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sabato 19 dicembre 2015

La storia che cambia strada non sempre si ritrova con Fausto, Ivano, Enrico e Carduccio

Manca solo Pico, intento a fumare nell'ex sagrestia
L'incontro di ieri 18 dicembre all'Auditorium (mai nome fu così azzeccato vista l'acustica impossibile) ha presentato un tavolo eterogeneo di relatori. 
Il tema o titolo era "Quando la storia cambia strada", che, letto il sottotitolo, "Dialogo su Resistenza e '68", poteva suonare come la ricerca di una radice comune tra i due momenti. 


Così deve averlo inteso Ilaria Fata del Centro Studi movimenti di Parma, chiamata a  dar ordine al dialogo, ma andiamo in ordine di apparizione.
L'apertura è di Cristiano Squarza, segretario della locale sezione dell'ANPI che ha organizzato l'evento. Poi ha parlato Andrea Massari, Sindaco, che per motivi anagrafici a quei tempi non c'era ancora ed infatti ha praticamente solo constatato che l'argomento aveva raccolto un buon pubblico. 
Di seguito la parola è passata al responsabile del gruppo anziani, co-orgarnizzatore, quindi a Renato Frati, figura storica dell'ANPI fidentina, ambedue sono apparsi perplessi, ma non polemici, dall'abbinamento '45 '68. 
E' Cristiano Scuarza ad aggiustare le cose affermando "due eventi che hanno cambiato la storia, hanno difeso valori nel contesto sociale del momento, due sterzate  ma non necessariamente una continuità".
Il tavolo dei relatori al completo
Continuità che invece ritorna nell'intervento della relatrice Ilaria Fata che cerca di percorrere il filo sottile della storia che lega i due momenti. 
Se in momento iniziale la Resistenza fu fagocitata dalle istituzioni e dai partiti e tenuta lontana dalla società il 1960 (Governo Tambroni, fatti di Genova e di Reggio) riporta la lotta antifascista in primo piano. 
Saranno poi le bombe di Piazza Fontana nel 1969 a saldare movimento del '68 e antifascismo, si parlò subito di "strage di Stato" e forte fu la tentazione di identificare la DC, il partito democristiano, col fascismo. 
Ma con questi discorso difficile star lontano dall'apologia del '68.
A rimettere le cose a posto ci pensa il primo dei quattro invitati Enrico Mambriani che abbandona la scaletta e con lucidità ci spiega i '68, non solo il suo.
Per Enrico il '45 è stata una tragedia, la resistenza di un paese disperato alla fame con istituzioni allo sfacelo. Non si ha aveva tempo di ponderare una scelta, ma scegliere subito. Il contesto, la società del '68 è assolutamente diversa. Il '68 è stata una "festa", una rivolta morale di giovani per "scoprire chi si vuol essere", col frigorifero pieno, interpreto io.
Nel '45 premeva la necessità di ricostruire lo stato e non solo lo stato, nel '68 il pensiero era quello di superare l'individualismo di una società e, per i giovani, di aver spazio politico. Passare da una società individualistica ad una collettiva.
Ma l'intervento è certamente stato più ricco di queste poche parole.

Enrico Mambriani
A questo punto poteva in un certo senso si poteva ritenere che il dibattito avesse già abbastanza carne al fuoco, ma la scaletta prevedeva ancora tre interventi.

Ivano Sartori, giornalista ed opinionista attento ai fatti, ha affrontato l'argomento da un punto di vista molto diverso attraverso episodi (capitoli). Con un intervento lungo, a tratti colorito, Ivano ha cercato di evidenziare contraddizioni, esiti vicini e remoti ed anche attuali di una stagione in cui si sono mescolate attese non tutte confessabili.
Gli angoli bui della lunga saga del '68 saltano fuori nel discorso di Ivano ed anche il grigio, ma di questo speriamo scriva egli stesso, non facile riassumere. 
La saldatura con la Resistenza? Un gruppo di cinquantenni in attesa dell'ultimo tram.

Brevi i successivi interventi, Fausto Maria Pico, sessantottino domestico poi docente di filosofia e poeta, ha ripercorso l'idea di Democrazia nel "secolo breve" che ha avuto quattro date significative di cambiamento: 1918, 1945, 1968 ed infine 1998. Gli anni in cui le idee "si bruciano e si creano".
Anche la democrazia ha avuto più stagioni, nel 1968 è nato il concetto di Democrazia sociale ed articolata, "il potere non è dato da nessuno dobbiamo esprimerci" è nata la "democrazia dell'opinione non della verità".
Derive sono sempre possibili, oggi la democrazia è una "poliarchia competitiva", e questa definizione gela un'attonita assemblea.
Carduccio Parizzi, altra icona del '69 fidentino, vista l'ora tarda si limita ad una "litania storica" del tipo: ho mangiato una pizza mentre Gagarin girava in orbita e Kennedy andava a Dallas.
Carduccio Parizzi e Ilaria Fata, due poli concettuali
La mostra  fotografica dell'ANPI resterà aperta sino
a domenica 20 dicembre. E' da vedere.






5 commenti:

  1. L'auditorium Orsoline ha bisogno di un aggiornamento impiantistico... Ambrogio mi impegno.

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  2. Voglio fidarmi del Sindaco Massari e credere che possa diventare auscultabile ogni conferenza all'Auditorium Orsoline, parché me, 'na tribüläda cumpagna, la vöj pö fèr. Invece ho capito bene, l'intervento di Fausto Maria Pico, il quale ha scandito le parole e la sua relazione, mi è piaciuta mentre mi imponeva una riflessione sulla "democrazia dell'opinione".

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  3. No comment per che cosa o chi? Scusami Tullo, ma con gli anni ho perso un po' di lucidità.

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