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domenica 9 luglio 2017

A proposito di”Jus soli”.

"Lontano da ipocrisie e da buonismo facile e improduttivo" Marisa Guidorzi ci manda questa nota che pubblichiamo.
La riflessione, pacata nei toni, non vuole certo né esaurire una discussione anzi piuttosto di aprirla e il vostro contributo è senz'altro gradito.

A.P.


Balaka - Malawi - ‎6 ‎marzo ‎2011
A proposito di”Jus soli”.

È l'argomento di cui si discute e che serve alla politica per fare politica, come se di carne al fuoco non ce ne fosse già tanta e se per i migranti disperati fosse il problema principale.

Ritengo che abbiano bisogno di ben altro che va al di là dei salvataggi in mare.
Premetto che le mie sono riflessioni personali derivate dal raffronto di giudizi e da considerazioni maturate nel tempo, prima ancora che si prospettasse il problema attuale.
Per oltre un secolo si è dibattuto sugli effetti dello schiavismo, che non riguardava solo le Americhe, con lo sfruttamento umano e la successiva  emancipazione degli schiavi.
Fu più volte messo in evidenza che il “Continente Nero” era stato privato delle sue risorse umane più valide, erano venute a mancare intere generazioni, finite soprattutto nelle piantagioni .
A questa ragione si è attribuita da più parti la situazione di arretratezza economica, di povertà, di instabilità politica su cui l'Occidente ha avuto buon gioco per lo sfruttamento delle ricche e ancora intatte risorse.

Ora, però, cosa sta succedendo?
Le persone che arrivano non sono né vecchie, né malate, rappresentano la forza vitale e la speranza dei loro Paesi. A loro spetterebbe ricostruire l'economia della loro terra.
Vengono invece allettate da false prospettive, da cattiva gestione del problema che sta sfuggendo di mano a chi non ne ha capito la portata.
Chi arriva non ha solo bisogno di “panem et circenses”come superficialmente spesso si intende, ma di rispetto della persona, della sua cultura, della sua tradizione.
Ognuno ha la sua storia e questi spostamenti di masse rischiano di stravolgere un patrimonio affettivo e culturale che è il sostegno di ogni essere umano, a cui ognuno di noi, di ogni colore,  di ogni religione fa riferimento nella propria vita. A salvare una persona non è solo il nutrimento materiale, ma sono il suo pensiero , la sua spiritualità.

Vengo allo Jus Soli. Perché stabilire per legge che una persona, anche i bambini sono persone, debba diventare cittadino italiano?
Io lo considero un atto di violazione del diritto personale, proprio per quanto detto prima.
In Italia i diritti fondamentali sono già garantiti a tutti: diritto alla salute, diritto all'istruzione, diritto alla casa, diritto all'assistenza, diritto alla giustizia...
Perché devono diventare italiani, che cosa cambia, perché non devono continuare a sentirsi parte della loro terra di origine? Perché non possono conservare la ricchezza di cultura in cui vivono?
Perché non dimostriamo la possibilità di una convivenza di rispetto reciproco del proprio patrimonio culturale?
Non sarà certo un pezzo di carta a risolvere i grossi problemi di convivenza!
Marisa Guidorzi

6 commenti:

