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domenica 19 aprile 2015

Candidatura della Via Francigena e della Cattedrale di Fidenza all'Unesco

Frontone del portale di sinistra. A sinistra è raffigurato l’Imperatore Carlo Magno,
 con scettro e globo. Al centro il Papa Adriano II (867-872) porge  all’Arciprete di
 S. Donnino la mitria ed il pastorale, simboli episcopali. Dietro il Papa, uVescovo
 che regge la Bibbia aperta alla pagina «Vidi civitatem sanctam Ierusalem».
Dopo dodici secoli Carlomagno torna a Fidenza nelle mutate vesti di Presidente della Regione Emilia Romagna. Anche il nome è cambiato in quello, meno magno, di Stefano Bonacini, ma anche in questo caso già gridiamo al miracolo: 4.000.000 di euro per le bonifiche e tante altre cose compreso il riconoscimento Unesco. 

Gli echi dell'avvenimento prima che dalle campane ci vengono dalla stampa:

Ma lasciamo la cronaca ai giornali, cartacei e non, e parliamo di riconoscimento Unesco chiedendoci cosa possa fare la Regione. 

La risposta deve riguardare due distinti percorsi: Via Francigena e Duomo.
Nel primo caso (Via Francigena) il sostegno Unesco presuppone un coordinamento tra comuni e regioni e certamente Fidenza alla fine sarà solo un tassello e nemmeno il più importante. Altri si sono già da tempo attivati per il riconoscimento ottenendo tuttavia un diniego così motivato:
"La dimensione del progetto, la grande varietà e diversità di situazioni che si presentano lungo il percorso italiano, legate a diversi strumenti di protezione e gestione dei beni e dei territori, e il grande numero dei soggetti coinvolti, rendono questa proposta particolarmente delicata nella sua gestione"
E pensare che i proponenti erano certamente più avanti nella valorizzazione delle opportunità del loro territorio.





La Cattedrale è invece problema tutto nostro e non giovano molto consensi formali a livello amministrativo e politico, anzi potrebbero dimostrarsi controproducenti. Occorre invece l'elaborazione di un progetto e la sua presentazione, vediamo.
Per ora ci pensa Sua Eccellenza a rimettere tutti coi piedi per terra: "Serve anche investire investire sul contesto urbano in cui si trova la cattedrale. In questi anni sono state realizzate solo le bellissime luci, ma bisogna curare di più il decoro urbano".


7 commenti:

  1. Sua Eccellenza ha perfettamente ragione, però basta con i nuovi fabbricati in cemento che vengono costruiti abbattendo quelli storici. Sarebbe sufficiente ristrutturare quelli esistenti, senza però rivederli e correggerli.

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    1. Non capisco questo continuo riferimento dispregiativo al "cemento" (vedi anche il link sul ponte Sigerico "costruito in cemento").
      Ma un ponte o un edificio oggi in cosa dovrebbero essere costruiti, di legno fango e sassi?

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  2. P.S. Mi riferivo a palazzo Arzaghi.

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    1. Sì, innegabilmente uno dei casi e' questo. Lo ripeto da sei anni, ho ottenuto la messa in sicurezza, ma dopo questo intervento ormai datat non conosco lo stato reale dell'edificio.

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    2. Sì, innegabilmente uno dei casi e' questo. Lo ripeto da sei anni, ho ottenuto la messa in sicurezza, ma dopo questo intervento ormai datat non conosco lo stato reale dell'edificio.

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  3. Certo che oggi gli edifici si costruiscono secondo criteri moderni, però questo non sottintende che quelli storici debbano essere abbattuti o modernizzati, se sono fabbricati di pregio o di richiamo storico. Dobbiamo proprio cancellare tutto il passato, per costruire in ogni luogo fabbricati che stravolgono l'equilibrio di una città? (vedasi le famigerate torri, che costruite in luogo idoneo potevano anche essere apprezzate, ma davanti alla stazione sono un disastro!)

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  4. Vista la durata, anche di pochi giorni, dei nostri attuali ponti e cavalcavia, legno, sassi e fango sarebbero piiù sicuri, dato che gli unici a non crollare mai sono, a esempio, i ponti romani, vecchi di 2mila anni.

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