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martedì 1 marzo 2016

Il testamento di Shahbaz Bhatti, ministro pakistano cristiano

Ripristinare in Pakistan il Ministero delle Minoranze, organismo che curi a livello federale la rappresentanza delle minoranze religiose: è la proposta che Paul Bhatti lancia in occasione del 5° anniversario della morte di Shahbaz Bhatti, suo fratello, il ministro assassinato a Islamabad il 2 marzo 2011.
Qui sotto pubblico il testamento spirituale di Shahbaz Bhatti che proprio in questi giorni ho ritrovato. 
Un legame con la situazione pachistana e la nostra città si deve a Padre Zikaria Philip che è da alcuni anni ospite della nostra diocesi, avevo raccolto e tradotto una sua testimonianza un paio d'anni fa che riprendo più sotto.




Testamento di Shahbaz Bhatti

Ministro pakistano cristiano, ucciso dagli estremisti,

Islamabad il 2 marzo 2011.


«Ricordo un venerdì di Pasqua quando avevo solo tredici anni: ascoltai un sermone sul sacrificio di Gesù per la nostra redenzione e per la salvezza del mondo. E pensai di corrispondere a quel suo amore, donando amore ai nostri fratelli e sorelle, ponendomi al servizio dei cristiani, specialmente dei poveri, dei bisognosi e dei perseguitati che vivono in questo Paese islamico.


Mi sono state proposte alte cariche al governo e mi è stato chiesto di abbandonare la mia battaglia, ma io ho sempre rifiutato, persino a rischio della mia stessa vita. La mia risposta è sempre stata la stessa: “No, io voglio servire Gesù da uomo comune”.

Questa devozione mi rende felice. Non voglio popolarità, non voglio posizioni di potere. Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio è così forte in me che mi considererei privilegiato qualora - in questo mio battagliero sforzo di aiutare i bisognosi, i poveri, i cristiani perseguitati del Pakistan - Gesù volesse accettare il sacrificio della mia vita. Voglio vivere per Cristo e per Lui voglio morire».

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Padre Zikaria Philip
La terra della Fede.

Sono un sacerdote cattolico dal Pakistan. Sono stato ordinato nel 1985. Ho lavorato nella diocesi di Lahore come parroco in una parrocchia e come rettore del seminario.

Ora sono qui in Italia e soggiorno nel Seminario Minore di Fidenza per  l'apprendimento della lingua italiana. Diverse buone persone mi stanno aiutando a imparare la lingua italiana. Apprezzo i loro sforzi che sono sulle tracciati sulle orme lasciate da Gesù che ha aiutato tutti nel bisogno.
Durante la permanenza nel paese d'Italia mi sento molto incoraggiato e la mia fede si rafforza. Ho la forte sensazione che l'Italia è una terra di fede. Dio ha benedetto questa terra perché i raggi della fede si espandessero in tutto il mondo.
Persone provenienti da diverse parti del mondo vengono a rendere omaggio a uno dei grandi discepoli di Gesù Cristo, San Pietro, per poi tornare a casa con la sua benedizione.
Ho trovato che questa terra è una terra di cultura, ha grande storia, la gente è colta e gentile e disponibile ad aiutare tutti coloro che sono in un problema.
Sono rispettati i diritti umani e la gente di questa terra è sempre pronta ad alzare la voce per gli oppressi in tutto il mondo.
Gli abitanti di questo paese sono seguaci di Cristo, quindi sono pronti a dare rifugio alle persone che sono senza casa ed anche coloro che sono in difficoltà nei loro paesi.
Questa è terra di prosperità, di arte e di creatività. Le persone sono laboriose ed oneste nella loro vita, rispettano la libertà degli altri. La vita scorre nel rispetto della legge ed ogni cittadino ottiene lo stesso trattamento.

Sento questo perché sono un cittadino asiatico e di un paese musulmano dove solo l'uomo ricco ha il diritto di essere rispettato mentre le minoranze, come i cristiani e gli indù, sono guardate dall'alto in basso.
La violazione è una parte della vita e non si ha rispetto per i diritti umani. Anche se alcune N.G.O. (organizzazioni non governative) molto preoccupate per i diritti umani  continuano ad protestare, nessuna autorità è lì, nella mia terra d'origine, per far rispettare le loro voci. E' una terra di sangue e senza alcun rispetto per i diritti umani. I settarismi sono fiorenti.
La religione è la priorità assoluta, ma nessuno vive secondo la religione. In nome di Dio le persone sono avviate alla macellazione, quindi devo dire che la gente d'Italia è benedetta da Dio. Spero che mantenga forte la sua fede.

I Cristiani pakistani hanno grande rispetto per questa terra di fede, l'Italia, perché la luce arriva da qui per i cristiani pakistani che sono fieri di essere cristiani e cattolici, in una chiesa la cui testa è  oggi Papa Francesco che vive in Vaticano.
Ogni cattolico ha un grande desiderio di visitare Vaticano e il Papa, di vedere la fonte della vita e della fede, perché Gesù ha costruito la sua Chiesa su questa roccia.


Padre Zikaria Philip

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