giovedì 25 novembre 2021

Ora, chi ha ragione o torto?

Il Truppo stroppia?

Quella della presenza del crocifisso negli spazi pubblici è una questione ciclicamente annosa. Me ne ricordo fin dalle elezioni dell'aprile 1948, ad opera dei duri e puri comunisti dell'epoca. L'ultimo caso è scoppiato recentemente a Milano, per la “sgradita” presenza del crocifisso nelle aule dei municipi meneghini 6 e 8. Riccardo Truppo, consigliere di FdI e Vicepresidente del Consiglio comunale, si è scagliato contro chi lo ha rimosso vilmente dai suddetti locali.

Sarebbe stata una scelta arbitraria, tesa a cancellare una radice profonda dalla cultura del nostro Paese.  Lasciar correre vorrebbe dire piegarsi a una bieca rivoluzione culturale che nullifica l'individuo, l'identità della comunità, delle famiglie, della nostra nazione, dell'Europa e del mondo occidentale intero. Così si è espresso Truppo. 

Certo, molto meglio sventolare Vangeli e rosari nelle pubbliche piazze.  Ed ha continuato ricordando che il crocifisso è un simbolo definito, in ambito internazionale, come origine religiosa dei valori di tolleranza, di rispetto reciproco, di valorizzazione della persona, di affermazione dei suoi diritti, di riguardo alla sua libertà. Così ha ribadito Truppo, esponente di FdI!  

Non si tratta, perdinci!, di un mero suppellettile. Anche Enrico Turato, candidato al municipio 8, sempre con FdI, non si è “turato” il  naso, ma si è associato alla protesta.  

Effettivamente, la Sinistra piddina aveva tolto il crocifisso dalle aule incriminate per iniziativa personale della presidente Pelucchi, in nome  e per conto di un laicismo da PCI di vecchio stampo.

Ora, chi ha ragione o torto? Non ricorriamo al solito “Ai posteri l'ardua sentenza”, ma casomai a Lenin e a Gesù Cristo, diretto interessato da due millenni.

Franco Bifani


3 commenti:

  1. Posso aggiungere che personalmente il Crocifisso non mi procura alcun fastidio. Me ne dà molto invece che chi segue un’altra fede pretenda, urlando e sbraitando, che venga assolutamente tolto, quale offesa alla sua religione. Chi ha orecchie per intendere…

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  2. Da credente, convinto, provo profonda tristezza di fronte a queste notizie. Primo perché mi dispiace che qualcuno non si senta amato da quel Cristo morto sulla croce, ma per questo, appunto, ci vuole fede e non a tutti, misteriosamente, è data.
    Secondo, perché credo sia profondamente ignorante, se non in cattiva fede, chi non vuole riconoscere che l'Italia, e l'Europa, sia profondamente innestata in quelle radici cristiane che ne hanno permesso la crescita culturale e sociale. Disconoscere questo, vuol dire disconoscere la realtà di secolo di storia.
    Certo la storia della chiesa non è tutta positiva, ci mancherebbe: è fatta di uomini e come tale per forza imperfetta, anzi a volte proprio sbagliata. Ma nel bene, e nel male, ha permeato il nostro paese e pretendere di cancellarlo non ha senso.
    Oggi mi pare, poi, di vedere un richiamo alla tolleranza a senso unico: dovremmo essere tolleranti solo verso i "diversi", e così, impugnando la bandiera della tolleranza, si rischia di diventare intolleranti verso altri.

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    1. Non si tratta tanto di fede profonda, ma di un minimo di rispetto per i simboli di una qualsiasi religione. Ci sono, invece centinaia di milioni di fanatici che disprezzano e odiano chi segue un altro credo. Oggi, non secoli orsono

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