mercoledì 13 luglio 2016

Scandali estivi vecchi e nuovi


Fiammata polemica a Fidenza: nel pomeriggio di sabato alcune persone hanno festeggiato la fine del Ramadan tuffandosi vestiti nella piscina comunale. 

Domenico Muollo, membro del coordinamento nazionale di Fratelli d’Italia, testimone involontario del fatto così stigmatizza l'accaduto:
“La legge in Piscina Guatelli non è uguale per tutti; se per noi prima di entrare in vasca è obbligatorio sciacquarti ed avere il costume, per altre persone tali regole non valgono. Questo è quanto capitato sabato 8 luglio e quando è stato chiesto al bagnino la legittimità del comportamento di coloro che si gettavano in acqua vestiti per festeggiare la ricorrenza religiosa veniva risposto che era una questione religiosa. ...................“.
Già oggi la Gazzetta riporta le cose alla normalità con una dichiarazione dell'assessore Malvisi che dichiara: "E' stata controllata, aveva un indumento idoneo alla balneazione", e la polemica si sposta sulle reciproche accuse di razzismo. 
Senza scomodare la Boldrini ci limitiamo a segnalare che la "balneazione" è un dato molto sensibile, ne fa fede la polemica estiva tutta fidentina ripresa dalla cronaca di quasi un secolo fa: allora non erano in questione i fondamenti della civiltà occidentale ma quelli della morale e della pubblica decenza, leggiamo il trafiletto poi andiamo tutti in piscina ... nudi o vestiti secondo il nostro credo o non credo! 

1937 - Alcuni gerarchi escono dalla piscina completamente vestiti

11 commenti:

  1. Mi vien da pensare che tutti quelli che supportano regimi totalitaristi, che non rispettano le persone, facciano il bagno vestiti.

    RispondiElimina
  2. Vediamo se, in una piscina in Arabia Saudita o in Pakistan, permetteranno a qualche cagna infedele di tuffarsi non dico in bikini, ma anche solo con un costume intiero, sul modello di quelli indossati dalle nostre nonne. Le giustificazioni del permissivismo verso chi si buttava in acqua vestito sono semplicemente ridicole, il segno del calabrachismo, buonismo e lassismo più ignobili, verso gente che non rispetta nessuno dei doveri e pretendde solo diritti, qui da noi. È un altro segno dello sport preferito dai sinistri sinistroidi, di attaccarsi al carro del prossimo padrone, un tempo l'URSS o la Cina, oggi l'Islam, nel totale disprezzo di quanto espresso dalla cultura e dalla civiltà europee, persino nei particolari e nei dettagli minimi.

    RispondiElimina
  3. Perfette ed intelligenti riflessioni
    purtroppo in troppi ragionano da bar dello sport .

    RispondiElimina
  4. Riecco il professore, dolce come il miele! Comunque approvo in toto quanto ha scritto. In qualche piscina della Sardegna sarebbe andata in modo così soft? A buon intenditor poche parole.

    RispondiElimina
  5. A questo punto, visto che a quanto pare l'assessore Malvisi era in piscina e ha visto tutto in diretta, taglierei la testa al toro rintracciando la signora che ha fatto il bagno e la inviterei a mettere a disposizione il costume da bagno o quello che è in modo tale che tutti potranno vedere. Niente sostituzioni, mi raccomando!

    RispondiElimina
  6. Esimio Franz, ti dico di più, e cioè che noi cristiani europei, in genere, siamo capaci di comprendere la necessità di una certa seppur minima integrazione, anche solo esteriore, se dovessimo recarci in un paese islamico; loro, invece, non e i più intransigenti sono i musulmani di seconda e terza generazione. Una donna appena intelligente, a Riyad, si coprirebbe il capo, eviterebbe minigonne, abiti scollacciati, indosserebbe dei pantaloni, non a pelle di salame. Un ometto cristiano non se ne andrebbe a passeggio ostentando collanine con crocifissi, se dovesse e potesse entrare in una moschea, seguirebbe la necessaria procedura. Non si metterebbe a sbraitare, in un ristorante, se non gli servono una portata di salumi misti o della piadina con le salsicce. Se dovesse visitare una scuola pakistana, non pesterebbe i piedi per terra, cvdendo icone con la mezzaluna. Questo per farti degli esempi terra terra.

