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martedì 16 gennaio 2018

L'Anonimo di Borgo: Scuola e Religio

Il complesso mondo della scuola offre due servizi scolastici paralleli: quello statale e quella delle scuole paritarie. Queste ultime nella maggior parte dei casi sono gestite da ordini religiosi o comunque di marcato accento confessionale. 

A Parma è successo quanto già alcuni anni fa capitò a Fidenza nel 2014: senza avviso in periodo di iscrizioni scolastiche per il prossimo anno, una scuola paritaria chiude. 
Questo il fatto su cui si è innestato un dibattito acceso nel vicino capoluogo, dibattito che ha avuto risonanza oltre i confini della provincia assumendo risvolti definiti "sorprendenti".
Registriamo questo intervento dell'Anonimo di Borgo, persona che sotto l'anonimato nasconde una persona tradizionalmente sensibile a queste problematiche sulle quali si è anche impegnato anche in sede politico-amministrativa.


Scuole Luigine di Parma

Ambrogio,

trovo anche sulla Gazzetta di Parma, come puoi verificare, una notizia sorprendente.
Qui riporto l'articolo del "Quotidiano di Parma"
Il caso della chiusura delle scuole Luigine di Parma ha trovato spazio anche sul Corriere della Sera, ma in una chiave inaspettata. Per raccontare di un’istituzione educativa plurisecolare che viene chiusa senza nessun confronto, il più autorevole quotidiano italiano sceglie un risvolto particolare: anche agli islamici dispiace che queste scuole non ci siano più.
E’ Radwan Khawatmi, noto imprenditore di origine siriana, da 50 anni a Parma, ad alzare la voce per protestare contro la chiusura ordinata da Roma (le Luigine sono suore di Parma, nate qui a metà Settecento, ma da alcuni anni – a causa delle poche vocazioni – sono entrate a far parte del più ampio ordine delle Imeldine, che Parma non la conosce).
Il figlio di Khawatmi è uno di quelli che da giugno dovranno trovare una nuova scuola, assieme a centinaia di altri.
“Dalle suore, non me l’aspettavo… Tutti a chiedermi: ma come, un musulmano che difende una scuola cattolica? Non vedo il problema. Sono orgoglioso, il cristianesimo è anche un patrimonio della cultura italiana. Quando ho iscritto il mio François a questa scuola di suore, ho firmato un patto per l’insegnamento religioso. A me importa che lui cresca con certi valori: cristiani o musulmani, non conta. M’importa che quel patto sia rispettato. E che quest’antica scuola non finisca qui”, dichiara Khawatmi al Corsera. Chissà se il rilievo che la vicenda sta assumendo non possa spingere qualcuno a Roma a ragionare…"
Ti trasmetto ora alcune mie considerazioni.

A Fidenza è stato chiuso il Liceo umanistico del Canossa senza nessun dibattito, nel più assoluto silenzio. senza nessun segno di gratitudine verso le Cannossiane.
A PARMA SI è APERTO UN SERIO DIBATTITO vuoi per i 250 studenti che rimarranno a piedi e le autorità preposte non sanno dove e come recuperare gli ambienti scolastici per il prossimo settembre.
Quello che manca è una vera presa di coscienza sul ruolo della libera scelta dei genitori di scegliere dove mandare i figli alla scuola statale o PARITARIA come stabilito dalla nostra Costituzione rimasta inascoltata e inattuata, art.33.
I laicisti,i Mangia preti nostrani da anni fanno battaglie per chiudere le scuole Paritarie negando loro i giusti e doverosi finanziamenti.
L'assurdo è che i cattolici timorosi non hanno il coraggio di rivendicare i diritti sanciti dalla Costituzione ( PECORONI ). in compenso arrivano gli islamici che mandano i loro figli nelle scuole Cattoliche e nel caso delle LUIGINE di Parma diventano i primi difensori della libertà di Educazione, peccato che nei loro stati non sono solo timorosi ma il loro silenzio è a difesa della loro vita, Qui diventano rispettosi della libertà altrui, sono veramente Bravi...? Non dimentichiamoci che la nostra COSTITUZIONE è nata dalla resistenza con tanti sacrifici umani per dare alle generazioni future una Italia Democratica e Rispettosa dei valori e Principi per l'affermazione della dignità umana. 
Non siamo pecoroni ma persone attive e propositive almeno per i nostri figli come hanno fatto i nostri padri..Rivendicando la libertà di educazione.
L'Anonimo di Borgo

7 commenti:

  1. Io non capisco l'istituzione ed il mantenimento di scuole confessionali, di qualsiasi fede, perché in esse viene impartita un'educazione monotematica e a senso unico. Fatti storici ed opere letterarie vengono forzatamente letti sotto una certa lente, ed anche i docenti non hanno nessuna libertà didattica e pedagogica. Ciò che si tratti di scuole cattoliche, islamiche o ebraiche.
    E dichiarando quanto sopra, non mi sento affatto pecorone, come scrive educatamente l'Anonimo. Chi iscrive la prole in una scuola confessionale, lo fa a ragion veduta, intende cioè che esca con una certa ben definita ed immutabile impronta, con un marchio di fabbrica standard, uguale per tutti gli allievi dell'Istituto, senza possibilità di scelta, se non quella di andarsene per altri lidi educativi. Non mi pare una faccenda democratica, se manca una pluralità di idee e di opzioni.

