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venerdì 10 febbraio 2023

I santi del fiume Po

I santi del fiume Po e la mostra per San Corrado a Calendasco

In foto, da sinistra, San Geroldo di Colonia (morto e sepolto a Cremona) e due immagini dell'iconografia di San Corrado

Quelle del Grande fiume sono terre che hanno ispirato, nello scorrere dei secoli e della storia, poeti e scrittori, viaggiatori e fotografi, registi e giornalisti, pittori e scultori, patrioti e religiosi. Ma sono anche la culla di santi e beati. Tra questi i cremonesi Sant’Omobono, Sant’Antonio Maria Zaccaria, San Facio e San Geroldo.

Quella di quest’ultimo santo, e martire, è una figura che andrebbe valorizzata maggiormente. La sua vicenda è, ai più, poco conosciuta. Era, va ricordato, un pellegrino di origine tedesca che si recò a Santiago de Compostela e a Roma percorrendo la celebre via Francigena, morto nel 1241 dopo essere stato assalito ed ucciso da banditi che ne abbandonarono il corpo. Secondo la tradizione cremonese, il martirio avvenne nei pressi di Porta Mosa, a Cremona e, subito, le campane della città si misero a suonare da sole e numerosi miracoli e prodigi si moltiplicarono. Il suo corpo inizialmente fu recuperato da alcuni pescatori e fu inizialmente deposto nella chiesa di San Vitale, divenuta poi di San Vitale e San Geroldo per iniziativa del vescovo Omobono. Il corpo è oggi conservato nella chiesa di Santa Maria Maddalena, in Cremona, dove gli è anche dedicato un prezioso altare.

Poi ci sono i freschi santi (freschi perché canonizzati pochi mesi fa da papa Francesco) Giovanni Battista Scalabrini e Artemide Zatti (che trascorse quasi tutta la sua esistenza in Argentina ma nacque sulle rive del Po, a Boretto il 12 ottobre 1880) e altre celebri figure come quelle di San Rocco, San Savino, San Carlo Borromeo, San Folco Scotti, i beati Angelo Carletti e Giovanni Cacciafronte de Sordi e, quindi, san Corrado Confalonieri la cui memoria liturgica ricorrerà tra qualche giorno, il 19 febbraio.

Lo stesso giorno si celebre anche la festa della Beata Elisabetta Picenardi (1428 circa – 1468) di cui ricorrono i 555 anni della nascita al Cielo. La Beata, come noto, riposa nella parrocchiale di Torre dè Picenardi e, quindi, per un giorno, Calendasco e Torre dè Picenardi, in un modo singolare e particolare, saranno legate, sul filo della fede e della storia, nella memoria di queste importanti figure.

Ai santi ed ai beati del Po sarebbe bello, un giorno, dedicare una giornata e, perché no, una mostra. Nel frattempo, anche come occasione per conoscere meglio la storia dei territori bagnati dal fiume, una mostra è già in programma ed avrà luogo a Calendasco, in provincia di Piacenza da lunedì 13 a sabato 18 febbraio. Sarà una mostra documentaria tutta dedicata a San Corrado Confalonieri, curata da Umberto Battini, il più importante studioso della figura di san Corrado Confalonieri. Al santo piacentino, Battini ha dedicato libri, articoli, pubblicazioni varie, studi, ricerche, viaggi a Noto (dove il santo è sepolto) ed ora è al lavoro per questo nuovo e importante appuntamento.

Infatti a San Corrado Confalonieri, nato a Calendasco nel 1290 e morto a Noto nel 1351, nella settimana che precederà la solennità patronale del 19 febbraio, a Calendasco nell’antico romitorio ed ospedale francigeno medievale, dedicherà appunto questa importante mostra documentaria.

Sotto al maestoso portico saranno esposti in riproduzione anastatica dagli originali, alcuni documenti del culto al Santo penitente eremita francescano in terra piacentina. “Le carte esposte – spiega lo stesso Umberto Battini – sono state rinvenute nell’archivio della parrocchiale del borgo sul Po e datano dal XVI secolo fino agli inizi del 1900. C’è l’importante Legato Sancti Conradi redatto in curia vescovile a Piacenza nel 1617 dal notaio dove si esplicita della nascita fisica del Santo nel borgo di Calendasco: “ex eodem loco iste Sanctus ut praefertur originem terrenam duxit”.

