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martedì 9 agosto 2016

L'anticamera che introduce al Duomo ed alla sua piazza

Piazza Grandi - anno 2010 -
Gran parte delle sperimentazioni urbanistiche fidentine hanno preso di mira la parte occidentale del borgo storico ed alla fine il risultato è la spianata di Piazza Grandi che nulla conserva dell'impianto urbano caratteristico di Borgo. 
Le nuove soluzioni viarie di scorrimento che sono alla base del cambiamento erano strettamente legate alle ipotesi di costruire una città a misura di automobile. Col tempo le soluzioni sono rapidamente diventate obsolete ed hanno suggerito la pedonalizzazione del Centro e la conseguente necessità di creare opportunità di parcheggio a servizio del Centro stesso.
Altro passo importante fu lo spostamento del Vescovado, soluzione che fin dall'inizio apparve infelice. La scelta che sulla carta sembrava vincente mostrò subito i suoi limiti e la polemica che ne seguì lasciò strascichi e rancori. Lo stesso Rino Montanari, artista e caricaturista, in una memorabile vignetta illustrò quello che tale scelta comportò e comporta tuttora al volenteroso visitatore.

A questo si sommò all'inizio degli anni '60 la modifica di Via Abate Zani e di Via Romagnosi con la distruzione dell'antico percorso in uscita dalla Porta Occidentale verso Piacenza, a questo punto la creazione di uno spazio nuovo che fu chiamato Piazza Grandi presto trasformato in un pubblico giardino con alberi. 

IL PROGETTO NATALINI-SAVI

Chiusa la storia col passato nuove progettualità si misero in movimento.
Una prima proposta fu tutta "nostrana", frutto del sodalizio di due veri amanti del Borgo e, nei rispettivi campi miglio prodotto cittadino, Franco Ferrari e Mino Ponzi si impegnarono ma nessuno è profeta in patria specie se gli input vengono da fuori. La prematura morte di Franco Ferrari ci privo del suo contributo in fase di discussione critica del progetto poi adottato e diversamente realizzato.

Si fece avanti il duo Adolfo Natalini e Vittorio Savi con un progetto (1986) degno dell'antica Roma o di qualsiasi cimitero, risultò favorito, i residui di trasparenza che ancora inquinavano le amministrazioni, portarono alla pubblicazione dei loro elaborati, sorse un comitato cittadino contro il progetto, le motivazioni espresse erano così ragionevoli che solo la ragion di stato poteva opporsi. 
Come si può vedere molte soluzioni furono poi cassate (anfiteatro davanti al macello, arcate laterali con cappelle cieche le principali) mentre altre furono realizzate (scalone dei ciclopi, passerella del miracolo della donna gravida ed altre amenità). Si aggiunsero invece la feritoia al centro del giardino, quasi un richiamo al femminile dell'obelisco di Piazza Garibaldi, il belvedere sotto livello stradale e tanto cemento.
Un giudizio complessivo dell'opera lo formulò Vittorio Sgarbi il giorno della inaugurazione della nuova Piazza Grandi, Rino Montanari immortalò quel grande momento con una tavola a colori ripresa dal Numero Unico. 




Le rimostranze dei due progettisti per le sostanziali modifiche apportate al loro progetto cessarono per effetto dell'assegnazione dell'incarico di partecipare al progetto delle torri della stazione dove scrissero una pagina della loro storia violentando quella della città.


Oggi come stiamo e dove stiamo andando


Ci sono segnali che l'Amministrazione intenda intervenire, un sopralluogo del Presidente della Regione Stefano Bonaccini, la rilevazione aerea dell'area archeologica (drone) ed infine la previsione di un contributo privato da dedicare proprio a questa parte della Piazza.
Ora, con 115.000 euri, tanti ne derivano dall'urbanizzazione iperborea del quartiere "I Gigliati", non si può certo riparare a tutto, d'altra parte sono, come abbiamo detto, destinati alla sola area "archeologica".

Tavole del progetto Natalini-Savi


Il progetto era accompagnato da una relazione che così concludeva:
"Di notte, i fari illumineranno l'anfiteatro, la nuova piazza, l'area archeologica, la torre, più debolmente della cattedrale. I lampioni a stelo illumineranno via Grandi e via Petrarca. Una lampada stradale a sospensione, di quelle vecchie, darà luce a largo Cremonini.
Un cancello impedirà di entrare nell'area archeologica.
Fidenza e Firenze, 26.4.1986."
Un cancello impedirà di entrare nell'area archeologica.Fidenza e Firenze, 26.4.1986."


Alcune soluzioni introdotte in corso d'opera furono suggerite da
ritrovamenti di reperti, questo comportò anche un fermo ai lavori.

4 commenti:

  1. Che servizio straordinario,Ambrogio!

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  2. Questa è la triste storia della riqualificazione (pardon, squallidificazione)di Fidenza.

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  3. L azione di questi 2 architetti sarà veramente ricordata a lungo, negativamente, a Fidenza..

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