domenica 4 dicembre 2016

Il referendum de "li cristiani"

Giuseppe Gioachino Belli

I poveri e il referendum 
     di Franco Bifani

Ai poveri, del referendum, che vinca il Sì o il No, non gliene può fregare di meno.  Il Belli scriveva: 
"Tristo chi se presenta a li cristiani scarzo e cencioso. Inzino pe' le scale, lo vanno a mozzicà puro li cani" 
Dove prosperano politici corrotti, di qualsiasi partito, movimento e ideologia, avidi e duri di cuore, che arraffano possesso e potere, ivi saranno sempre i poveri, gli schiavi e i diseredati del mondo dei potenti, da millenni. 
Chi ha pochi mezzi, non riesce ad emergere mai, vive e muore tra l'indifferenza degli uomini e delle cose, senza lasciare traccia di sé; non può nemmeno permettersi di fare il filantropo. 
Che trionfi il Sì o il No, anche oggi i poveri potrebbero ripetere, con il Belli: 
"Pe' noi rubbi Simone o rubbi Giuda, magni Bartolommeo, magni Taddeo, sempr'è tutt'uno e non ce muta un gneo: er ricco gode e 'r poverello suda".
Ai poveri, va sempre male, con Renzi, come con Grillo. Il “Vaffa”.., lo spediscono loro, a tutti.
E' la povertà, non l'ozio, ad essere padre e madre dei vizi.  Lo spirito è forte, ma la carne e debole, ha bisogno di nutrimento, di essere rivestita, di avere un tetto sopra la testa, di vivere in salute. Ed anche i nostri monsignori, non possono ridursi ad aiutare i poveri solo con la preghiera: Ora et labora! 

Il poeta malawiano Jack Mapanje scriveva: 

Avevo fame e voi avete fondato un club a
scopo umanitario e avete discusso della mia
fame.
Ve ne ringrazio.
Ero in prigione e voi siete entrati furtivamente
in chiesa a pregare per la mia liberazione.
Ve ne ringrazio.
Ero nudo e voi avete esaminato seriamente
le conseguenze della mia nudità.
Ero ammalato e voi vi siete messi in
ginocchio a ringraziare il Signore di avervi
dato la salute.
Ero senza tetto e voi avete predicato
le risorse dell’amore di Dio.
Sembravate tanto religiosi e tanto
vicini a Dio.
Ma io ho ancora fame, sono ancora solo,
ammalato, prigioniero, senza tetto.
Franco Bifani

3 commenti:

  1. Ora che ha trionfato il No dei veri italiani patriottici, mi viene in mente quella poesia sconsolata di B. Brecht, cui appongo solo qualche minima modifica, ma il cui senso rimane, per i poveracci, sempre il medesimo:
    Il governo che verrà
    non è il primo. Prima
    ci sono state altri governi.
    Alla fine dell’ultimo
    c’erano vincitori e vinti.
    Fra i vinti la povera gente
    faceva la fame. Fra i vincitori
    faceva la fame la povera gente
    egualmente.
    Possiamo comunque sperare in politici di grosso calibro, a sostituire Renzi, come D'Alema, Bersani, Speranza -nomen omen- e soprattutto, Salvini, Berlusconi e Grillo, la SS. Trinità del politicume italiota.

    RispondiElimina
  2. Scrivere "Grande Biffino" sarebbe una contraddizione in termini; quindi, voglia, tu, gradire, questo nuovo conio: "Grande Biffone".

    RispondiElimina