    RispondiElimina
  7. un paio di anni fa per entrare nella moschea blu di istanbul mi hanno fatto mettere un telo intorno alle gambe, avevo un paio di jeans appena sopra al ginocchio. in effetti non ho delle belle gambe......... mi sono adeguato essendo io l'ospite oppure stavo fuori, se le signore islamiche non vogliono togliersi le palandrane restano fuori e il problema non si presenta. dimenticavo, sono un uomo.

    RispondiElimina
  8. Vorrei condividere con i lettori di questo blog, una riflessione che fa qualche tempo mi ronza in testa, senza aver ancora trovato una forma compiuta e chiara in me.

    Ricordo qualche anno quando per qualche tempo ha tenuto banco sui giornali la questione relativa alle radici cristiane dell'Europa: credo vi fosse ancora papa Wojtyla, il quale più volte mise in guardia noi europei dal tragico errore di voler disconoscere le nostre radici. In nome di una stupida e cieca laicità, noi europei abbiamo voluto cancellare ciò che per secoli ha permeato la nostra cultura, credendo che eliminando ogni riferimento a Cristo ci saremmo ritrovati tutti più liberi e più felici.
    Credo che in parte, certo non può spiegare tutto, la situazione di oggi sia dovuto anche a questa scristianizzazione della società:in fondo a noi non ci interessa più portare il messaggio del Vangelo, credevamo di bastare a noi stessi, salvo poi scoprirci così terribilmente indifesi. Non è certo più il tempo di imporre il cristianesimo con la forza, ma a quanti di noi sta a cuore far scoprire, a chi non lo sa, che ogni uomo ha una grande dignità non perché amico, simpatico, bello, ricco, ecc. ma solo perché figlio di un unico Dio, creato a sua immagine e somiglianza?

    Come dicevo.... Sono riflessioni che non hanno ancora una forma, forse senza capo né coda, ma volevo condividerle e magari sentire altre opinioni in merito.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anonimo, la civiltà europea in genere non è solo debitrice della Buona Novella, ma di antecedenti cultore e civiltà non-cristiane, che affondano le loro radici nei tempi più lontani. Se l'applicazione esemplare dei Vangeli deve essere quella che abbiamo portato avanti per 2mila anni, attraverso etnocidi e genocidi in ogni parte del mondo, meglio fare un esamino di coscienza, per verificare quanto siano stati o siano, ancora oggi, i valori da proporre ad esempio a non-cristiani. Le parole di amore, dil carità e di pace di Cristo sono state subito travisate, cancellate e distorte, in senso inverso e contrario, purtroppo. Non è che possiamo porci come esempio ad eventuali non-cristiani, che volessero convertirsi alla nostra fede. Mi ricordo che Gandhi ebbe a dire che, se nel corso della sua vita, avessi mai conosciuto un cristiano che si comportasse come tale, si sarebbe convertito. Ma, evidentemente, questa occasione non gli capitò mai.

      Elimina
  9. Condivido la sua riflessione, comunque io, anche se non praticante, non rinnego certo la mia cristianità.
    I miei genitori mi hanno insegnato che per essere in pace con se stessi e con il mondo è sufficiente rispettare i 10 comandamenti.
    Mi sembra non occorra tanto di più, basta un pochino di buon senso.

    RispondiElimina
  10. Mentre è corretto riconoscere nel Cristianesimo uno dei fondamenti della cultura europea non altrettanto scontato che questo ci abbia reso migliori o che la nostra civiltà possa considerarsi in qualche modo superiore. Peraltro, laica o religiosa, la cultura occidentale non ha molto da insegnare relativamente a tolleranza e solidarietà.

    RispondiElimina