venerdì 15 settembre 2017

"Ho visto versare calce viva là dove la ragazzina, tra i sassi, era stata massacrata"



Italian Psycho

Gentile Direttore,
forse un mio ulteriore commento sull'accaduto non sarà originale, ma, dinnanzi ai continui, perversi omicidi di povere donne e ragazze, spesso minorenni, agli stupri, commessi sempre su giovanissime e, di frequente, da coetanei, io rimango come raggelato, non mi raccapezzo.

Sono un maschio, sono italiano, avrò avuto anch'io, forse, qualche torto nel trattare le morose, da ragazzo, del tipo ti-prendo-poi-ti-mollo; ma come si fa ad arrivare  al solo pensiero, anche nebulosamente insorgente, di maltrattare una donna, non parliamo poi di ucciderla, nei modi più mostruosi? Ma perché poi, se non per una forma di narcisismo criminale, di orgoglio maschilista, di una distorta visione del proprio onore di genere?
Ogni giorno, stupri, spesso seguiti da barbare uccisioni, donne e ragazze accoltellate, finite a revolverate, a martellate, squartate, bruciate vive, ustionate e sfigurate con acidi. E molto spesso, il violento stupratore ed omicida, da anni consorte o fidanzato perenne, ha subito denunce, che non sono state prese in alcuna considerazione, o con una leggerezza ed una trascuratezza tipicamente maschiliste, nelle Questure o nelle caserme dei Carabinieri.
Poi, quando si arriva all'omicidio, si aprono le inchieste, subito chiuse; un po' come con le persiane di una finestra.
Ragazzine, mamme, sorelle, mogli, si ritrovano sbalzate nell'Aldilà, accolte, si spera, da una Trinità cristiana, tutta comunque al maschile, pure quella.
Oggi vedevo, in TV, quel pazzo furioso leccese, di 17 anni, che ha ucciso, lapidandola, la morosina 16enne; hanno tentato di linciarlo, perché faceva gli sberleffi alla folla, all'uscita dalla Questura. Mi vien quasi da dire che era la fine che asi meritava, perlomeno una buona dose di botte.
Ho visto la Polizia versare calce viva, o un disinfettante, là dove la ragazzina, tra i sassi, era stata massacrata, una scena disgustosa.
E tutti i giorni, stupri o tentativi di stupro, con maschietti che aspettano una donna che si fa un giretto, al parco, in pieno giorno, già pronti all'impresa, con le brache calate, come è accaduto a Parma, ma non solo.
Però, molte volte, come per la 16enne pugliese, io mi chiedo fino a che punto possa arrivare il masochismo femminile; ha postato, su FB, un elenco chilometrico di “Non è amore se...”, seguito dalle violenze, fisiche e verbali, del mostro che le ha fracassato la testa, ma continuava a frequentarlo, imperterrita. E tante si lasciano persuadere ad accettare il passo fatale dell'incontro finale, chiarificatore e pacificatore: la classica trappola per venire assassinate, come per Elisa Pavarani.  
Gli assassini e stupratori, ma che concetto hanno di una donna, dove è mai finito l'Amore? Sopravvive, laido e turpe, solo un perverso sentimento di possesso, non di una donna, ma di un oggetto, in esclusiva: sta' buona e zitta o ti ammazzo!
Io ed i miei coetanei siamo cresciuti senza mai osare di rivolgere il minimo apprezzamento malizioso ad una ragazza. Non vedevamo, come pare per tanti giovani, in una donna, solo la femmina, portatrice unicamente di caratteri sessuali primari e secondari.
Al mare, ma chi mai stava a notare eventuali celluliti o smagliature?  
Io credo che oggi manchino non gli insegnamenti verbali, inutili, ma gli esempi pratici, quotidiani, in famiglia e a scuola, e non solo tra i maschi, ma anche tra le femmine, privi tutti di una qualsiasi minima educazione, sessuale e genitale, incapaci di rispetto reciproco tra di loro, di passare oltre alla pulsione animale all'accoppiamento, puro, semplice e sbrigativo, o alla reciproca esplorazione fisica, in un petting compulsivo ed esasperato.  
Ora ci si mettono anche i carabinieri: quelli che, al cinema, al buio, nell'ultima fila, noi ragazzi di fine anni '50 e primi '60, temevamo che ci beccassero, taciti ed invisibili, nei nostri approcci un po' spinti, con le ragazze. Tutte consenzienti, comunque; ma ci sbattevano fuori dalla sala, senza tante storie, con grande ignominia. E il giorno dopo, eravamo sulla bocca di tutto il paese.

Franco Bifani

8 commenti:

  1. Va bene, Ambrogio, se ti ho promosso a Direttore, invece che sempre e solo Ponzi?

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    1. Ho lasciato "Direttore" solo perché l'ho trovato pittoresco. Grazie Franco.

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  2. Anch'io ho visto quella vergogna. TV spazzatura è poco, basta fare audience. Prof. Bifani le sue parole sono di una delicatezza incredibile e io come donna, mamma e per fortuna non nonna posso solo condividerle (ho una certa età!). Riposi in pace Noemi e si faccia silenzio di fronte alle mostruosità.

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  3. Ambrogio, ma un Ponzi, figlio di cotanto padre, non poteva che meritarsi l'attributo di "pittoresco".

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  4. Quanto severamente pensate che puniranno quell'infame 17enne? Già si permette di rimanere in silenzio, poi invocheranno,,i suoi avvocati, la seminfermità mentale. Hanno già dichiarato che si è pentito, che vuole riprendere gli studi. Gli daranno 10 anni, ne farà 5, poi, una volta uscito, si metterà a dipingere,,scriverà un libro, terrà conferenze contro la violenza sulle donne. Abbiamo una magistratura pietosa! E se l'assassino fosse suo padre, talis pater, talis filius?

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  5. di solito le mele marce cadono vicino alla pianta, lo dimostrano i comportamenti del pistola il cui padre aveva menato il bagnino, peraltro figlio di un altro elemento......

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  6. "Invocheranno la seminfermità mentale" dici Prof. Bifani? Vorrei che invocassero la totale infermità mentale, non per ottenere una riduzione di pena, ma per confermare, una volta per tutte, che i PAZZI ci sono e sono tra noi e che siamo in loro balìa e che non c'è arma con la quale poterci difendere.

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  7. non sono d'accordo con Claretta, la pazzia che deriva da una malattia è un conto, i pezzi di m.... sono altra cosa e il modo per difenderci esisterebbe se solo vivessimo in un paese al minimo della normalità.
    ma qui di normale non c'è più nulla..............purtroppo

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