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martedì 17 febbraio 2015

Consiglio Comunale del 19 febbraio: via francigena e torta fritta

Quando Casa Cremonini andava al massimo
L'ordine del giorno del Consiglio Comunale del 19 febbraio presenta al punto 5 la trattazione del seguente argomento:
Rinnovo convenzione tra il comune di Fidenza e l’Associazione europea delle vie Francigene (relatore assessore Gruzza).


Agosto 2011
La delibera dovrebbe sancire il trasferimento della struttura operativa dell'Associazione a Casa Cremonini da Palazzo Orsoline a Casa Cremonini, dove l'associazione ha la sede.

Si tratta di un ritorno infatti nell'agoso 2011 era stata trasferita da Casa Cremonini alle Orsoline in un ottica di razionalizzazione delle spese di personale e dei costi di gestione essendo presenti anche nel Palazzo orsoline sia la biblioteca che il museo cittadino. 
Un motivo o meglio una giustificazione sarebbe quella, già accennata, di mantenere la sede operativa insieme alla sede legale di Casa Cremonini dove verrebbe occupata solo una stanza del primo piano peraltro già ammobiliata e già riscaldata. Lo spostamento quindi riguardare solo i computer. 
Sembra anche che i dipendenti comunali interessati allo spostamento lavorerebbero non per l'AEVF (e quindi non per altri Comuni) ma per progetti specifici del Comune di Fidenza riguardanti la Francigena, e questo è più difficile da capire. Forse è il caso di chiarire bene i rapporti tra Comune e Via Francigena.
C'è chi vede la ricomposizione degli uffici di Casa Cremonini nel progetto di dare un ufficio di rappresentanza allo storico presidente dell'associazione Massimo Tedeschi.
 Essendoci tuttavia una sede operativa anche a Piacenza per cui Tedeschi potrebbe optare per preferire Palazzo Farnese di Piacenza non quello quindi della Tosca e di Scarpia che è a Roma.
Verrebbe occupata solo una stanza del primo piano, già ammobiliata e già riscaldata, ci sono solo da spostare i computer e quindi non ci sono costi particolari.

Sono quindi queste le cose da chiarire e ogni consigliere dovrebbe pretendere che dall'amministrazione i motivi veri dello spostamento e i costi non solo di trasloco ma di gestione di Casa Cremonini. 
Il vero problema è tuttavia quello di capire i vantaggi reali della città derivanti dall'attività dell'Associazione finora deludenti e si può dire che Fidenza è oggi solo la sede dell'Associazione Europea delle Via Francigene, un lusso, senza reale contropartita né culturale né economica. 



Limitandoci a cose d'oggi per vedere dove siamo con la nostra solerzia francigenaria riprendiamo dal WEB:

Chiesa di Cabriolo. "L'Associazione delle Vie Francigene è stata fondata a Fidenza ed a Fidenza ha la sede. Presidente l'ex Sindaco Massimo Tedeschi. Possibile che la prestigiosa Associazione Europea in questi anni non sia stata in grado di attrarre FINANZIAMENTI EUROPEI per la salvaguardia del patrimonio ambientale di Fidenza come la Chiesa di Cabriolo? Intitolata a San Tommaso Becket originario di Canterbury città britannica dalla quale parte il cammino francigeno? E che oggi il bravissimo Don Marek si debba affidare alla raccolta fondi per il restauro di questo nostro gioiello?"

2 commenti:

  1. Rimarrà solo la trota fritta a Cabriolo; a Fidenza-Borgo, solo aria fritta e rifritta, in olio scaduto. La sera, minestrone rancido, rimescolato da anni, sempre con gli stessi ingredienti inaciditi.

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  2. Sono convinta che non sia facile costruire un programma turistico e culturale unitario partendo da Canterbury per arrivare a Roma, ma forse, sta facendo cilecca la volontà. So che la Provincia di Parma ha fatto molto per il tratto di Via Francigena Fidenza-Lucca, ma Fidenza, per sé stessa, cosa sta facendo? L'Associazione Europea delle Vie Francigene nazionale, ha sede nella nostra città, ma io (forse mi sbaglio) non vedo quella propulsione ad agire che, invece, le spetterebbe. È l'Associazione che deve far pressione sulla politica o viceversa? Tu, Ambrogio, ne hai già parlato molto, ma permettimi di ripete, cribbio, che l'Arcivescovo Sigerio il quale per primo documentò il suo pellegrinaggio a Roma, era di Canterbury ed è passato per Borgo San Donnino, Tommaso Becket idem. 'Sè vrumia äd pü par muästèr èl ciapi e salvaguardare il nostro. Non credo che in seno all'Associazione Europea ci siano regole tanto strettamente convenzionate, da impedirci di lavorare pro domo nostra. Il pellegrino, oggi, incontra centinaia di difficoltà, diverse da quelle nelle quali s'imbatteva nel Medioevo, ma, non per questo meno numerose e noi, siamo sicuri di aver fatto tutto il possibile per appianarle? Per es.: le vie interrotte; la segnaletica scarsa; i percorsi non bene individuabili; gli ostelli insufficienti; i pellegrini rifiutati per mancanza di posti o lasciati all'addiaccio perché il documento "di autenticità" era scaduto. Le regole per il pellegrino, al di là di alcune che sono fondamentali ed inalienabili, non possono essere uguali in tutta Europa, perché di zona in zona, cambiano la fauna e la flora. Sono diverse le usanze, il cibo, la viabilità, persino le leggi e il senso dell'igiene. Di contro, se molte comunità di frati o associazioni varie, hanno deciso di non accogliere più i pellegrini devono esserci dei validi motivi, non ultimo quello delle usanze e dell'igiene. Diventa difficile gestire persone che scambiano il bidé per un water, in quanto non conoscono il primo e pretendono un desco a misura di palato senza pagare una lira. Dunque ci sarebbe ancora molto da fare anche per il rovescio della medaglia.

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