lunedì 16 luglio 2018

Politica: facciamo "Tabula rasa"

Tabula rasa

Cavour era un furbacchione, ha fatto l'Italia, o quasi, ma non gli italiani. Giolitti dava un colpo al cerchio e uno alla botte e ha preceduto Renzi e Boschi, in fatto di raids tra le Banche.
Di Mussolini, piaciuto tanto a tanti, mi è piaciuto il gesto di mandarle a dire, nel 1934, a Hitler, con quattro divisioni al Brennero. E poi, aveva fondato l'ONMI, io sono nato nella sede di Salsomaggiore.

Poi, arrivò Einaudi, ma era troppo piemontese, aveva votato per la monarchia, nel '46, ed era anche uno sparagnino.
De Gasperi non piaceva a Pio XII, quello che si credeva  la reincarnazione di Gregorio VII; era anche eccessivamente “austriacante”. Fanfani era molto aretin poeta tosco, arrogante e piccoletto. Moro lasciava tutti disorientati; alla fine dei suoi discorsi-fiume, pareva che avesse dato ragione a tutti. Segni arraffava un po' di qua e un po' di là, non parliamo poi di Leone, che non aveva il cuore di Riccardo.
Scelba aveva firmato la “Legge truffa”; Tambroni, era troppo filofascista.
Andreotti, beh, meglio sorvolare...Prodi era un Mortadella, D'Alema riuniva in sé pregi e difetti del Gatto e della Volpe; un veterocomunista reggiano lo aveva definito “troppo siùtto!” Su Berlusconi stendiamo un velo, ma impietoso. Monti&Co, dividono ancora gli italiani, con le loro decisioni spietate da governo “tecnico”.
Arriviamo a Renzi ed alla sua Corte dei Miracoli. Ne hanno detto peste e corna, a torto o a ragione, gli hanno rovesciato addosso bilichi interi di letame. Non dico che non se li meritasse, ma ai posteri ecc...Ora siamo al Conte de li cunti, una comparsa, dietro le quinte del Salvini-Show, insieme a DiMaio, mentre spintonano Calenda e Casalino.
Peste bubbonica, setticemica e polmonare sul Super-leghista, fascionazista, razzista, xenofobo, novello Himmler, rinato Goebbels.
Ha già aperto, segretamente, lassù, tra monti e valli d'or, popolati da Lumbàrd celoduristi, dei Lager per Rom, nègher e maruchìn, controllati e seviziati da SS ed EinsatzGruppen, sempre lombardo-veneti, in divise verde ramarro. Pattuglia il Canale di Sicilia, su un Maiale, inteso come mini-sommergibile, insieme con la Meloni, armato di siluri antigommoni. Lui canticchia “Battaglioni M”, come Matteo, la Meloni, invece, ripete il ritornello de “La società dei Magnaccioni”: “e' mejo er vino de li Castelli de questa zozza società (de neggri)”.


Ora, avremo anche ragione, ma a noi italiani, dei nostri governanti, da 150 anni non ne va bene uno solo. Siamo stati buoni e zitti, ma non troppo, solo durante il Bieco Ventennio, ma poi abbiamo dato la stura ad una valanga di insulti, corna e bicorna, gestacci dell'ombrello, ditoni medi levati al cielo.
Mi chiedo: ma tutti 'sti candidati a Premier, Capo di Stato, Ministro, esperti sociopolitologi ed economisti, che concionano e sproloquiano nei bar, nei salotti-bene -od anche male-, che redigono letterone logorroiche e commentacci distruttivi e micidiali, sul web e sul cartaceo, se salissero sugli scranni del Potere, farebbero davvero cose tanto diverse da coloro che criticano così ferocemente? Mi balla un occhio, me bàlla un oecc!, come dicono a Milano.  

“Taci. Su le soglie
dei blog non odo
parole che dici
umane...

Franco Bifani

8 commenti:

  1. Tra il serio e il faceto è stato detto tutto!

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  2. Purtroppo, Marisa, però, sono decenni che la gente comune si disinteressa della politica, disillusa e schifata, e noi veniamo governati da una marmaglia di ignoranti ed incompetenti.

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  3. Vedendo la facciata del Municipio, ricoperta dei simboli della vecchia DC e del vetero-PCI, considero che quelli erano ancora bei tempi, quando le ideologie contrapposteverano ben distinte e riconoscibili. Mancava il minestrone rancido riscaldato di oggi.

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  4. A volte ho l'impressione che nella crescita umana e morale della società italiana ad un certo punto si sia creata una frattura sempre più profonda per cui ora stiamo vedendo intorno a noi uno sbando nella cultura, nella scuola, nella politica, nei costumi, nei sentimenti...Un mondo si è chiuso sui propri errori senza riuscire a creare delle basi per costruirne uno nuovo.

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    1. Concordo, Marisa, e, secondo me, tutto è cominciato con il famigerato 68, che ha distruttore il concetto di autorità e ha inaugurato la vicenda di diplomi e lauree facili, con i 60 e 36 a pioggia.

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    2. Sono i prezzi che si pagano dopo ogni rivoluzione. Cambiano apparentemente le cose, ma il Pensiero va avanti per una lenta evoluzione, non fa salti e più radicale è il mutamento e più lungo è il processo per ritrovare un equilibrio.

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    3. Marisa, perdonami, ma secondo te, il 68 ha portato una rivoluzione? Ha solo distrutto il concetto di autorità. Ci sono ancora in giro, a Fidenza, ex-sessantottini che io ricordo bene come marxistelli borghesucci, contestatori della domenica.

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    4. Non pensi, Franco, che sia stata una rivoluzione? Niente è più stato come prima, la distruzione del concetto di autorità ha avuto ripercussioni forti in tutti i rapporti: lavoro, scuola, famiglia, politica...Guarda in quale confusione viviamo, ognuno si ritiene "unico"e si fa legge per conto suo.
      Chi ha vissuto il Sessantotto vi è rimasto in molti casi abbarbicato, ma ormai è innocuo, chi ne ha ereditato le conseguenze vive un oggi disorientato.
      Capisco che molti non siano d'accordo con il mio punto di vista, ma posso permettermi certe osservazioni dall'esterno dato che quel periodo l'ho seguito senza esserne per forza coinvolta e neppure sconvolta.

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