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  2. Prof. Bifani si sente di garantire che nella scuola pubblica, non confessionale, non ci siano insegnanti che impartiscano "un'educazione monotematica e a senso unico"seppur laica?
    Io non credo sia possibile. Ognuno porta con sé il bagaglio della propria formazione.
    Fondamentale ritengo sia il rispetto per i ragazzi che si hanno di fronte, l'intento di trasmettere una capacità d'uso della propria testa, oltre al senso critico e alla discussione delle varie posizioni.

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    1. Signora Guidorzi, Lei pensa che,ripeto certi eventi storici, soecie contemporanei, e certi autori vengano trattati in modo obiettivo, se non ignorati, in una scuola confessionale? Lei poi pensa unicamente a quella cattolica, mentre io ho ben specificato che mi riferisco a quelle di ogni fede. Diamo a Dio quel che è di Dio, a Cesare quel ch'è di Cesare. Infine, Lei si sente di affermare che in una scuola confessionale i docenti siano liberi ed obiettivi, e non vincolati, invece, da determinate regole ferre, didattiche e pedagogiche, riferentesi a Bibbia, Corano o Vangeli, più Tradizione?

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    2. Veramente non mi riferivo in particolare alla scuola cattolica.
      In quanto alla libertà dei docenti non mi dirà che durante il fascismo erano autonomi, eppure era scuola pubblica. Riconoscerà anche quanto abbia contato il Sessantotto nel determinare indirizzi di opinione e non certo sempre obiettivi.
      È normale che uno parli alla luce delle idee in cui crede, importante è lasciare agli altri la possibilità di scegliere.

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    3. Signora Guidorzi, non mi può condurre paragoni tra una scuola di regime e quella attuale. Il '68 ha se non altro svecchiato certi programmi educativi, formativi ed informativi.
      Io ho finito il Classico, al sussiegoso Romagnosi di Parma, fermo alla Grande Guerra e a Pascoli. Oltre, meglio non avventurarsi, per evitare giudizi su fascismo, antifascismo e dopoguerra.
      Guai citare la Resistenza, i partigiani, la Shoah. Io che lo facevo, ero guardato storto dalle colleghe bigotte, quale perverso comunistoide.
      Ma ho sempre presentato le due facce della medaglia, se appena possibile, e non mi sono mai permesso di indottrinare e prevaricare le coscienze dei miei alunni, come fanno certe insegnanti di CL.

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  3. Articolo 33 della Costituzione Italiana IV comma:
    “La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali”.
    In riferimento ai casi di Fidenza e Parma dove scuole Paritarie hanno chiuso o intendono chiudere la propria missione educativa intendo fare presente:
    Quello che manca è una vera presa di coscienza sul ruolo della libera scelta dei genitori di mandare i propri figli alla scuola statale o PARITARIA come stabilito dalla nostra Costituzione rimasta inascoltata e inattuale, art.33.
    Vorrei qui ringraziare la signora Marisa Guidorzi per il sostegno alla libertà dei genitori di scegliere il tipo di scuola a cui mandare i propri figli, con argomentazioni fondamentali per attuare tale scelte in conformità alla nostra Costituzione.
    Quello che manca è il trattamento equipollente, in un periodo come il nostro le famiglie hanno serie difficoltà a pagare le rette di supplemento ( di questo si tratta), di conseguenza viene meno la libertà di scelta, calano le iscrizioni, le scuole paritarie chiudono. Il comma IV dell’art.33 rimane scritto ma non attuato e gli enti locali, lo stato, si trovano in difficoltà a trovare dalla sera al mattino i locali per accogliere gli studenti rimasti senza scuola, con grave disagio e danno alle famiglie.
    I governi che si sono succeduti dal 1948 ad oggi, non hanno fatto nulla per attuare “l’EQUIPOLLENZA” occorre provvedere.
    L’anonimo di Borgo

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    1. Io invece pensi che lo Stato dovrebbe destinare le somme per la sopravvivenza delle scuole confessionali per restaurare, rammodernare e rendere sicure le scuole statali, decrepite, prive di sistemi antisismici, piene di crepe, soggette a crolli, infiltrazioni di acqua, sfondamenti.
      Sono prive di palestre, di audiovisivi, di aule congrue. Migliaia di docenti sono a spasso, e tanti altri arrrivano da precari all'età pensionabile. Gente che ha passato 20 e più anni a studiare, per insegnare. Io non sono né sacerdote, né diacono, ma credo di aver fatto, per quasi 40 anni, il mio dovere, in una scuola pubblica, senza mai permettermi di prevaricare i miei giovani allievi.
      E non sarei mai andato ad insegnare in una scuola confessionale, dove mi sarei sentito in un disagio insopportabile, costretto a seguire una strada a percorso unico, inderogabile e fisso.

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