L’atto è approvato, firmato e avvalorato dal vescovo di Piacenza, che formalizza il legato voluto dalla casata Zanardi Landi succedutesi ad inizio 1600 ai Confalonieri nel feudo. Interessanti – prosegue Battini – i Registri del 1700 della confraternita del Santo Eremita, dove vengono annotate anche le spese della Festa negli anni. Seguono altri Registri dedicati a S. Corrado ed alla sua venerazione.

L’acquisto della statua, la decorazione delle volte della chiesa con episodi della vita del Patrono. Il quaderno del 1800 della Compagnia di San Corrado con i nomi e cognomi di decine di uomini e donne del paese iscritti al sodalizio. Le carte del fatto della campana fatta fondere con l’effige del Santo, gli inviti a celebrare la festa del 19 febbraio al Vescovo di Piacenza ed a quello di Bobbio, mentre sono interessanti i documenti che riguardano i discendenti dei Confalonieri abitanti in Piacenza che venivano a festeggiare il loro avo salito alle glorie del Cielo qui a Calendasco, pagando tutte le spese: addirittura l’orchestra di violini.

La cappella ed altare del Santo – ricorda lo studioso – fu eretta nel 1617 e tutta decorata e accessoriata per poter celebrare il culto: addirittura dalla documentazione risultano centinaia di notazioni per la messa giornaliera a San Corrado, per secoli. Il culto al Santo penitente e poi eremita era l’unico in tutta la diocesi piacentina”.


Umberto Battini annuncia quindi che “saranno in mostra due carte eccezionali: il dono del 1907 e 1927 di due reliquie insigni dei Vescovi di Noto a Calendasco, proprio per il fatto che qui era nato e anche esisteva ancora anche il romitorio che l’accolse nel 1315 alla conversione. San Corrado – ricorda – nel 1323 partì dal borgo e pellegrinò a Roma, in Terra Santa, poi Malta ed infine nel 1343 arriverà in Sicilia nella città di Noto. Qui vivrà in una grotta come eremita, compiendo miracoli: al miracolo della comparsa del pane caldo nella grotta di pietra, assistette il vescovo di Siracusa che rimase sbigottito.

Castello di Calendasco

San Corrado è anche invocato per la guarigione dell’ernia dei bambini. Ed anche invocato dai cacciatori quale protettore in quanto la sua conversione è legata all’incendio della boscaglia per stanare selvaggina nei dintorni di Calendasco verso il 1313”. Umberto Battini, che chi scrive queste righe ha l’onore e il piacere di conoscere da anni, è uno di quegli uomini del Po al quale ogni giorno si dovrebbe dire “Grazie” per l’impegno, la passione e la forza con cui amano il Grande fiume custodendone e divulgandone la storia.

Eremita del Po, Paolo Panni


3 commenti:

  1. Ho letto con piacere, per conoscere e pregare i "Santi del Po", grazie ,Paolo,
    L'Anonimo di Borgo

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  2. Tra i Santi e Beati del Po
    Sulla riva destra del Po nel basso mantovano, in un povero borgo di nebbia, Carbonarola ( Comune di Carbonara) il 17 gennaio 1449 dai nobili Nicola Andreasi e Agnese Gonzaga nasceva la Beata Osanna.
    Entrata a soli quindici anni nel terz'ordine domenicano seguì le orme di Santa Caterina. Partecipò alla vita di corte mantovana e fu consigliera di Francesco II e di Isabella d'Este. La tradizione vuole che le sue preghiere abbiano salvato il Marchese nella battaglia di Fornovo.
    Morì nella sua casa di Mantova il 18 giugno 1505 , presenti i Marchesi.
    Il suo corpo incorrotto riposa nel Duomo di Mantova in Piazza Sordello.

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