lunedì 25 settembre 2017

Vasi non comunicanti? Crediamo d'intenderci, non ci intendiamo mai!

Sfida ognuno di noi la solitudine. La comunicazione vorrebbe essere di aiuto, talvolta non basta. In questo articolo Franco Bifani ne rileva i limiti di sempre e quelli nuovi che la tecnologia, agendo sugli strumenti, di fatto crea.
A.P,

Vasi non comunicanti?

Aveva scritto un grande siciliano, in “Sei personaggi in cerca d'autore”, che abbiamo dentro tutti un mondo di cose, ma non riusciamo ad intenderci, fra di noi, perché il senso ed il valore che noi attribuiamo a quanto esprimiamo, sono assunti, da chi ci ascolta, con un senso ed un valore suoi propri. “Crediamo d'intenderci, non ci intendiamo mai!”-dice il padre.
La comunicazione parte dalla bocca di chi parla, e arriva all’orecchio di chi ascolta, e, da qualche migliaio di anni, da chi traccia dei segni fino alla vista di chi li decifra. Ma la comunicazione non è quello che diciamo o scriviamo, bensì ciò che arriva agli altri. E’ pressoché impossibile comunicare in modo tale da non essere fraintesi.
Gran parte della popolazione mondiale è composta da persone che hanno qualcosa da dire o da scrivere, ma non possono. Nessuno li ascolta e li legge, e sovente ne sono violentemente impediti. Più spesso, sono incompresi o mal intesi. “Oh, Lord, please, don't let me be misunderstood! -cantavano gli Animals.
L’altra metà degli esseri umani non hanno niente da dire, e continuano invece a sproloquiare, scarabocchiare, tastierare, compulsivamente, cose inutili e noiose, bolle di sapone, che paiono mirabili, ma solo per pochi istanti, e dentro sono vuote.
Oggi, con il boom della comunicazione, tutti vogliono segnalare che lo stanno facendo, specie se si tratta di quisquilie, vedi chat ed sms. Invece, impera una sorta di malefica incomprensione ed incomunicabilità, che induce al famoso “male oscuro” di Berto.
In epoca di Pc e cellulari, di mails e sms, niente sostituisce lo sguardo dell’essere umano ed il tono delle sue parole. La mimica rende più vive le parole e conferisce loro più forza, rivela i pensieri e le intenzioni, le rende più intense.
Purtroppo, la tendenza a giudicare gli altri è la più grande barriera alla comunicazione e alla comprensione.
E la vera comune corrispondenza non può aver luogo soltanto fra persone di uguali sentimenti e di uguale pensiero, sarebbe noiosa, come parlarsi addosso ed allo specchio. La vita è questo: come rompere la propria solitudine, come comunicare con gli altri, come capirli e farsi comprendere.
Una regola importante è la conoscenza e la competenza, per ciò di cui parliamo: “Rem tene, verba sequentur”. Non puoi parlare di ciò che non conosci, non puoi condividerlo. Ed inoltre: “Sutor, ne supra crepidam!”
La musica è forse l’esempio unico di ciò che avrebbe potuto essere la comunicazione universale, tra anime, se non ci fossero stati il linguaggio e la scrittura.
“Navi che passano nella notte e passando si parlano\Si dà soltanto un segnale, e una voce distante nell’oscurità\ Così nell’oceano della vita noi passiamo e ci parliam l’un l’altro\ Solo uno sguardo e una voce; poi di nuovo l’oscurità, e il silenzio.” -così Longfellow.
E Montale, tristemente, aveva dovuto concludere, in “Tempo e tempi”:
Non c'è un unico tempo: ci sono molti nastri
che paralleli slittano
spesso in senso contrario e raramente
s'intersecano. È quando si palesa
la sola verità che, disvelata,
viene subito espunta da chi sorveglia
i congegni e gli scambi. E si ripiomba
poi nell'unico tempo. Ma in quell'attimo
solo i pochi viventi si sono riconosciuti
per dirsi addio, non arrivederci.
Io, però, rimango fiducioso e speranzoso; credo che esista qualcun altro, che mi faccia sentire meno solo. Sono sicuro che ci sia, da qualche parte.

Franco Bifani



1 commento:

  1. Amaro, un po', ma veritiero.
    Tutti lamentano la solitudine, ma la comunicazione è dare qualcosa di sé che è necessario possedere, è un "concedersi "dell'anima a chi è disposto ad accoglierla.
    Se ciò avviene non si è più soli: in qualche luogo vicino o lontano c'è qualcuno con cui i tuoi pensieri sono in costante comunicazione.

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