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sabato 23 luglio 2022

Le chiese nascoste. A Roma con Nino Secchi

Le chiese di Roma sono più di 900, un dato che ne fa la città con più chiese al mondo; la loro storia accompagna quella della città da diciassette secoli, segnandone l’evoluzione religiosa, sociale ed artistica. Ce ne sono gigantesche, antiche, importantissime, ma ce n’è una, non meno importante delle altre, che è anche il più piccolo luogo di culto di Roma.

Un sito particolare, che non tutti conoscono, persino moltissimi Romani.  Di solito, in arte e non solo, si usa dire che “piccolo è bello”. Nessuna definizione è più adatta e confacente di questa per descrivere il fascino della cappella di Santa Maria dell’Archetto, nascosta e pressoché sconosciuta tra le vie del più frequentato e affollato centro storico di Roma.

SANTA MARIA DELL'ARCHETTO

La storia narra che in un vicolo della zona (siamo nei pressi della Chiesa dei Santi XII Apostoli e di Palazzo Odescalchi) fu esposta un’immagine della Madonna, dipinta alla fine del Seicento – 1690 – dal bolognese Domenico Muratori. Poco dopo essere stata sistemata nel suo angolino, come era d’uso per le varie “Madonnelle” che si incontrano per le vie di Roma, il ritratto della Vergine mosse miracolosamente gli occhi, creando – com’è da immaginarsi – grande emozione e anche scompiglio tra i fedeli. 

La marchesa Papazzurri, proprietaria del palazzo adiacente, oggi conosciuto come palazzo Balestra, decise di spostare il dipinto sotto un piccolo arco, per proteggerlo e salvaguardarlo. Qualche anno più tardi, siamo nel 1751, anche per risparmiare l’immagine da possibili atti vandalici da parte di malintenzionati, i numerosi ex voto che circondavano la Madonna, furono aggiunti due cancelli per chiudere l’accesso alla stradina, proprio un vicoletto. 

Nel 1796, esattamente un secolo dopo il primo fatto portentoso, l’immagine di Maria mosse nuovamente gli occhi e pianse. Come sostennero molti cronisti dell’epoca, motivazione che serviva ovviamente anche alla politica del momento, si disse che la Madonna pianse per lo sdegno della sacrilega invasione francese dello Stato della Chiesa, così come avevano fatto molti altri dipinti e anche statue in ogni angolo d’Italia.  

Nel 1851, per volere dei marchesi Alessandro e Caterina Papazzurri, il vicolo fu trasformato in una chiesetta, proprio minuscola. Secondo molti che hanno scritto e celebrato Roma, si tratta del più piccolo santuario mariano di Roma. Come abbiamo detto all’inizio “piccolo è bello” e basta entrare per rendersene conto. 

 MADONNA CAUSA NOSTRAE LAETIZIAE

L’immagine della “Madonna causa nostrae laetitiae” è posta sull’altare, sovrastata da una piccola cupola finemente decorata, progettata da Virginio Vespignani (architetto particolarmente attivo durante il papato di Pio IX). Le nicchie sulle pareti sono delimitate da eleganti cariatidi in gesso. La volta è abbellita da fregi in stucco dorato e presenta addirittura una cupola, vero prodigio architettonico a causa del minuscolo spazio che la contiene.          La navata è talmente stretta che ospita solo poche file di quattro sedie, spesso affollate specialmente durante la recita del Santo Rosario che avviene tutte le sere alle 18,30. 

Volontà e voglia permettendo, questo minuscolo oratorio verrà inserito in una raccolta che, per ora, pensavo di intitolare “Roma e le chiese nascoste” e sarà una ricerca e una descrizione davvero voluminosa in quanto, le chiese nascoste e poco conosciute di Roma, sono veramente tante, incredibilmente tante!

NINO SECCHI d'ORIOLA

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