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giovedì 15 giugno 2017

Da Borgo a Fidenza in dieci passaggi di Luca Faravelli


Nata come lavoro collettivo promosso dall'Assessore alla Cultura Maria Pia Bariggi, che si è avvalsa del coordinamento organizzativo dell'Ufficio Cultura nella persona di Barbara Usberti e del lavoro di un un “Comitato celebrativo istituzionale” individuato con delibera della Giunta Comunale, la celebrazione del “compleanno dei 90 anni di Fidenza” ha visto nella esposizione di 10 totem tematici nel cortile del Municipio un modo originale di condivisione di memorie e di riflessioni sul presente.
L'assemblaggio di immagini, scritti, richiami è frutto della creatività e dell'esperienza dell'architetto Luca Faravelli, che così presenta il suo progetto con l'ausilio di alcune foto.



I volti del cambiamento

Esiste un’accelerazione, esponenziale si potrebbe dire, con cui gli uomini si muovono. Le città ne sono esempio. Un borgo poteva diventare paese in molti anni ma, negli ultimi decenni, le città sono aumentate, così le case, così lo sprawl urbano, tant’è che maggiore attenzione si dona all’accumulare e non all’arricchire ciò che già abbiamo.
La nostra Fidenza, nata come romana Fidentia, cresciuta come Borgo San Donnino per molti secoli, ed infine ribattezzata tale novant’anni fa, ha deciso in questo burrascoso XX secolo di cambiare volto e, senza soffermarci su cosa potesse essere migliore o peggiore, cambiare vita, promessa che spesso si fa e difficilmente si mantiene.
La mostra “I volti del cambiamento” è questo: entità, nel tessuto urbano, che, silenziosamente o prepotentemente, hanno modificato la propria pelle e sono ciò che oggi vediamo. Nove luoghi, ventidue persone, tanti famosi eventi, sono raffigurati nelle immagini di questa mostra, con fotografie suggestive e paragoni emozionali tra l’antico ed il contemporaneo, che riempie il broletto dell’amato Palazzo Comunale fidentino e vuole insegnare, a giovani ed anziani, ciò che è stata Fidenza al suo novantesimo compleanno.
Luca Faravelli





3 commenti:

  1. Il cambio del nome da Borgo San Donnino a Fidenza, in realta' non e' nient'altro che una esasperata manifestazione di laicismo, per togliere anche dal nome qualsiasi simbolo religioso.

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    1. Il laïcisme non c'entra per nulla. Fidentia era stata fondata, con questo nome di buon augurio, dai Romani, poi dal 923 venne denominata Borgo S. Donnino e ritornò Fidenza, nel 1927, solo perché il fascismo soffriva della paranoia di essere la contini.azione della romanità imperiale. In Italia soffriamo ancora di clericalismo, non certo di laicismo.

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    2. Le cose non sono così semplici. Il toponimo Borgo viene appiccicato a qualcosa di esistente, un agglomerato spesso connesso a un fulcro religioso. Del 923 possiamo solo dire che viene citato Borgo San Donnino non certo che venne "denominato".
      La nascita del nostro borgo è graduale, da vicus anonimo che compattandosi favorì la chiesa pieve-santuario che poi contribuì in modo decisivo all'affermazione del borgo. Per quanto riguarda il ruolo laicista-anticlericale di matrice risorgimentale e post risorgimentale esso fu importante, la retorica fascista, fregandosene della storia, trovò quindi terreno fertile.

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