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mercoledì 13 aprile 2016

"Ricordando Casaleggio" un testo di Franco Bifani



Ricordando Casaleggio

Caro Ambrogio,
ora che se n'è andato, lo piangono tutti, come prefiche prezzolate e coccodrilli con digestione laboriosa, tutti, a cominciare da quelli che, fino a pochi giorni fa, lo definivano come il fondatore di una setta pericolosa per la democrazia.

Casaleggio era stato etichettato come un fanatico tra fanatici.
Ora, invece, tutti a pronunciare o a scrivere laudi, apologie, agiografie, panegirici, in suo onore e in lode del medesimo, specie proprio coloro che maggiormente lo avevano attaccato, non solo sul piano politico, ma anche su quello personale.
Il capogruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato, ha definito Casaleggio “un avversario politico che abbiamo sempre rispettato”. Ma, in precedenza, lo aveva bollato come  creatore di “una demagogia che calpesta i diritti e la trasparenza”.
Lorenzo Guerini lo paragonava al “lato oscuro della forza”.
La deputata Pd Enza Bruno Bossio, ora, afferma di piangere “un amico”, che però aveva deriso quale “venditore di pentole”.
Guido Crosetto descriveva il Movimento  come “una setta antidemocratica che mina le basi di convivenza civile della Nazione”.
I verdiniani, adesso, riconoscono a Casaleggio “l’onestà del progetto”, ma la Marcia per la Pace Perugia-Assisi venne da loro definita come “un corteo funebre”. 
Corrado Passera bollava Casaleggio come antidemocratico, oggi riconosce il contributo del Movimento “ai meccanismi di partecipazione”.
Massimo Gramellini aveva scritto che Casaleggio era uno che bastava guardarlo in foto una volta, per averne paura per sempre.
Mi pare quasi di rileggere, fatte le debite proporzioni, gli annunci dei morti su tanti quotidiani, dove anche le persone più spregevoli ed infami, una volta passate all'altra riva, divengono, tutte, solari, sempre con il sorriso sulle labbra, sempre disponibili, generose, genitori e coniugi esemplari. 
L'ultima sviolinata...
Ora, a me Casaleggio, Grillo e i componenti del M5S non sono mai piaciuti; mi rincresce sinceramente che sia morto, malamente, un uomo di soli 61 anni, ma non mi accodo agli ipocriti, che, adesso, lo compiangono. 
Citando il Manzoni, confermo. “Ai posteri l'ardua sentenza!” e,  sempre, il sottoscritto sottoscrive che “di mille voci al sonito
mista la sua non ha”.
Franco Bifani



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