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martedì 27 dicembre 2022

San Donnino, il calice e la bandinella

L'articolo propone un breve scambio tra devoti all'arte, alla storia e al nostro Santo Protettore, San Donnino Martire, la cui fama si è estesa in modo singolare lungo tutta la via che da Borgo conduce oltre gli Appennini, in Toscana. Il Santo è nelle insolite vesti di un giovane, non più come un soldato fuggitivo. E così nel dipinto viene appresentata la vocazione che conduce alla santità non già l'esito martiriale  che tutti noi conosciamo.
A.P.

"Opera di Giovanni Bilivert, (1576-1644) raffigurante san Donnino
 in veste di aristocratico cavaliere."

Umberto (Umbe) Battini: 
"Allego la scheda dei Beni Culturali circa un quadro di S. Donnino che mi pare interessante: è un ragazzino, forse segno di rinascita nella fede, la corona distante ricorda il cubiculario non più al servizio, Donnino indica la luce (Dio) che ha trovato, non il Re dio, il cane antirabbia, il calice, abbastanza uguale il pomolo diversa la coppa, forse era stata descritta da qualcuno al pittore visto che però ci somiglia all'originale".

"S. Donnino è rappresentato inginocchiato mentre impugna nella mano sinistra un calice e con l'altra indica. Ai suoi piedi è posto un cane, ed in primo piano un copricapo

Guglielmo (Mino) Ponzi:
Il dipinto è tra quelli pubblicati nel libro dell'82; è bello e importante, la lettura iconografica di Umberto è molto valida, va collegato come testimonianza al calice dei cappuccini di Pisa.

Il "libro dell'82" di Guglielmo Ponzi, Massimo Galli e Sandra Costa così dice:

Convento di san Donnino di Pisa

La chiesa primitiva fu fondata dai monaci cistercensi nel 1241, sotto il titolo di santa Maria «ad Martyres» e dei santi Donnino e Venanzio. Successivamente riedificata, passò nel 1569 ai Cappuccini, per volere del cardinale Ferdinando de' Medici. Il convento possiede una tela seicentesca, opera di Giovanni Bilivert, raffigurante san Donnino in veste di aristocratico cavaliere.
Il Santo appare anche nella terracotta sovrastante il portale (che ricalca fedelmente l'iconografia della tavola di Taddeo di Bartolo, proveniente dalla chiesa di san Marco evangelista alle Cappelle) e nel rosone dell'abside, che lo rappresenta nelle inedite ed inspiegabili vesti di vescovo.
La devozione a san Donnino è ormai praticamente inesistente.
Presso questa chiesa, che si trova nella parrocchia di san Giusto in Cannicci, era custodito un calice appartenente alla «Compagnia di san Donnino» 
Tale calice proveniva dal Duomo di Pisa e un manoscritto del convento fornisce al proposito notizie interessanti «Il Calice di S. Donnino per quanta diligenza si sia fatto non si è saputo come, né in che modo sia venuto nelle nostre mani. Solo si sa per tradizione antica dei nostri vecchi, che essendo il detto Calice nel Duomo di Pisa e conoscendo, che il gran concorso del popolo, che andava a bere era di gran seccatura a quei Reverendi, pensarono di darlo ai Cappuccini».
 Nella Cattedrale di Pisa (in cui si custodiva il calice del Santo) si trovava una cappella dedicata al martire, citata in un manoscritto del 1559.
Si ha anche notizie dell'esistenza, presso il battistero, di una cappellania di san Donnino   
Il culto del martire è documentato anche nella chiesa di san Marco evangelista alle Cappelle, dalla quale proviene la tavola di Taddeo di Bartolo, attualmente custodita nel museo nazionale di san Matteo.


San Donnino/ Crocifissione
Tipo: Opere; dipinto;
Autore: Taddeo di Bartolo

La tavola, dipinta su due lati, è una bandinella processionale. Su entrambe le facce è conservata la cornice, che nella parte superiore forma tre archetti a sesto acuto, ai lati presenta due colonnine tortili che poggiano su due lesene. 


1 commento:

  1. Che piacere leggere questi "estratti" dalle pubblicazioni che sembrano dimenticate. San Donnino è sempre attuale e sempre una sorpresa: grazie agli Studiosi che si danno la voce e ad Ambrogio che con passione mette insieme e valorizza i pezzi.
    Per me spassoso il brano: "...il Calice nel Duomo di Pisa e conoscendo, che il gran concorso del popolo, che andava a bere era di gran seccatura a quei Reverendi, pensarono di darlo ai Cappuccini".
    Scritto bello chiaro!
    I Cappuccini saranno stati più pazienti, o, a loro volta...

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