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mercoledì 14 ottobre 2020

Haters, trolls, shitstorms, cretini


Haters, trolls, shitstorms

In particolare sui social, o meglio a-social, imperversa la mala genìa degli haters, sciacalli da tastiera, di solito nullità anonime, con nick idioti, dediti a spargere espressioni violente di odio razzista e insulti contro donne di successo -vedi Chiara Ferragni-, gay, disabili, fedeli di altre religioni, immigrati. 
Roberto Saviano, in una intervista, disse: “Gli haters sono come la merda, concimano”. Fin troppo buono e delicato. 
 L'odiatore vomita odio e violenza pubblicando ciò che mai avrebbe il coraggio di esprimere in carne ed ossa, resta solo un NIP, cui non attribuire nessun termine di paragone, nemmeno quello del letame, che ha una sua innegabile funzione positiva. 
L'hater si nutre di ignoranza e cresce con la sondocrazia. Le sue parole escono da un orifizio sbagliato. Per lui, i social sono il WC virtuale in cui evacuare le proprie scorie emotive.

In Italia non esiste una legge ad hoc per le offese digitali. Si fa sempre riferimento a diffamazione o calunnia. 
Nei processi, i giudici arrivano a dire che i social non sono autorevoli e godono di una scarsa considerazione e credibilità, per cui non ledono la reputazione altrui. 
Quindi, spargiamo pure offese e insulti, tanto chi ci crede! Ma quando ad essere colpiti dalla violenza digitale sono persone deboli e fragili, le conseguenze possono essere fatali. C'è chi è arrivato al suicidio.
Generalmente, l'hater è solo geloso ed invidioso. Non accetta pensieri diversi dai suoi e se gestisce un blog, estromette immediatamente chi non la pensa come lui. 
L'hater vomita rabbia e cattiveria in seguito al senso di inadeguatezza e al livello di mediocrità che sa benissimo di possedere e denigra chi, invece, è riuscito a costruire qualcosa di positivo.
Cattelan e Bebe Vio hanno dedicato agli haters un breve video, ed esiste anche un documentario, su di loro, “The Internet Warrior”. Con che risultati, non si sa.
Franco Bifani


Haters s. m. e f. Chi, in Internet e in particolare nei siti di relazione sociale, di solito approfittando dell’anonimato, usa espressioni di odio di tipo razzista e insulta violentemente individui, specialmente se noti o famosi, o intere fasce di popolazione (stranieri e immigrati, donne, persone di colore, omosessuali, credenti di altre religioni, disabili, ecc.). 

 


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