof.sa Mirella Capretti e tantissimi altri cittadini.
Spazio quindi alla visita al teatro con la straordinaria visione del fondale di Dino Mora che toglie il fiato per la sua maestosità e imponenza.
Un altro gioiello che rende il Teatro Magnani un elemento unico e straordinario nel contesto teatrale italiano.Nel pomeriggio spazio allo spettacolo “La Muse d’Oriente” in collaborazione con il Conservatorio Arrigo Boito di Parma, con musiche di Rachmaninov suonate al pianoforte dal maestro Pierluigi Puglisi, di autori cinesi e giapponesi cantate dai soprani Jinji Cui e Kyoto Hattori.

Gran finale con il recital serale del basso Michele Pertusi che si è esibito in brani dei principali autori del melodramma accompagnato al pianoforte dal maestro Raffaele Cortesi.
Un evento che ha riscosso un grandissimo successo e che è stato possibile organizzare grazie al preziosissimo contributo del gruppo musicale intitolato a Tullio Marchetti.
Amedeo Tosi

Articolo pubblicato da "il Risveglio" del 14 novembre 2014
Fotografie dalle pagine FB di Alessia Gruzza e Tito Ponzi

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