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mercoledì 17 giugno 2020

Roberto Mancuso ci racconta "La pieve di San Giovanni Contignaco"

Dieci secoli di una pieve di campagna narrano
 pace, fede e guerre di Parma e Piacenza, di
Salsomaggiore e Fidenza

La narrazione di Roberto Mancuso nel suo ultimo libro “La pieve di San Giovanni Contignaco”, affascina perché mischia episodi, leggende, dicerie ad osservazioni dirette e studio di documenti, usando gli uni per interpretare gli altri, sfruttando le emozioni per attizzare l’attenzione.


Così, una pietra scolpita collocata sull'altare, che rischierebbe di passare inosservata, attrae lo sguardo se si sa come e da chi venne raccolta. 
Una vicenda di confini, diatriba catastale tra potenti d’allora, ci coinvolge in un giallo con tanto d’omicidio, di cui s’ignora ancora il colpevole, perché tutti quelli sinora indicati nei manoscritti sono vissuti anni prima del fattaccio. 
È questo artifizio narrativo, questo mischiare, verrebbe da dire «sacro e profano» della storiografia a rendere sapido il libro. Il volumetto in poco più di cento pagine ci racconta tutto questo e qualcosa di più. 


La pubblica presentazione, abbiamo dovuto pazientare un po’ a motivo dell’emergenza pandemica, è ora scadenzata per domenica 21 giugno  a Contignaco alle ore 17.
Nel suo libro Mancuso ha riservato uno spazio per parlarci dei parroci di San Giovanni o, perlomeno, di quelli che più sono rimasti alla memoria, per poi soffermarsi a parlare dell’attualissimo don Renato Santi, parroco dal 12 aprile 1970. 
50 anni precisi quindi, quale miglior omaggio questo libro per don Renato? 
Avendo curato l'Introduzione al testo del libro non mi dilungo ulteriormente, il libro è già in libreria a Salsomaggiore e presto lo sarà a Fidenza. 
Ricordo infine che Roberto Mancuso non è uno scrittore professionista, ma un appassionato di storia dei suoi luoghi. Una passione che lo porta a condividere con gli altri i risultati delle sue ricerche.

Ambrogio Ponzi


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