  1. Signora Marisa, ha letto anche solo il titolo della notizia, sulla nostra Gazzettona? Un centinaio di borgsàni, di quelli veraci, duri e puri, ha accolto a braccia aperte 14 rifugiati, al grido di : "Qui nessuno è straniero!" . Che vuole che importi, quindi, a questi personaggi, dello jus soli, sanguinis o che altro? Godono solo di diritti, non hanno alcun dovere. Avanti, c'è posto; l'importante è aver fatto la figura degli accoglienti a tutti i costi, chi per l'ideologia politica, chi per quella religiosa.
    Un giorno, non ci sarà più posto, né qui né altrove, in Europa, dove già non li vuole più nessuno. Dire che bisogna aiutarli a casa loro è una bestemmia, di marchio fascista, razzista e leghista; è una strada lunga, da intraprendere, ma io trovo che sia l'unica ragionevole.
    Noi occidentali abbiamo depredato il mondo intiero, continuiamo a farlo, peggio di prima, anche ora. Bisogna che si inizi a smetterla con lo sfruttamento belluino, che prevede, al limite, miseri oboli ai governi locali, per prosciugare loro ogni risorsa agroalimentare e del sottosuolo. E bisogna finirla di vendere loro armi, con cui sovvenzionare guerre perpetue; le multinazionali coprono di denaro e di favori dei governati corrotti e corruttori, per mantenere i loro sporchi privilegi, in Africa, in Asia, nel Centro e Sudamerica.
    Servono invece infrastrutture, servizi, meccanizzazione dell'agricoltura, concimi, scuole, ospedali, ferrovie, strade. O si comincia o saremmo sommersi da gente che, solitamente, non è capace di nessun lavoro utile e che vive di un ipocrita assistenzialismo, qui in Italia, di tipo sovietico, che fa però andare in visibilio i sinistri sinistroidi, locali e nazionali, marxisti-leninisti da parata e da vetrina.

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    1. Signor Bifani penso che la calorosa accoglienza dei borghigiani non sia riferibile né alla ideologia politica né a quella religiosa, ma ad una ragione molto più preoccupante, ossia ad una semplicistica e superficiale visione del problema che non tiene conto dell'effetto delle azioni che ci hanno portato a questo caos.
      Il mondo che può , non noi comuni mortali, sta facendo il gioco del gatto sornione con il topo:al momento opportuno prenderà possesso dei beni che questa massa di persone sta abbandonando.

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    2. Signora Guidorzi, non diciamo che la calorosa accoglienza era,mt out course, dei botprghigiani, ma solo di una minima parte di essi. Penso che fossero tutti ultrà di sinistra e talebani para-cattolici, ossia, ancora una volta, un gruppuscolo dei famigerati cattocomunisti. Non sono come chi crocifisse Cristo, che non sapevano quel che si facevano. Loro lo sanno bene, fanno parte degli aficionados del salto sul carro del prossimo padrone, lo sport preferito da tanti italiani.

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  2. Gentile Signora Marisa. alla lista di diritti fondamentali, da lei ricordati, aggiungo "il diritto di mantenere ed irrorare le proprie radici", fonti di vita e di cultura, ma come può essere coniugato un simile diritto tra indigeni e immigrati nel nostro paese? Potremmo noi, accettare la bigamia o addirittura legiferare a suo favore? Dobbiamo continuare a stravolgere il nostro Natale e la nostra Pasqua nei loro significati originali, per non urtare gli ospiti? Le radici sono importanti da entrambe le parti, ma uno Stato deve salvaguardare le proprie, prima di quelle altrui. Idem dicasi per un Comune. Per quanto riguarda lo Jus Soli, non sono d'accordo sull'obbligatorietà della
    "cittadinanza italiana" sia per i motivi da lei esposti, che per tanti altri che sarebbe lungo elencare. Non tema, cara Marisa, che gli immigrati africani, possano non sentirsi più parte della loro terra e della loro cultura. Questo non succederà mai, anzi, saranno sempre calamitati verso la loro terra e, spesso, per esercitarsi ad intraprendere azioni nefaste contro il Paese che li ha ospitati. Concludo ribadendomi contraria alla Jus Soli.

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    1. Cara Signora Claretta, penso che proprio lo stravolgimento dei contenuti culturali sia del nostro mondo che del loro sia alla base delle deviazioni incaute e pericolose da parte nostra come sia la ragione delle loro radicalizzazioni violente e sanguinarie.
      Le idee si modificano con un processo lento ed impercettibile, non certo con questa disordinata e scomposta invasione.
      La politica purtroppo si presta a giochi pericolosi e sconsiderati.

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  3. Commenti ineccepibili, prof Bifani e Claretta! Mi dispiace non essere stata al corrente del comitato di accoglienza ..... Ci sarei stata anch'io. Vedrò di rimediare con tutti quelli (e sono tanti) che girano per Fidenza e non si sa dove siano alloggiati, cosa facciano e chi più ne ha più ne metta.

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