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lunedì 1 agosto 2016

CC del 1 agosto 2016: avremo l'IPER, ma non prima del 2019 e forse mai.


Goal a porta vuota per la maggioranza.  Amedeo Tosi non ci sta e lascia l'aula prima della presentazione della delibera e quindi "non vota", Giancarlo Castellani sposta la delibera all'ultimo punto dell'ordine del giorno per affinare la dialettica per convincere se stesso, l'assessore al commercio è in sintonia con i nove che votano ovviamente a favore, il consigliere Franco Amigoni, che, come nel caso del multisala, in questi ultimi giorni si è preso la missione di convincere l'opposizione ha ribadito i concetti espressi sul web, Marco Gallicani se la prende con i guardoni della diretta televisiva facendo sfoggio di rara sagacia intellettuale. 

Alla fine, tutti felici, hanno votato senza notare le omissioni di Castellani nel presentare la delibera anzi a lui grati per la mancata lettura del corposo documento. 
Sempre di Castellani un paio di emendamenti di zucchero filato per i quali Alberto Gilioli ha confermato il parere tecnico favorevole, atto dovuto che gli ha permesso di avere l'ultima parola. 
Ultima annotazione di cronaca la mancata presenza della minoranza ha comportato il richiamo dal mare o dai monti di alcuni consiglieri di maggioranza per assicurare il numero legale.
Questo è tutto, alla prossima.

Dal canto suo il Sindaco Andrea Massari, abbandonata rapidamente l'aula, al termine del Consiglio si è recato in Largo Battisti lato Palazzina ex Bagni Pubblici scattando questa foto per poi postarla su FB taggando i fedelissimi.
Un avvertimento ai potenziali dissidenti? 

foto di Andrea Massari.



Non presente in aula Claretta Ferrarini racconta su FB questa storia, accaduta oggi, che sarà norma domani quando il Supermercato sarà diventato Iper, non prima del 2019 e forse mai: 
Che šmentimênt!

Questa mattina, una persona gentile, mi ha accompagnata a fare la spesa, parché äm s'era ardüšida sensa gnan pö un grustén da rušghèr. 
Al supermercato, davanti al banco dei formaggi e dei salumi avviene questa scena: 
"Mi da un etto di stracchino"?
Il commesso prende la torta di gorgonzola, ed io: No! Stracchino!
"Questo è lo stracchino, signora"
"Da noi lo stracchino è questo" ribadisco segnandolo con il dito.
"Quello è lo squacquerone", rincalza lui.
"In Romagna, ma non da noi". Sottolineo.
"No, signora, da voi è la crescenza".
Comincio a spazientirmi e: "Cresenza si dice in Lombardia". Da noi è stracchino in italiano e furmäjén in dialetto. Preoccupata per ciò che avrei dovuto chiedergli dopo, cerco di troncare il deprimente dibattito.
"Poi?" mi chiede.
"Tre etti di lüganga"
"...Di che cosa?"
"Tre etti di quella roba lunga lì".
"Ma questa è salsiccia, signora".
"Se lei vuol venire a vendere in un paese, deve imparare il nome dei prodotti come li chiamano i paesani".
"Siete voi che dovete imparare l'italiano" conclude.
Non ho più osato chiedergli uno strolghino e dü gänäsén da fèr in sträcòtt e la lüganga la gh'äva déntar la fnucen'na.

4 commenti:

  1. Era scontato che agissero così, anche se non pienamente corretto. Un dubbio però mi assale: se a chiedere l'ipermercato invece della Coop fosse stata ad esempio la Famila, oppure la Esselunga o qualunque sigla diversa da Coop, sarebbero stati altrettanto premurosi ad approvare il tutto?

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  2. Loro sono avanti decenni caro Germano. Tutte le aree "idonee" per piccolo (ex foro boario) e grandi supermercati (A sud del parco commerciale-outlet e Gigliati) , sono in mano alle stesse persone che hanno sottoscritto le torri, l'outlet... Quello che fa maggiore tristezza è che diversi politici (di maggioranza M.A.- A.F. ), hanno sbandierato su Facebook la "libertà di investimenti, il liberalismo, il diritto di prelazione. L'ultima volta che un politico l'ha detto (febbraio 2001) dopo la liberalizzazione delle licenze, sono nati gli "esercizi di vicinato" con 120 licenze commerciali che fanno capo ad un unico gruppo ...Milan. Il decreto Bersani ha funzionato.
    Questa è la libertà, dicono che vogliono giocare a Monopoli con gli altri e loro si sono appropriati già delle caselle.

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  3. Perché Germano sei così pessimista? E se l'Esselunga fosse in realtà già pronta a sbarcare a Fidenza??? Mai dire mai...

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  4. E noi tapini, saremo costretti ad imparare, termini nuovi, che non ci appartengono e strangolare la nostra lingua borghigiana. Ammesso che, questi "Iper" riescano a fornirci i nostri prodotti. Provate ad immaginare: se il porgitore al banco viene assunto dalla Lombardia o dalla Toscana, cosa ne capisce di gräsö? Dovremo chiedergli della sopressata. Cosa vuoi che ne capisca di strulghén äd cülatèll? Dovremo chiedergli "quel salame sottile che si ricava dagli scarti di una parte del maiale che...". Cosa vuoi che ne sappia lui, di gälón äd pît, del prêt, äd la märiöla, di sänfén, di scartucén, äd jarticiòcch, äd cümar, äd grügn, äd pumdatèrra?... Muoia Sansone con tutti i filistei.

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