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giovedì 2 dicembre 2021

La Madonna di Borgo Marazzo ora Via Tommasini


L’avevo notata anni fa, nel vicolo dietro al Teatro Magnani, quella nicchia in alto, tra due finestre, dedicata alla Madonna. Una delle poche rimaste in giro dopo le varie ristrutturazioni e ammodernamenti architettonici.
Un tempo era la regola: ogni casa, ogni angolo di strada aveva un posticino per un’immagine sacra, dipinta o scolpita, messa a protezione, ma anche come simbolo religioso per un riferimento quotidiano.


Sicuramente non un grande artista, ma un uomo di fede ha dipinto quella Madonna con il Bimbo sotto un cielo di stelle: due vasi di coccio rovesciati – ormai scrostati in basso dalle intemperie – a fare da corpo per sostenere le due teste rotonde, e incoronate, ma vicine vicine in un tenero abbraccio.

Quello che mi aveva colpito, allora, era un supporto di ferro, un’asta orizzontale con il perno infilato in un occhiello che reggeva, dalla parte opposta, un portavaso.
Manovrato dalla finestra di sinistra, lo si faceva ruotare fino a posizionare il vaso di fiori giusto giusto davanti alla Madonna. Ingegni antichi, il cui ricordo mi è dolce.
Sono ripassata altre volte da lì, ma non sempre la fretta e i pensieri aiutano a guardarsi attorno, per cui, da tempo non avevo più rivolto lo sguardo alla nicchia.

L’ho fatto l’altro giorno, e, con amarezza, ho notato che l’aggeggio per portare i fiori davanti alla Madonna non c’era più... è rimasto solo l’occhiello vicino alla finestra.
In compenso - o forse per questo è stato tolto, ma ho i miei dubbi – hanno messo a destra della nicchia un grosso lampione, come tanti altri nelle vie del centro storico.
Sono rimasta un po’ lì, perché c’era il sole, e non ero poi di premura...
Ho provato a suonare ai diversi campanelli della porta sottostante, nella speranza o illusione che qualcuno mi aprisse, per dirmi che il portavaso era stato messo in cantina o in qualche sottoscala... ma nessuno mi ha aperto.
Ho pensato di fare una foto: ora il cellulare sempre a portata di mano permette di fissare tanti momenti, e di pensare a quelli persi... mi dispiace molto, infatti, di non avere una foto di allora.

Mentre mi accingevo ad inquadrare, ho visto un nido alla base del lampione, che prima non avevo notato.
Natura meravigliosa che si adatta in continuazione alle varie realtà e suscita qualche considerazione: quegli uccellini hanno scelto il posto migliore!
Sono diversi, infatti, i lampioni nella via, perché è stato scelto proprio quello? Sembra un omaggio alla Madonna, un modo per farle compagnia, per coprire le nostra mancanze...
Dev’essere stato uno spettacolo, dalle due finestre a poco più di un metro di distanza e senza ostacoli intermedi, e pure con illuminazione notturna, vedere costruire il nido, veder covare le uova, veder nascere i piccoli, sentire i loro pigolii in attesa del cibo portato dalla mamma (anche dal papà?), vedere i primi voli con qualche caduta, nella speranza che nessun gatto fosse nei paraggi...

Si... ma credo che le finestre siano sempre state chiuse.

Fidenza primo dicembre 2021 Mirella Capretti



Ma all'imprevidenza fotografica di Mirella Capretti siamo in grado di porre riparo. Le due foto, che mostriamo accostate, sono state scattate alle date rispettivamente indicate, la rimozione dell’aggeggio portafiori quindi è avvenuta in una data intermedia.

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